Tra le poesie che definisco "sublimi",
intendendo con questo termine riferirmi a poesie
che uniscono ai versi profondità di pensiero...
riflessioni sulla vita... etc...,
a mio parere non può mancare questa del mio mito Neruda...
che sorprende in questo campo
come sorprende nella poesia d'amore.
Può sembrare all'inizio una poesia triste...
ma poi si apre dipingendoci la sua idea delle stagioni...
e dell'amore...
pur in una lucida analisi della sua vita.
Inoltre, a parer mio, ci rivela una sua visione della vita...
quasi flosofica o religiosa...
in cui la nascita porta la morte e la morte porta la nascita...
Il Poeta dunque non si lascia trascinare nel pessimismo e nella malinconia
del ricordo... e del pensiero sul destino dell'uomo...
ma da questo insieme all'amore per Matilde...,
che considera la donna del suo destino,
trae nuovo vigore lirico.
In ultima analisi a me sembra
un sereno innamorato abbraccio alla vita...
in ogni suo aspetto.
CHIEDO SILENZIO
Pablo Neruda
Ora, lasciatemi tranquillo.
Ora, abituatevi senza di me.
Io chiuderò gli occhi
E voglio solo cinque cose,
cinque radici preferite.
Una è l'amore senza fine.
La seconda è vedere l'autunno.
Non posso vivere senza che le foglie
volino e tornino alla terra.
La terza è il grave inverno,
la pioggia che ho amato, la carezza
del fuoco nel freddo silvestre.
La quarta cosa è l'estate
rotonda come un'anguria.
La quinta cosa sono i tuoi occhi.
Matilde mia, beneamata,
non voglio dormire senza i tuoi occchi,
non voglio esistere senza che tu mi guardi:
io muto la primavera
perché tu continui a guardarmi.
Amici, questo è ciò che voglio.
E' quasi nulla e quasi tutto.
Ora se volete andatevene.
Ho vissuto tanto che un giorno
dovrete per forza dimenticarmi,
cancellandomi dalla lavagna:
il mio cuore è stato interminabile.
Ma perché chiedo silenzio
non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario:
accade che sto per vivere.
Accade che sono e che continuo.
Non sarà dunque che dentro
di me cresceran cereali,
prima i garni che rompono
la terra per vedere la luce,
ma la madre terra è oscura:
e dentro di me sono oscuro:
sono come un pozzo nelle cui acque
la notte lascia le sue stelle
e sola prosegue per i campi.
E' che son vissuto tanto
e che altrettanto voglio vivere.
Mai mi son sentito sé sonoro,
mai ho avuto tanti baci.
Ora, come sempre, è presto.
La luce vola con le sue api.
Lasciatemi solo con il giorno.
Chiedo il permesso di nascere.