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IL CASTELLO DI ORSOSOGNANTE
 
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poesieatema: MALINCONIA E NOSTALGIA IN POESIA... E NON SOLO
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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: liberidivolare  (Mensaje original) Enviado: 24/10/2009 18:33

 

 
NOSTALGIA E MALINCONIA
IN POESIA
 
By Tony Kospan
 
Quale stagione più dell'autunno può portarci, insieme alle foglie cadenti ed ai giorni sempre più corti..., nostalgie e malinconie?
 
 
La malinconia - dice Goethe - è l'incapacità di amare la ripetizione che scandisce la nostra esistenza (le stagioni, il giorno e la notte, le incombenze e le abitudini quotidiane, il succedersi delle generazioni). In pratica possiamo definirla una tristezza che non ha un'origine o una motivazione precisa...
Spesso, come molti sanno, la malinconia s'associa alla nostalgia... che invece ha in sé motivazioni nel rimpianto di tempi... persone... sentimenti etc...
 
 
L'importante è, a mio parere, non restarne del tutto prigionieri e viverle non come momenti negativi bensì solo di stasi... di ferma... e di coltura per la nascita e la crescita... di nuove speranze e nuovi sogni... verso nuove primavere...
 
Le poesie saranno di diversi segni e come sempre mi piacerebbe leggere quelle che, sul tema, colpiscono voi.
 
 
 
 
ROSA MALINCONICA
Nicolas Guillén
 
L’anima vola e vola
cercandoti lontano,
oh Rosa melanconica,
rosa del mio ricordo.
Guardo poco a poco l’alba
la campagna inumidisce,
e il giorno è come un bimbo
che si sveglia nel cielo,
oh Rosa melanconica,
carichi gli occhi d’ombra,
dal mio povero lenzuolo
tocco il tuo solido corpo.
Quando già alto il sole
arde col suo alto fuoco,
quando la sera cade
dal ponente disfatto,
io nel mio lontano desco
il tuo ignoto pane osservo.
E nella notte gravida
d’appassionato silenzio,
oh Rosa melanconica,
rosa del mio ricordo,
dorata, viva e umida,
tu discendi dal tetto,
mi prendi la mano fredda
e resti li a guardarmi.
Io chiudo allora gli occhi,
ma pur sempre ti vedo,
là piantata, a fissare
il tuo sguardo sul mio petto,
lungo sguardo immobile,
come un pugnale di sogno.
 
 
3-20.jpg image by mimituiles
 
 ALLA MALINCONIA
Hermann Hesse
 
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
 
 
 
 
AMO TUTTO CIO' CHE E' STATO
Fernando Pessoa
 
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.
 
 
 
LA MALINCONIA
 Umberto Saba
 Malinconia
la vita mia
struggi terribilmente;
e non v'è al mondo,
non c'è al mondo niente
che mi divaghi. 
  Niente, o una sola
casa. Figliola,
quella per me saresti.
S'apre una porta; in tue succinte vesti
entri, e mi smaghi. 
  Piccola tanto,
fugace incanto
di primavera. I biondi
riccioli molti nel berretto ascondi,
altri ne ostenti. 
  Ma giovinezza,
torbida ebbrezza,
passa, passa l'amore.
Restan sì tristi nel dolente cuore,
presentimenti. 
  Malinconia,
la vita mia
amò lieta una cosa,
sempre: la Morte.
Or quasi è dolorosa,
ch'altro non spero. 
Quando non s'ama
più, non si chiama
lei la liberatrice;
e nel dolore non fa più felice
il suo pensiero. 
Io non sapevo
questo; ora bevo
l'ultimo sorso amaro
dell'esperienza. Oh quanto è mai più caro
il pensier della morte,  
al giovanetto,
che a un primo affetto
cangia colore e trema.
Non ama il vecchio la tomba: suprema
crudeltà della sorte.

 

 
AH, CHE NOSTALGIA HO DI TE
Johann Wolfgang Goethe
 
Ah, che nostalgia ho di te,
angelo mio! Almeno in sogno,
almeno in sogno mostrati!
Anche se molto dovrò patire,
trepidante lottare cogli spiriti,
e al risveglio affannare.
Ah, che nostalgia ho di te,
ah, quanto cara mi sei
anche nei sogni più cupi!
 
 
 
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CIAO DA TONY KOSPAN
 
 



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Respuesta  Mensaje 2 de 5 en el tema 
De: aromadiforesta Enviado: 24/10/2009 21:13
tutte belle ma prediligo Hesse tra tutti baci

Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: mothersixten Enviado: 25/10/2009 07:04
La nostalgia è uno dei sentimenti più nobili della vita umana. Perché è il desiderio che non ci consente di dimenticare le persone amate, e con esse il passato.... E' quel sentimento che ci fa ogni volta ricordare che siamo vivi e che siamo esseri umani, coi propri limiti....coi propri rimpianti! E' quel sentimento che ci fa ridere e piangere; che fa scaturire quella malinconia che fa sentire impotenti di fronte al desiderio di cercare qualcosa di impossibile.... Nostalgia e malinconia, sono due compagne che si tengono per mano e leggiadre nella loro evanescenza,ci accompagnano per tutta la vita........ Primo rimpianto Sulla spiaggia sonora ove il mar di Sorrento spiega le azzurre sue acque ai pie' degli aranceti, posa, lungo il sentiero, sotto la siepe odorosa, una piccola pietra, indifferente ai piedi distratti dello straniero. I cespi di viola vi nascondono un nome che nessuna eco ha mai ripetuto! Eppur talvolta il passante, arrestandosi, vi legge tra le erbe una data e un'età, e sentendosi salire una lagrima agli occhi dice: «Aveva sedici anni! Troppo presto per morire!» Ma perché lasciarmi sedurre da visioni lontane? Che il vento gema e mormori il flutto; indietro, indietro, o miei tristi pensieri! Io voglio sognare e non piangere! ................................................ (stralcio dal romanzo Graziella) Alphonse de Lamartine Ho conosciuto in te le meraviglie meraviglie d’amore sì scoperte che parevano a me delle conchiglie ove odorano il mare e le deserte spiagge corrive e lì dentro l’amore mi son persa come alla bufera sempre tenendo fermo questo cuore che (ben sapevo) amava una chimera. Alda Merini Nel lago dei tuoi occhi assai profondo il mio cuore si annega e si discioglie E là dentro lo disfano nell’acqua di amore e di follia un po’ Ricordo, un po’ Malinconia Di Guillaume Apollinaire Le onde dalle bianche criniere... ricamano frementi il mare ed io nascondo lì la Passione che urge in me non solo per un Amore agognato, ma per le infinite emozioni passate che vorrei continuare a provare raccogliendo quel piccolo sasso dimenticato lucidato dal tempo che per sempre racconterà la sua storia sulla battigia umida delle speranze innocenti. MARESA BAUR E per finire,questa stupenda poesia di Carducci, che e' un compendio di nostalgia e malinconia.......... Davanti a San Guido I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardar. Mi riconobbero, e— Ben torni omai — Bisbigliaron vèr' me co 'l capo chino — Perché non scendi ? Perché non ristai ? Fresca è la sera e a te noto il cammino. Oh sièditi a le nostre ombre odorate Ove soffia dal mare il maestrale: Ira non ti serbiam de le sassate Tue d'una volta: oh non facean già male! Nidi portiamo ancor di rusignoli: Deh perché fuggi rapido cosí ? Le passere la sera intreccian voli A noi d'intorno ancora. Oh resta qui! — — Bei cipressetti, cipressetti miei, Fedeli amici d'un tempo migliore, Oh di che cuor con voi mi resterei— Guardando lor rispondeva — oh di che cuore ! Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire: Or non è piú quel tempo e quell'età. Se voi sapeste!... via, non fo per dire, Ma oggi sono una celebrità. E so legger di greco e di latino, E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtú: Non son piú, cipressetti, un birichino, E sassi in specie non ne tiro piú. E massime a le piante. — Un mormorio Pe' dubitanti vertici ondeggiò E il dí cadente con un ghigno pio Tra i verdi cupi roseo brillò. Intesi allora che i cipressi e il sole Una gentil pietade avean di me, E presto il mormorio si fe' parole: — Ben lo sappiamo: un pover uom tu se'. Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse Che rapisce de gli uomini i sospir, Come dentro al tuo petto eterne risse Ardon che tu né sai né puoi lenir. A le querce ed a noi qui puoi contare L'umana tua tristezza e il vostro duol. Vedi come pacato e azzurro è il mare, Come ridente a lui discende il sol! E come questo occaso è pien di voli, Com'è allegro de' passeri il garrire! A notte canteranno i rusignoli: Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire; I rei fantasmi che da' fondi neri De i cuor vostri battuti dal pensier Guizzan come da i vostri cimiteri Putride fiamme innanzi al passegger. Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno, Che de le grandi querce a l'ombra stan Ammusando i cavalli e intorno intorno Tutto è silenzio ne l'ardente pian, Ti canteremo noi cipressi i cori Che vanno eterni fra la terra e il cielo: Da quegli olmi le ninfe usciran fuori Te ventilando co 'l lor bianco velo; E Pan l'eterno che su l'erme alture A quell'ora e ne i pian solingo va Il dissidio, o mortal, de le tue cure Ne la diva armonia sommergerà. — Ed io—Lontano, oltre Apennin, m'aspetta La Tittí — rispondea; — lasciatem'ire. È la Tittí come una passeretta, Ma non ha penne per il suo vestire. E mangia altro che bacche di cipresso; Né io sono per anche un manzoniano Che tiri quattro paghe per il lesso. Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! — — Che vuoi che diciam dunque al cimitero Dove la nonna tua sepolta sta? — E fuggíano, e pareano un corteo nero Che brontolando in fretta in fretta va. Di cima al poggio allor, dal cimitero, Giú de' cipressi per la verde via, Alta, solenne, vestita di nero Parvemi riveder nonna Lucia: La signora Lucia, da la cui bocca, Tra l'ondeggiar de i candidi capelli, La favella toscana, ch'è sí sciocca Nel manzonismo de gli stenterelli, Canora discendea, co 'l mesto accento De la Versilia che nel cuor mi sta, Come da un sirventese del trecento, Piena di forza e di soavità. O nonna, o nonna! deh com'era bella Quand'ero bimbo! ditemela ancor, Ditela a quest'uom savio la novella Di lei che cerca il suo perduto amor! — Sette paia di scarpe ho consumate Di tutto ferro per te ritrovare: Sette verghe di ferro ho logorate Per appoggiarmi nel fatale andare: Sette fiasche di lacrime ho colmate, Sette lunghi anni, di lacrime amare: Tu dormi a le mie grida disperate, E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare. — Deh come bella, o nonna, e come vera È la novella ancor! Proprio cosí. E quello che cercai mattina e sera Tanti e tanti anni in vano, è forse qui, Sotto questi cipressi, ove non spero, Ove non penso di posarmi piú: Forse, nonna, è nel vostro cimitero Tra quegli altri cipressi ermo là su. Ansimando fuggía la vaporiera Mentr'io cosí piangeva entro il mio cuore; E di polledri una leggiadra schiera Annitrendo correa lieta al rumore. Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo Rosso e turchino, non si scomodò: Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo E a brucar serio e lento seguitò. Annamaria

Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: perlarosa Enviado: 25/10/2009 21:09
complimenti.....cri

Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: perlarosa Enviado: 25/10/2009 21:09
complimenti.....cri


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