Che dire, sarà il freddo di 'sti giorni... L'altra sera avevo giusto in frigo un paio di chilozzi di polpa di asino, mi son fatta uno stracotto. La ricetta è semplice anche se bisogna cominciare a spignattare dopo pranzo.
Con tutto il parlare che si fa di politica o fatti di cronaca - che poi altro non è che parlar di calcio ma dandosi un tono - ci so dimentica di parlar d'amore e di cibo, le uniche cose serie della vita.
Gli ingredienti, se no perdo il filo.
Due chilozzi d'asino
un chilozzo o poco meno di cipolle
quattro carote grosse
tre gambe di sedano
una patata gigante o due piccole
un paio di bicchieri di vino rosso
un barattolone di pelati o un barattolino di concentrato di pomodoro
quattro spicchi d'aglio
Insomma, questo avevo in casa.
E' che ho parlato con un amico con cui sto, solo professionalmente, litigando. Siamo controparti da anni, oramai ci diamo del tu e quando ci troviamo per lavoro parliamo solitamente della nostra vita, il business è relagato a pochi minuti e l'accordo lo si trova sempre. E gli hanno scoperto un brutto male, per cui, essendo il suo peggiore del mio, mi è toccato ascoltare e non raccontare, ma almeno si capisce il mondo, invece di illudersi di spiegarlo.
Si sbattono le cipolle tagliate fini quasi tutte nella pentolaccia, ma un po' le lascio per il brodo, e che, faccio pure il brodo che poi ci affogo i passatelli. Stessa cosa per le carote, il sedano, l'aglio lo lascio tutto sullo stracotto, la patata gigante, a pezzettoni, tutta per il brodo. Lascio andare per una mezz'ora, anche di più, lo stracotto senza stracotto, nella pentolaccia del brodo intanto metto acqua fredda e lascio lì. Poi le verdure si appassiscono, aggiungo il vino e lascio andare altri venti minuti, se si attacca un po' d'acqua. Non uso più i grassi, son già nella carne, ma chi può un mezzo bichierozzo d'olio o una nocciolona di burro ce la metta. Così come ci sta un cucchiaino colmo di paprika dolce, o mezzo di pepe, ma son scelte difficili...
Insomma, el me amis per il suo male perde in un sol colpo l'amore e il cibo. Ovvio che 'sti discorsi son seri solo per chi un piatto da mettere in tavola ce l'ha, sì come ha una tavola e una stanza in cui metterla, ma è la vita, quella vera, di noi occidentali. Insomma, per scegliere tra il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, uno almeno un bicchiere deve avercelo.
A verdure ben appassite ci appoggio la carne, pezzo intero, nella pentola. Noi donne ce l'appoggiamo anche mica solo lì. Bisogna vedere quello che si ha in casa, come sempre. Via col pomodoro. Ah, un paio di fettazze di asino nell'acqua, ancora fredda, del brodo, che vado ad accendere, fuoco medio finché non bolle, poi basso. Ricopro la carne della stracotto con acqua bollente e lascio sobbollire per quattro ore. Il brodo lo stesso.
Quando non si sta bene, della politica frega un cazzo a nessuno. Ed è questo il vero limite del senso civico. Ci sono momenti in cui l'individualismo, giustamente, domina la nostra vita.
Dopo quattro ore il brodo è fatto, lo si aggiusta di sale durante la cottura, occhio perché è un operazione senza ritorno. Nello stracotto sale non ce ne metto.
Nel brodo ci ho fatto cuocere i passatelli, un impasto di due uova, meno di un etto di pan grattato, meno ancora di parmigiano gratuggiato, noce moscata, sale ma meglio di no, il tutto fatto passare nel ferro per passatelli, ma mica ce lo avevo, oppure nello schiacciapatate, mica avevo pure quello, allora ho usato la schiumarola, ci ho schiacciato l'impasto e ne escono dei vermicelli, ma che ve lo dico a fare, lo sapete già. Tre minuti di cottura e dieci a fuoco spento, ché l'uovo deve cuocere.
Lo stracotto va a fette con il suo sugo, aggiustato di sale e pepe secondo i gusti.
Il brodo di carne e verdure è emblematico. Le verdure avanzate le fai saltare e sono meglio del piatto forte che preparavi, il pezzettone di carnaccia, di solito lo scarto, a fettine, una volta freddo, è strabuono.
Stiamo parlando di un pomeriggio che si dissolve in una cena. Il resto sono avanzi. Che danno sapore alla vita.