LA BEFANA EPIFANIA IN POESIA (E NON SOLO) a cura di Tony Kospan Cari amici la poesia, come ben sapete, affronta ogni aspetto della nostra vita. L'Epifania è classicamente la festa che... tutte le feste porta via e conclude un lungo periodo di feste dopo il quale riprenderà, nel bene e nel male, la vita... "normale". Ma... che vuol dire Epifania? L'Epifania è una festa religiosa che deriva il suo nome da un termine greco - ἐπιφάνεια, epifaneia - che significa rivelazione. E', infatti, in questo giorno che Gesù bambino si rivelò come figlio di Dio ai Re Magi. E la Befana? La Befana è invece un'antica festa laica italiana tutta dedicata ai bambini... che si aspettano i doni o il carbone dalla terribile vecchietta ed un tempo, quando Babbo Natale viveva soprattutto negli USA e nei paesi nordici, era attesissima dai bambini italiani... in quanto poi, alla fine, la cd. "vecchiaccia" si rivelava alla fine sempre buonissima... e generosissima di regali... L'Epifania, quindi con la Stella Cometa, i Re Magi e La Befana... non poteva non interessare da sempre i poeti... famosi e non... ed è il tema che tratteremo... Iniziamo dunque con una filastrocca sulla Befana del mitico Rodari... proseguiamo con 2 poesie dedicate ai Re Magi e concludiamo con quella del Pascoli che è forse la più bella poesia sulla Befana Come sempre mi piacerebbe leggere, sul tema, poesie vostre o che piacciono a voi... FILASTROCCA DELLA BEFANA Gianni Rodari Viene viene la Befana da una terra assai lontana, così lontana che non c’è… la Befana, sai chi è? La Befana viene viene, se stai zitto la senti bene: se stai zitto ti addormenti, la Befana più non senti. La Befana, poveretta, si confonde per la fretta: invece del treno che avevo ordinato un po’ di carbone mi ha lasciato. I MAGI Angiolo Silvio Novaro La carovana non è lontana dei Magi d'Oriente. Scalpitìo di cavalli si sente, suoni di pifferi, confuse aria di cornamuse. I re portano tesori su cavalli bardati d'argento, e i pastori a passo lento ingenui cuori LA STELLA Edmond Rostand Persero un giorno la stella. Com'è possibile perdere la stella? Per averla fissata troppo a lungo… I due re bianchi, ch’erano due sapienti di Caldea, col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi. Si misero a far calcoli, si grattarono il mento… Ma la stella era scomparsa come sscompare un’idea, e quegli uomini, l'anima dei quali aveva sete di essere guidata, piansero drizzando le tende di cotone. Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri, disse a se stesso: “Pensiamo alla sete che non è la nostra. Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali”. E mentre reggeva il suo secchio, nello spicchio di cielo in cui si abbeveravano i cammelli egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
LA BEFANA Guido Gozzano
Discesi dal lettino son là presso il camino, grandi occhi estasiati, i bimbi affaccendati a metter la scarpetta che invita la Vecchietta a portar chicche e doni per tutti i bimbi buoni. Ognun, chiudendo gli occhi, sogna dolci e balocchi; e Dori, il più piccino, accosta il suo visino alla grande vetrata, per veder la sfilata dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo. Quelli passano intanto nel lor gemmato manto, e li guida una stella nel cielo, la più bella. Che visione incantata nella notte stellata! E la vedono i bimbi, come vedono i nimbi degli angeli festanti ne' lor candidi ammanti. Bambini! Gioia e vita son la vision sentita nel loro piccolo cuore ignaro del dolore. LA BEFANA Giovanni Pascoli Viene viene la Befana vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare, ad ascoltare or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano. Che c’è dentro questa villa? Uno stropiccìo leggero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla. Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda...tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni. guarda e guarda...ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini. Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale; il lumino brilla e sale, e ne palpitan le tende. Chi mai sale? Chi mai scende? Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso. Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana, passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra. E che c’è nel casolare? Un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare. Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda... tre strapunti con tre bimbi a nanna, buoni. Tra la cenere e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti... E la mamma veglia e fila sospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in fila... Veglia e piange, piange e fila. La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange e c’è chi ride; essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sul bianco monte.
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