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General: Noi delinquenti politici...
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De: Luna162 (Mensaje original) |
Enviado: 25/11/2010 11:46 |
giovedì 25 novembre 2010, 08:00
Se chi vota centrodestra è trattato da criminale
Cari lettori del Giornale, vi hanno iscritti nel registro degli immorali. Siamo iscritti noi che scriviamo e voi che leggete questo giornale e i milioni di italiani che votano centrodestra per convinzione, per paragone o per disperazione e preferiscono Berlusconi al nulla. La nostra non è un’opinione come le altre, una scelta libera e motivata, ma sarebbe un atto spregevole di servitù e di complicità con l’immoralità e la criminalità.
Se a dirlo non sono solo i politici del fronte avverso ma la cultura, e si scomodano Socrate e Kant come testimoni, vuol dire che qualcosa di malato e allucinato serpeggia nelle menti oscurate dall’odio. Chi vota per il centrodestra viene accusato, in un editoriale di Barbara Spinelli su La Repubblica, di essere «un palo di politici infettati dalla mafia»; un palo, capite, i milioni di italiani che votano il Pdl stanno lì a far la guardia alle imprese criminali perché non arrivi la polizia o La Repubblica... Ma il peggio viene dai piani alti della cultura. C’è un libro uscito in questi giorni, di una stimata ordinaria di filosofia, Roberta De Monticelli, La questione morale, che già in copertina si presenta così: c’è «una sorprendente maggioranza d’italiani» che «approva e nutre la corruzione a tutti i livelli, lo scambio di favori, lo sfruttamento di risorse pubbliche a vantaggio di interessi privati, la diffusa mafiosità». Il testo scomoda grandi tradizioni di pensiero per denunciare che oggi sono arrivati i barbari al potere e godono del sostegno di una barbarica maggioranza. Si accenna pure al giornale che sarebbe stato «prostituito a lungo da tal Renato Farina» per conto dei servizi segreti italiani (nessun accenno a chi ha «prostituito» i propri giornali a servizi segreti stranieri, magari sovietici, e non furono pochi). E, dopo aver ridotto a criminalità il governo e i suoi elettori, la filosofa lamenta «la violenza del dibattito pubblico». Alla faccia, dopo che hai chiamato criminale il tuo avversario politico e complice chi lo vota, vuoi sperare in un dibattito mite e ragionevole? Lasciamo stare l’invettiva e lo sconcerto, restiamo alla ragione. Proviamo a muovere delle osservazioni.
Primo, il potere politico ed economico italiano è accusato di essere in combutta con la mafia dalla nascita della Repubblica, anzi prima. Perfino lo sbarco degli americani in Sicilia avvenne in combutta con la mafia. Do you remember Lucky Luciano? Per decenni il potere democristiano e dei suoi alleati è stato accusato di trescare con la mafia, il processo Andreotti ne fu l’apoteosi. Nel caso di Berlusconi, invece, l’accusa del tribunale non è quella di essere sceso in politica trescando con la mafia, ma di aver dovuto pagare qualche tangente alla mafia quando era imprenditore. Deprecabile e censurabile cosa, se fosse confermata. Ma non riguarda la politica, fino a prova contraria, e riguarda tanta grande imprenditoria del Nord che ha dovuto cimentarsi con alcuni territori e alcuni ambiti. Se si indagasse sui grandi gruppi imprenditoriali... Insomma, era prassi accontentare poteri locali, pagando mazzette a politici e affaristi mediatori, anche mafiosi, ma «senza distintivo». Questa era la Prima Repubblica, e questo rischia di essere pure la Terza perché non dimentichiamo che sull’alleato siculo dei moralisti finiani e della sinistra, Lombardo, pende un’accusa del genere; non di aver dovuto pagare dazio alla mafia, ma di associazione mafiosa. Dicevo, Prima Repubblica. Già, la De Monticelli cita l’Italia di alcuni secoli fa, ma dimentica l’Italia di alcuni anni fa. Quando parla di favori, clientele, raccomandazioni, mafiosità e corruzione, non ricorda che questa era esattamente la Prima Repubblica. Ha mai sentito parlare di galoppini, di voto clientelare di scambio, di tangenti e di appalti truccati? Beh, era la vita ordinaria di quell’Italia. Perché l’immoralità sarebbe arrivata adesso? Quel metodo di potere ha un nome preciso e infame, partitocrazia.
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De: Liberty |
Enviado: 25/11/2010 12:28 |
Solo per il fatto che scrive per il Giornale, mi sono fermata dopo le 3 prime righe dell'articolo...anche la mia è una scelta libera e motivata. |
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De: Luna162 |
Enviado: 25/11/2010 13:26 |
...bisogna leggere tutto soprattutto la concorrenza...e quest'articolo mi pare politically correct...
l'unica cosa da rimproverare a Veneziani è sullo sbarco degli americani in Sicilia...mi sembra inesatto....anche se gli inglesi con la mafia sicula e americana nn hanno nulla a che vedere...se nn in questo caso e forse...di riflesso... |
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Veneziani non è un'esclusiva de Il Giornale, o Liberty, e non è Il Giornale. Mi sembra fazioso e riduttivo non leggerlo per il motivo che hai indicato.
O Luna, che gli americani si siano avvalsi 'anche' della mafia per mettere piede in Sicilia lo sanno anche i sassi. E penso che non potessero non saperlo anche gli Inglesi. |
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De: Luna162 |
Enviado: 25/11/2010 20:36 |
..si volevo dire che come al solito si generalizza senza menzionare gli inglesi anche se in questo caso nn mi pare edificante farlo per saperli coinvolti con la mafia sicula e americana... |
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In effetti hai ragione: si dovrebbe parlare di trupppe anglo-americane.
Però, per completezza, allora si dovrebbe scrivere: 'truppe americo-anglo-marocchin-indian-eccetera'; però mi sembrerebbe eccessivo. |
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De: botia |
Enviado: 27/11/2010 05:42 |
repubblica???
io direi Italia
anche garibaldi partì da lì |
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De: Liberty |
Enviado: 27/11/2010 07:57 |
Veneziani non è un'esclusiva de Il Giornale, o Liberty, e non è Il Giornale. Mi sembra fazioso e riduttivo non leggerlo per il motivo che hai indicato.
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...invece si! Legatissimo a Mondadori da anni (guarda caso) e con Il Giornale, Veneziani è attualmente l'editorialista (guarda caso)...
Se ti sembra "fazioso e riduttivo" non leggere un qualcosa che non interessa...allora cambia cultura... |
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Cosa dirti? Io leggo tutto, anche a momenti le offerte speciali della settimana di Lidl o di chi per loro... E, del resto, non puoi pretendere che Veneziani scriva per Repubblica, no? | |
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si può benissimo non leggerlo quando scrive su Il Giornale, si può anche ignorare che esista, ma mi sembra davvero strano giudicare un autore in base al nome del suo editore
anche Saviano è pubblicato da Mondadori
e d'altra parte, in questa logica, chi non è di sx non dovrebbe leggere nessun autore pubblicato da Feltrinelli
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guarda caso, liberty rappresenta la conferma di ciò che scrive Veneziani nel suo articolo che luna ha copincollato qui
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Chi è over 50 dovrebbe ricordarsi del "Corriere" di Piero Ottone, noto velista genovese con l'hobby del giornalismo.
Nella prima metà degli anni '70, cioè prima della svolta piduista di Di Bella e Tassan Din, il Corriere della Sera diretto da Piero Ottone riusciva a dare ospitalità alle voci più disparate, dai conservatori come Montanelli (che poi uscì nel '74 per fondare il Giornale) ai comunisti, ai socialisti, ai radicali, ad intellettuali come Pier Paolo Pasolini che proprio in quegli anni pubblicò sul Corriere i suoi scritti "socio-politici" (in senso molto lato) più importanti e più profetici.
Gli unici esclusi erano quanti facevano riferimento all'MSI di Almirante: la ghettizzazione dei fasci all'epoca era assoluta.
Ecco, se oggi esistesse ancora un quotidiano così credo che Marcello Veneziani potrebbe pubblicarvi i suoi articoli.
Peccato che un giornale come il Corriere di Ottone in Italia non si sia più visto.
Forse perchè da noi una stampa veramente libera di camminare sulle sue gambe (ovvero aziende editoriali capaci di autofinanziarsi con le vendite, cioè con il consenso dei lettori e basta) non può esistere. E se per sopravvivere devi farti finanziare da qualcuno, attaccherai sempre l'asino dove vuole il padrone, poco ma sicuro. |
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essì, ai tempi di Pero Ottone il Corriere viveva ancora solo di copie vendute, la pubblicità c'era, ma era una percentuale sopportabilissima, come quella di Carosello in Rai
però le copie vendute si ridussero con l'aumento di quelle vendute da La Repubblica, era un nuovo modo di fare editoria che stava trionfando
d'altra parte Giulia Crespi fece di tutto per affossare il Corriere, era dispotica e arrogante, il trattamento che riservò a Dino Buzzati, relegandolo in un ufficetto con una scrivania simile a quella di un usciere ministeriale, ma isolata da tutto quanto avveniva in redazione, indignò Indro Montanelli, che se ne andò sbattendo la porta in faccia alla dispotica "padrona"
da allora fu un susseguirsi di direttori con autonomia molto ridotta, e non andò certo meglio quando al Corriere cambiò l'editore, cioè quando divenne del gruppo Rcs
meno copie e più pubblicità che articoli
risultato ?
le "penne" mediocri trovarono spazio e le migliori passarono alla concorrenza, oppure seguirono l'esempio di Montanelli, correndo in prima persona il rischio di fondare nuovi quotidiani
Marcello Veneziani scelse di scrivere per chiunque glielo chiedesse, non è il solo, tanti autorevoli giornalisti lo hanno fatto e continuano a farlo, oggi conta molto meno la testata di un giornale, che la firma di chi vi scrive
però...ripensandoci, forse è sempre stato così, in fin dei conti si leggeva il Corriere perchè lì trovavamo le firme migliori, la bravura dell'editore era quella di sapere scegliere il direttore capace di accaparrarsele e di amalgamarle in un gioco di squadra vicente
uffa, mi sono imbarcata nell'ennesimo pippone
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Claretta, tu hai scritto il pippone, ma io ti ho istigato... vuol dire che finiremo nello stesso girone infernale! |
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Claretta, tu hai scritto il pippone, ma io ti ho istigato... vuol dire che finiremo nello stesso girone infernale! | ...Tra i Poeti? Cazzi vostra... |
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