"Tutti i movimenti mondiali di arte moderna hanno per padre spirituale il futurismo".
Gustav Hartung
Eccoci ora alla
PITTURA FUTURISTA
« Per chi pattina sul ghiaccio sottile, la sicurezza è nella velocità. »
La pittura futurista ha molte analogie con il cubismo e qualche notevole differenza. Il cubismo scomponeva l’oggetto in varie immagini e poi le ricomponeva in una nuova rappresentazione. Il futurismo non intersecava diverse immagini della stessa cosa ma interseca direttamente diverse cose tra loro. Il risultato stilistico a cui si giungeva era, però, molto simile ed affine. Del resto, non bisogna dimenticare che gli artisti futuristi erano ben a conoscenza di ciò che il cubismo faceva in Francia. Non solo perché il futurismo nacque, di fatto, a Parigi con Marinetti, ma anche perché uno di loro, Gino Severini, viveva ed operava nella capitale francese.
Ciò che invece distingue principalmente i due movimenti fu soprattutto il diverso valore dato al tempo. Come detto, la dimensione temporale era già stata introdotta nella pittura dal cubismo. Ma si trattava di un tempo lento, fatto di osservazione, riflessione e meditazione. Il futurismo ha invece il culto del tempo veloce. Del dinamismo che agita tutto e deforma l’immagine delle cose.
È proprio la velocità il parametro estetico della modernità. Del resto il mito della velocità per il futurismo ha degli impeti quasi religiosi. Disse Marinetti in un suo scritto: «Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera».
Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l’idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità.
Balla - Trasformazione forma spirito
Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell’atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).
Balla - Bambina che corre sul balcone
Nacque l’11 febbraio 1910 con la pubblicazione del Manifesto dei pittori futuristi, firmato da Umberto Boccioni
seguito a breve distanza dal Manifesto tecnico della pittura. Nel 1912 si tenne a Parigi la prima mostra futurista: nelle opere esposte fu possibile individuare la direzione in cui si muoveva la ricerca espressiva del gruppo, che a partire da una base divisionista sviluppava una tendenza più generale ad annullare l'opposizione tra figura e ambiente e a rivedere lo stesso concetto di forma, non più ritratta nella sua fissità ma nel dinamismo del movimento. L’esposizione parigina costituì una svolta nella storia dei principali esponenti del movimento, che prima di allora avevano coniugato tematiche inedite con tecniche ancora in gran parte tradizionali: si vedano ad esempio due dipinti del 1910,
La città che sale di Boccioni (New York, Museum of Modern Art)
e
Nuotatrici di Carrà (Carnegie Institute, Pittsburgh, Pennsylvania).
Fondamentale per il processo di graduale definizione teorica e stilistica del futurismo pittorico fu la conoscenza delle opere di Picasso e dei cubisti, che diede l’impulso decisivo all’elaborazione di una tecnica all’altezza della poetica formulata, in grado di rendere il movimento dei corpi, la simultaneità degli eventi, la compenetrazione e la disgregazione degli spazi. In
Materia di Boccioni (1912, Milano, collezione Mattioli),
la composizione non rispetta più il principio d’ordine della profondità spaziale e delle proporzioni, ma risponde all’esigenza di rappresentare sul medesimo piano elementi della realtà oggettuale percepiti con la stessa intensità: il corpo possente della madre dell’autore appare così schiacciato e confuso tra i volumi delle case e degli oggetti che lo circondano. Quasi tutti i pittori futuristi si cimentarono nel tentativo di rappresentare contemporaneamente le diverse azioni e le successive posizioni di un soggetto in movimento, con risultati simili a quelli della fotografia stroboscopica o di una serie di scatti fotografici realizzati in rapida sequenza e stampati su una singola lastra.
Si pensi, ad esempio, ai dipinti di Gino Severini
Severini - Dinamismo di una danzatrice (1912, Milano, Pinacoteca di Brera),
Geroglifico dinamico del Bal Tabarin - 1912 - Metropolitan Museum, New York,
Il treno blindato - 1915 - collezione Zeisler, New York;
e alle opere di Giacomo Balla
Rondini in volo, 1913, New York, Museum of Modern Art;
Cane al guinzaglio, 1912, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo),
che nei suoi studi si ispirò alle ricerche di cronofotografia di Eadweard Muybridge ed Etienne-Jules Marey.
Concludo con questi altri dipinti di Carlo Carrà
Carrà - Il cavaliere rosso (1913)
Carlo Carrà - Funerali dell'anarchico Galli (1911)
I pittori che hanno fatto la storia della pittura futurista lasciandoci opere davvero uniche... sono dunque Balla, Boccioni, Carrà e Severini...
Da vari siti web - impaginaz. T.K.