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arte: IL GIALLO DELL''ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 07/05/2009 16:06

IL GIALLO DELL'ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH

  

Che cosa furono le nove settimane in cui Van Gogh (1853-1890) e Gauguin (1848-1903) vissero fianco a fianco ad Arles?
Un disastro! Eppure un trionfo, la follia a braccetto del genio, la gioia di creare e la nevrosi di fallire...
Si conclusero con il primo che rincorreva il secondo con un rasoio, con il secondo che saggiamente se ne andava a dormire in albergo, con l’orecchio di Van Gogh tagliata dalla sua stessa mano e offerto come dono a una prostituta locale... Di lì il ricovero in clinica, un mesto saluto, un non più rivedersi. Vincent morirà due anni dopo, nel 1890, dopo essersi sparato un colpodi pistola al petto, in quella Provenza che lo aveva così tanto segnato, Paul gli sopravviverà per un decennio epoco più, in un’isola delle Marchesi dove la sua fuga dalla civiltà lo aveva portato, trentasette anni l’uno, cinquantacinque l’altro.
 

La Casa gialla - Van Gogh

Questo sodalizio ci viene raccontato nella "La Casa Gialla" da  Martin Gaylord uan biografia parallela tra i 2 grandi artisti...
La loro vera e forte amicizia ha fatto nascere questa stupenda canzone di Vecchioni, VINCENT, che consiglio di ascoltare leggendone le bellissime parole... ed ammirando diversi dipinti...
 
 

Questo però è solo l'antefatto storico artistico... che ci porta ad una nuova ipotesi sulla mutilazione all'orecchio di Van Gogh...

NUOVA IPOTESI SULL'ORECCHIO TAGLIATO DI VAN GOGH

 

Vincent Van Gogh, «Autoritratto con l’orecchio tagliato» (1889)

 

Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amici­zia al tempo stesso profonda e complicata tra due giganti del­­l’arte, Vincent Van Gogh  e Paul Gauguin. Il saggio di Hans Kaufmann e Rita Wildegans appena uscito in Germania ( L’orecchio di Van Go­gh, Paul Gauguin e il patto del silenzio) certo propo­ne un’interpretazione inedita di un fatto notissimo: non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888, ad Arles, ma sarebbe in­vece stato Gauguin a ferire l’amico al ter­mine di un litigio, forse non per motivi ar­tistici, ma piuttosto per colpa di «una cer­ta Rachele».

Il saggio con­ferma anche il legame tra Vincent e Paul e quella tensione, mista a gelosia, che accomunava i due. Una tensione che il critico Flavio Ca­roli definisce «ben avvertibile già a partire dall’inverno del 1886, che sembrava nasce­re dalla gelosia di Van Gogh per l’amico più 'forte' e che vedeva come terzo inco­modo il giovane Émile Bernard». Secondo Caroli l’interpretazione di Kaufmann e Wil­degans «è possibile», anche perché di quell’evento non ci sono documenti certi: «Se non quelli ufficiali del sindaco di Ar­les, la petizione dei cittadini che non vole­vano quel pittore così scomodo e il reso­conto della polizia di un Van Gogh che si presenta in un bordello con il suo orec­chio avvolto nella carta di giornale». I due ricercatori tedeschi sostengono che «l’automutilazione di Van Gogh non è mai stata provata» e che, di fatto, «l’unica testimonianza accertata è quella di Gau­guin ». 

Che ne parla ampiamente nel libro Avant et après del 1903 e che, forse non per caso, dopo l’incidente sarebbe precipi­tosamente ritornato a Parigi per poi fuggi­re a Tahiti.

Gauguin avrebbe mozzato il lo­bo dell’orecchio di Van Gogh con una scia­bola, che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostitu­ta », Rachele appunto (e non su problemi d’arte) mentre l’amico avrebbe taciuto per proteggerlo (più tardi i due si sarebbero anche scritti).

La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale. Scrivono Kaufmann e Wildegans: «La versione tradizionale, quella finora accre­ditata, è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin, che non sarebbe nemmeno stato presente al fatto, un racconto pieno di contraddizioni e di punti oscuri. Non esiste un’inchiesta uffi­ciale e nemmeno un testimone indipen­dente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente».
 Questa tesi dunque smentirebbe un’au­tomutilazione che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh, sette mesi più tardi.

La sedia - Gauguin

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Dunque, nessuna nuova prova. Eppure questa lettura può essere convincente. Dice Marco Goldin «So­no stupito, ma può essere una lettura co­me un’altra. Certo, il fatto che quel litigio non fosse legato all’arte, ma a una donna, era abbastanza noto» (un fatto che con­traddice la tesi a suo tempo proposta da Bataille e Artaud che videro nell’automuti­lazione di Van Gogh «il simbolo della fol­lia come base dell’arte moderna»). Vitto­rio Sgarbi, curatore della mostra Arte, ge­nio, follia in corso a Siena a Santa Maria della Scala (fino al 25 maggio), che vede Van Gogh tra i suoi protagonisti, confer­ma: «Quella dell’automutilazione è una leggenda, per cui anche quest’altra ipotesi può essere valida». Certo è che, al di là del­l’orecchio tagliato di Van Gogh, sorprende come gli impressionisti continuino ad atti­rare l’attenzione.

Camera da letto dell’artista - Van Gogh

In quella Casa gialla, che fungeva da casa e da studio per i 2 amici, comunque furono creati i dipinti che ammiriamo e che troviamo nei musei di tutto il mondo... e che cambiarono la... Storia dell'Arte... grazie alle loro intuizioni e sperimentazioni.

Da vari siti web - Impaginazione e rielaborazione by Tony Kospan



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: maktea Enviado: 07/05/2009 16:46
Molto interessante Tony, e bello il modo con cui l'hai commentato e pubblicato. Grazie anche per il video di Vecchioni in una canzone che non conoscevo. Ciao Grazia

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 07/05/2009 18:01
E' vero, tutto molto interessante!! I versi di questa canzone....sono una vera poesia: Guarderò le stelle com'erano la notte ad Arles, appese sopra il tuo boulevard; io sono dentro agli occhi tuoi, Víncent. Sognerò i tuoi fiori, narcisi sparpagliati al vento, il giallo immenso e lo scontento negli occhi che non ridono, negli occhi tuoi, Vincent. Dolce amico mio, fragile compagno mio, al lume spento della tua pazzia te ne sei andato via, piegando il collo come il gambo di un fiore: scommetto un girasole. Sparpagliato grano, pulviscolo spezzato a luce e bocche aperte senza voce nei vecchi dallo sguardo che non c'è poi le nostre sedie le nostre sedie così vuote così "persone", così abbandonate e il tuo tabacco sparso qua e là. Dolce amico, fragile compagno mio che hai tentato sotto le tue dita di fermarla, la vita: come una donna amata alla follia la vita andava via: e più la rincorrevi e più la dipingevi a colpi rossi gialli come dire "Aspetta!", fino a che i colori non bastaron più... e avrei voluto dirti, Vincent, questo mondo non meritava un uomo bello come te! Guarderò le stelle, la tua, la mia metà del mondo che sono le due scelte in fondo: o andare via o rimanere via. Dolce amico mio, fragile compagno mio, io, in questo mare, non mi perdo mai; ma in ogni mare sai "tous le bateaux vont à l'hazard pour rien". Addio, da Paul Gauguin.

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: liberidivolare Enviado: 08/05/2009 22:44
Grazie amiche i gossip artistici...di grandi artisti... mi affascinano e mi impegnano in ricerche... E' un mondo incredibile nel quale riusciamo a penetrare ed a comprender anche meglio le loro opere... Ciaoooooooooooo


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