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◄ ATTUALITA´: 30 dicembre San Ruggero di Canne
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: lucy46  (Mensaje original) Enviado: 30/12/2013 10:09

Foto: 30 dicembre San Ruggero di Canne Vescovo   Canne, Barletta, seconda metà XI secolo-Canne,30/12/1129  E’ proprio la Canne di Annibale il cartaginese, che il 2 agosto del 216 a.C. distrusse l’esercito romano dei consoli Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo. L’antica città non lontana da Barletta, presso la riva destra dell’Ofanto, aveva sempre una sua importanza nel Medioevo, essendo pure sede vescovile. Ma nell’XI secolo viene il tempo della sua rovina. Roberto il Guiscardo ha creato nel Sud d’Italia il suo regno normanno, ancora insidiato però da ribellioni locali sotto la spinta dell’imperatore d’Oriente. Una di queste è capeggiata dal conte Ermanno di Canne, che le truppe del Guiscardo sconfiggono nel 1083, seminando la distruzione nella città. E qui vediamo comparire Ruggero, il cui nome fa pensare a un’origine normanna. Ma altro non sappiamo su nascita e gioventù: l’unica notizia è quella della sua nomina a vescovo di Canne dopo il disastro, in un tempo senza speranze, col flagello endemico della guerra che scoraggia anche la volontà di ricostruire. Il suo compito primo, come emerge da una fonte popolare del XV secolo sulla sua vita, è di contribuire alla sopravvivenza di questa popolazione prostrata. Il suo episcopio era "un puro ospitio che sempre stava aperto de nocte et de giorno ad alloggiare le viandanti et le pellegrini, et le vidue et le pupilli (orfani)". L’ignoto autore ci presenta il vescovo Ruggero che "andava scalzo con lo pede nudo per quelle campegne cercanno le limosine per li poveri". Dunque, un soccorritore instancabile, che si assume anche compiti dell’autorità civile in quel crollo delle istituzioni. Ma tra le altre poche notizie su di lui c’è anche quella di due papi consecutivi, Pasquale II e Gelasio II (in carica dal 1099 al 1119) che ricorrono al suo consiglio e alla sua esperienza in questioni di diritto, per comporre liti e placare rivalità tra ecclesiastici e comunità, in una Chiesa che sta cercando di riformarsi tra difficoltà enormi al suo interno. Per lungo tempo il nome di Ruggero fu collegato a leggende che facevano di lui un vescovo del V secolo. La sua vicenda storica è stata poi delineata a fine ’800 dagli studi di don Nicola Monterisi, futuro arcivescovo di Salerno. A Ruggero si attribuiscono già miracoli in vita, e dopo la morte (collocata al 30 dicembre 1129) è la voce popolare a proclamare subito la sua santità. Dapprima egli viene sepolto nella cattedrale di Canne. Ma ormai la gente si stacca dall’antica città, che non è più in grado di risorgere. I cittadini, e anche i vescovi successori di Ruggero, si trasferiscono via via a Barletta, dove nel XIII secolo vengono portati anche i resti del santo: dapprima in Santa Maria Maggiore e più tardi presso il monastero benedettino di Santo Stefano, che poi si chiamerà di San Ruggero, venerato insieme come vescovo di Canne e come protettore di Barletta. L'emblema di San Ruggero, oltre al bastone pastorale, è anche l'aquila, perchè la tradizione vuole che un volatile abbia fatto ombra al santo con le sue ali durante un viaggio.  Patronato: Barletta, Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie  Etimologia: Ruggero = lancia gloriosa, dal tedesco  Emblema: Bastone pastorale, Aquila  Autore: Domenico Agasso

San Ruggero di Canne Vescovo  
Canne, Barletta, seconda metà XI secolo-Canne,30/12/1129


E’ proprio la Canne di Annibale il cartaginese, che il 2 agosto del 216 a.C. distrusse l’esercito romano dei consoli Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo. L’antica città non lontana da Barletta, presso la riva destra dell’Ofanto, aveva sempre una sua importanza nel Medioevo, essendo pure sede vescovile. Ma nell’XI secolo viene il tempo della sua rovina. Roberto il Guiscardo ha creato nel Sud d’Italia il suo regno normanno, ancora insidiato però da ribellioni locali sotto la spinta dell’imperatore d’Oriente. Una di queste è capeggiata dal conte Ermanno di Canne, che le truppe del Guiscardo sconfiggono nel 1083, seminando la distruzione nella città. E qui vediamo comparire Ruggero, il cui nome fa pensare a un’origine normanna. Ma altro non sappiamo su nascita e gioventù: l’unica notizia è quella della sua nomina a vescovo di Canne dopo il disastro, in un tempo senza speranze, col flagello endemico della guerra che scoraggia anche la volontà di ricostruire. Il suo compito primo, come emerge da una fonte popolare del XV secolo sulla sua vita, è di contribuire alla sopravvivenza di questa popolazione prostrata. Il suo episcopio era "un puro ospitio che sempre stava aperto de nocte et de giorno ad alloggiare le viandanti et le pellegrini, et le vidue et le pupilli (orfani)". L’ignoto autore ci presenta il vescovo Ruggero che "andava scalzo con lo pede nudo per quelle campegne cercanno le limosine per li poveri". Dunque, un soccorritore instancabile, che si assume anche compiti dell’autorità civile in quel crollo delle istituzioni. Ma tra le altre poche notizie su di lui c’è anche quella di due papi consecutivi, Pasquale II e Gelasio II (in carica dal 1099 al 1119) che ricorrono al suo consiglio e alla sua esperienza in questioni di diritto, per comporre liti e placare rivalità tra ecclesiastici e comunità, in una Chiesa che sta cercando di riformarsi tra difficoltà enormi al suo interno. Per lungo tempo il nome di Ruggero fu collegato a leggende che facevano di lui un vescovo del V secolo. La sua vicenda storica è stata poi delineata a fine ’800 dagli studi di don Nicola Monterisi, futuro arcivescovo di Salerno. A Ruggero si attribuiscono già miracoli in vita, e dopo la morte (collocata al 30 dicembre 1129) è la voce popolare a proclamare subito la sua santità. Dapprima egli viene sepolto nella cattedrale di Canne. Ma ormai la gente si stacca dall’antica città, che non è più in grado di risorgere. I cittadini, e anche i vescovi successori di Ruggero, si trasferiscono via via a Barletta, dove nel XIII secolo vengono portati anche i resti del santo: dapprima in Santa Maria Maggiore e più tardi presso il monastero benedettino di Santo Stefano, che poi si chiamerà di San Ruggero, venerato insieme come vescovo di Canne e come protettore di Barletta. L'emblema di San Ruggero, oltre al bastone pastorale, è anche l'aquila, perchè la tradizione vuole che un volatile abbia fatto ombra al santo con le sue ali durante un viaggio.

Patronato: Barletta, Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie

Etimologia: Ruggero = lancia gloriosa, dal tedesco

Emblema: Bastone pastorale, Aquila

Autore: Domenico Agasso



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: Ver@ Enviado: 30/12/2013 11:31

San Ruggero vescovo di Canne

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: Ver@ Enviado: 30/12/2013 12:04

Il santo vescovo Ruggero nacque nella celebre e antica città di Canne tra il 1060 e il 1070. Di vita intemerata, caritatevole, amante della preghiera il giovane Ruggero era in grande stima tra i suoi concittadini i quali, a morte del loro vescovo, dovendo eleggere il successore, non esitarono a posare lo sguardo su di lui ritenendolo il più idoneo ad assumere l'ufficio pastorale. Ruggero. nella sua umiltà, unita a prudenza, riputandosi indegno e inadatto cercò di sfuggire, ma constatata l'insistenza del clero e del popolo, scorse in essa la volontà di Dio accettando l'episcopato. La tradizione vuole avesse 30 anni ed era diacono. Assunse l'onere di guidare le sorti spirituali di Canne che, a quell'epoca, veniva fuori da una grande e dolorosa prostrazione causata nel 1083 dalla distruzione della città per una rissa tra il Conte Ermanno di Canne e il duca di Puglia, Roberto il Guiscardo. Siamo inoltre nell'XI secolo, periodo cruciale per la storia della Chiesa: da una parte si avvertiva il peso dell'influenza dello strapotere civile, che condizionava negativamente la vita di essa, causando corruzione e controtestimonianze nell'ambito ecclesiastico; dall'altro si assisteva ad una grande fioritura di santità che faceva ben sperare in una rinascita spirituale. L'esigenza di riforma, ormai diffusa un po' dovunque, di ritornare cioè alla primitiva vita evangelica, di riottenere l'autonomia della Chiesa dal potere temporale, fu fatta propria dal santo Pontefice Gregorio VII, Ildebrarido di Soana, per la cui causa pagò di persona morendo esule a Salerno. In quell'arco di storia brillarono figure quali san Pier Damiani, san Bernardo di Chiaravalle, san Norberto. Il nostro santo patrono Ruggero s'inserisce su questa scia, in quanto concepì l'episcopato non come onore, ma come servizio. Visse per il gregge che gli era stato affidato, senza mai spadroneggiare su di esso, facendosi, secondo il programma dell'apostolo Paolo, tutto a tutti. Contribuì alla ricostruzione morale e materiale della città; con instancabile ardore esortò i fedeli e li sostenne spezzando loro il Pane eucaristico e la Parola divina. "Era assai pietoso e fenoroso per la salute delle anime", ci dice l'Anonimo Cannese (XIV sec.), fonte popolare della sua vita. Non solo, ma fece dell'episcopio "un puro hospitio che sempre stava aperto de noete et de giorno ad alloggiare le viandanti et le pellegrini, et le vidue et le pupilli dove trovavino le loro conforto et le loro consolationi". Per le sue doti, fu stimato perfino dai due pontefici contemporanei: Pasquale Il e Celasio Il, i quali gli affidarono incarichi delicati. La gente vide in lui il vero padre per questo non fa meraviglia sapere che alla sua morte fu acclamato santo e le sue venerande spoglie adagiate in Cattedrale di Canne, presso l'altare maggiore, quasi a sentirlo ancora vicino come quand'era in vita, per godere della sua immediata protezione. Povero di beni terreni, Ruggero entrò ricco di meriti nel regno dei cieli al 30 dicembre 1129, all'età di 60 anni circa. A causa del repentino decadimento di Canne, dietro richiesta dell'arciprete e di un canonico della città, nel 1276 circa il corpo di san Ruggero fu messo al sicuro nella città di Barletta, dove già molti cannesi si erano rifugiati, e custodito in S. Maria Maggiore prima, poi presso le monache benedettine di Santo Stefano, attualmente di San Ruggero. Dai documenti esistenti si evince l'antica fama di santità del Vescovo Ruggero; infatti risulta che a Canne già dal 1192 esisteva una località detta "locus Sancti Rogerii". Altra preziosa testimonianza che attesta il culto del Santo è tratta da una pergamena del 1327 con il sigillo del vescovo Pascalis che riproduce l'iminagine di san Ruggero il cui capo è circondato da una aureola. Nel medesimo sec. XIV, periodo in cui i vescovi cannesi trasferirono la loro residenza a Barletta san Ruggero fu proclamato protettore di Barletta e sin da quel tempo il Santo ebbe l'ufficio proprio. Nel 1656, in seguito all'epidemia della peste che decimò gli abitanti di Barletta, sperimentata la protezione di san Ruggero, per voto pubblico della città, amministratori e cittadini s'impegnarono a digiunare nella vigilia della sua festa, il 29 dicembre, e a realizzare il busto d'argento. Nel 1929, dietro interessamento del Can. Giuseppe D'Amato, a spese del Municipio di Barletta, alla semplice urna lignea fu sostituita l'artistica urna d'argento che d'allora contiene le ossa del Santo. Nel 1942 la Sacra Congregazione dei Riti approvò i testi dell'ufficio e Messa in onore di san Ruggero, compilati nel 1918 dai canonici barlettani. Di recente i testi liturgici sono stati rielaborati a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano Il e approvati dalla Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti l' 8 febbraio 1990. Per lodevole iniziativa e interesse di don Franco D'Amato, nel 1969, su un appezzamento di terreno donato alla chiesa nella zona "Boccuta", si è costruito il Santuario di S. Ruggero. Sul suolo natio del santo Patrono già sorge un luogo di culto che sicuramente continuerà a crescere per la gloria di Dio che si manifesta mirabilmente nei suoi santi.


Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: lucy46 Enviado: 30/12/2016 08:01
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