Questa volta la poesia di cui desidero parlare,
e che propongo anche alla vostra riflessone,
è del sommo Shakespeare...
In essa, prima di passare a dare uno sguardo al suo significato, possiamo subito osservare come l'idea di una donna quarantenne piena di rughe
(e forse di acciacchi...) oggi stride e stupisce...
Oggi la donna quarantenne è poco più che giovanetta... e dunque opterei date le modifiche avvenute riguardo alla durata e tenuta della nostra vita, soprattutto negli ultimi decenni ad una diversa rappresentazione, in questo caso, delle immagini poetiche del nostro.
La donna non sarebbe quarantenne ma settantenne ed il piccolo sarebbe il nipotino...
Se ci guardiamo intorno, anche nel nostro mondo web..., il numeno di nonne giovani e pimpanti è in incredibile e costante aumento... (ma in verità anche di nonni).
Fatte queste mie ed opinabilissime premesse passiamo alla poesia...
Il grande William consiglia alla donna di non preoccuparsi per lo sfiorir di sua giovanile gran beltà
e d'esser felice di poter dire che la grazia sua sta passando al/la figlio/a...
(Nella mia versione dalla nonna... al/la nipotino/a)
Io leggo poi in questi versi anche la necessità da parte di ciascuno d'accettar lo scorrer del tempo... in modo sereno... anche perché diversamente vivremmo molto male gli anni che ci restano...
Infatti se ci fermassimo a rimpianger la bellezza e la forza della nostra gioventù... che giorno per giorno s'allontana sempre di più... rischieremmo solo la depressione...
Come sempre, cari amici, la mia è personalissima interpretazione e suscettibilissima di aggiunte, modifiche e critiche...
Sonetto 2
~ William Shakespeare ~
Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",
dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene è freddo.
Ciao da Tony Kospan