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De: Lelina (Mensaje original) |
Enviado: 27/06/2015 18:21 |
Maestro - L'altro giorno ho somministrato le prove Invalsi in una seconda del mio istituto. Già il verbo somministrare mi fa un po' orrore, mi suona come qualcosa di medico, che ha a che fare con la medicina ma che e' entrato, a forza, nel lessico di noi insegnanti. All'ora prestabilita, sono entrato in classe ed ho guardato i volti dei miei piccoli alunni, timorosi e spaventati, perché tenendo fede a quanto suggerito dall'Invalsi mi hanno spedito a "somministrare", accidenti a questo verbo, in una classe dove non lavoro e mi sono sentito come una specie di medico che doveva far loro una siringa. Li ho guardati con il mio miglior sorriso, li ho rassicurati, e ho detto loro di restare tranquilli e di cercare di fare del loro meglio, qualunque fosse il loro meglio. Mai bugia fu piu' grande. L'Invalsi nel tempo ha perfezionato un sistema di valutazione sommativa, fondata su variabili statistiche che spesso rappresentano dati crudi che poco tengono conto della pedagogia e della psicologia dei nostri alunni. Mi sono sentito come uno che mente consapevole di mentire. Le risposte dei miei piccoli alunni, infatti, saranno digitate in piattaforma e andranno a sommarsi con le altre di altre classi, del territorio, della regione ed aggregate a livello nazionale. Il dato aggregato sara' poi discriminante, nella direzione in cui viaggia l'attuale idea del sistema formativo, competitivo e 'spersonalizzato', per la suddivisione in scuole di serie A ed in quelle di serie B (vedi R.a.v. e DDl "Buona scuola"). Ritornando ai miei piccoli, continuavo a dire loro che le domande erano semplici e che le loro risposte erano le migliori anche quando mi accorgevo che erano palesemente sbagliate ed il mio istinto di maestro mi diceva di aiutarli a comprendere l'errore. E si, il mio rammarico e' proprio quello, rifuggire il mio ruolo ed assumere quello di arbitro, imparziale, che assiste muto alla diversità della pedagogia in cui credo, quella della relazione d'aiuto, quella dell'empatia, quella podromica e propredeutica all'acquisizione di competenze/conoscenze differite nel tempo e perciò rispettose dei tempi di tutti. I tempi di ciascuno, non possono essere scanditi da una x sulla risposta giusta e non possono creare ansia nei piccoli alunni che felici ed inconsapevoli insieme a noi adulti consapevoli, oggi piu' che mai, ci avviamo tutti con questa mentalità a creare una scuola brutta che rinnega Montessori, "Barbiana", Rogers, Bruner e Morin per sembrare tanto un altro stabilimento Fiat a guida Marchionne che appena non raggiungerà i target produttivi, rappresentati da improbabili istogrammi, dovrà essere dislocato in Polonia dove la manodopera costa meno e forse anche i docenti. Riflettiamo per favore. Rifletta soprattutto lei sig. Renzi che dice di voler fare rivoluzioni.
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De: Lelina |
Enviado: 27/06/2015 18:29 |
Non riescono gli insegnanti a risolvere le prove nel tempo limite. Ma quel fenomeno che spiega e che probabilmente ha un'esistenza
infelice, si rende conto...potrebbe andare al governo visto le capacita'
che ha LA buona scuola???
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Lasciateli copiare e boicottare. Ci penseranno più avanti i loro capi stranieri, specie se saranno cinesi o coreani, che studiano seriamente, a prenderli a calci nel sedere se non saranno capaci di compiere bene il proprio lavoro. |
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