Nel cristianesimo ed ebraismo il Libro della vita è il libro sul quale
Dio registra i nomi di ogni persona destinata al Paradiso o al Mondo a venire.
Secondo il Talmud, il libro viene aperto durante Rosh Hashanah,
come accade anche al suo opposto, il Libro dei morti.
Per questa ragione il Libro della vita viene citato durante la recitazione
delle preghiere dell'Amidah nelle varie importanti festività ebraiche.
In ambito biblico dunque, vari passi indicano che Dio
abbia un "libro" o "rotolo" nel quale sono elencate le persone fedeli
che attendono di ricevere la vita eterna, in cielo o sulla terra.
Si afferma in essi che Dio osservi gli uomini che mostrano fede,
meritando così di essere approvati e ricordati da Lui.
In Malachia 3:16 si legge:
"Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò:
un libro di memorie fu scritto davanti a lui
per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.
Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti -
mia proprietà nel giorno che io preparo.
Avrò compassione di loro come il padre ha compassione
del figlio che lo serve."
Anche se intesa come metafora, si deduce che
dal tempo di Abele in poi Dio abbia preso nota,
come scrivendoli in un libro, di quei componenti del mondo
del genere umano redimibile che meritano di essere ricordati
ai fini della vita eterna.