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De: Ver@ (Mensaje original) |
Enviado: 30/03/2015 01:25 |
Che sia un buon lunedì
un augurio
che sia un giorno pieno di speranza.
Vera
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Da una lettura stamattina.......
Siamo tutti consapevoli che la gente non si comporta come dovrebbe. Alcune persone sono mediocri, arroganti, egoiste, viziose, ingrate e perfide tutte le volte che ne hanno l’occasione. Persino l’uomo più valido può diventare arrogante. Perché Dio non fa niente a riguardo? Potrebbe, d’accordo. Eppure, ed è strano a dirsi, lascia che le cose precipitino. Ci ha fatto donandoci il libero arbitrio, cioè il potere di discernere il bene dal male e di fare uno o l’altro. Si è reso ben conto che certuni abusano di questa libertà che è poi la nostra volontà, ma l’ha donata a tutti, perché senza di essa saremmo dei robot. Il suo piano è di ricompensarci in paradiso, ma non ricompensi una macchina perché funzioni bene: essa non potrebbe fare altrimenti. Senza libero arbitrio, non si dà ricompensa. Senza impegno, non c’è guadagno. Che mi dici della sofferenza? A volte sembra che Dio non ci voglia felici su questa Terra, che ci chieda tristezza e dolore in questa vita come prezzo per acquistare la felicità in quella ultraterrena. Alcuni ci credono, ma tu non farlo! Dio ci vuole felici quaggiù, in questa vita, anzi persino ci addita il modo di esserlo, siamo noi poi che ci rifiutiamo di guardare la strada che ci indica. Noi umani crediamo che la felicità stia nel Paradiso, ma gli angeli sanno che risiede sulla Terra. Sanno anche che il sentiero dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni, mentre la via del Paradiso in Terra lo è di buone azioni. Il brutto è che la maggior parte di noi crede che la felicità consista nel soddisfacimento di tutti i nostri desideri e velleità, o almeno nella liberazione dal dolore e dai dispiaceri. Invece, consiste nella serenità che ci deriva dal conformare la nostra volontà a quella dell’Essere superiore...... (Sergio Bambarèn da “La rosa di Gerico”)
Annamaria
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De: ○●MAX●○ (Mensaje original) |
Enviado:
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Elegia del silenzioSilenzio, dove porti il tuo vetro appannato di sorrisi, di parole e di pianti dell'albero? Come pulisci, silenzio, la rugiada del canto e le macchie sonore che i mari lontani lasciano sul bianco sereno del tuo velo? Chi chiude le tue ferite quando sopra i campi qualche vecchia noria pianta il suo lento dardo sul tuo vetro immenso?
Dove vai se al tramonto ti feriscono le campane e spezzano il tuo riposo gli sciami delle strofe e il gran rumore dorato che cade sopra i monti azzurri singhiozzando?
L'aria dell'inverno spezza il tuo azzurro e taglia le tue foreste il lamento muto di qualche fonte fredda.
Dove posi le mani, la spina del riso o il bruciante fendente della passione trovi.
Se vai agli astri il solenne concerto degli uccelli azzurri rompe il grande equilibrio del tuo segreto pensiero.
Fuggendo il suono sei anche tu suono, spettro d'armonia, fumo di grido e di canto. Vieni a dirci la parola infinita nelle notti oscure senza alito, senza labbra.
Trafitto da stelle e maturo di musica, dove porti, silenzio, il tuo dolore extraumano, dolor di esser prigioniero nella ragnatela melodica, cieco per sempre il tuo sacro fonte? Oggi le tue onde trascinano con torbidi pensieri la cenere sonora e il dolore del passato. Gli echi dei gridi che svanirono per sempre. Il tuono remoto del mare, mummificato.
Se Geova dorme sali al trono splendente, spezzagli in fronte una stella spenta e lascia davvero la musica eterna, l'armonia sonora di luce, e intanto torna alla tua fonte, dove nella notte eterna, prima di Dio e del tempo sgorgavi in pace.
Federico García Lorca
Il vostro Max | | | |
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