Tutto, tranne la cosiddetta pioggia gelata!
Ne abbiamo visto qualcosa in TV, a Mosca, giorni fa.
A ma capitò due volte: la prima, a Monaco di Baviera. Sentivo uno scrosciare e m'affaciai alla finestra. In effetti pioveva, e anche perbene. Mi chiesi come fosse possibile, dato che faceva un freddo che a respirare doleva il naso. E invece è possibile eccome, se a quella quota si forma pioggia per via di una temperatura non sufficientemente bassa o se, aggiungo, la neve incontra strada facendo una corrente calda che la scioglie.
Il bello avviene a terra: vado per prendere l'auto; era cosparsa di chiazze gelate. Ma quella volta fu relativamente facile: andavo verso il confine austriaco e prese a nevicare.
Diversamente la seconda volta, fra Trieste e Lubiana. Avevo mangiato una pizza nel patrio suol, verso mezzanotte imbocco l'autostrada. Il tempo di percorrenza in condizioni normali è di una quarantina di minuti ma anche meno. Impiegai tre ore dicansi tre, perché questa pioggia appena toccava qualcosa si trasformava in granitico ghiaccio; i tergicristalli erano diventati due specie di siluri e tutto facevano tranne tergere. Insomma, ogni duecento metri a dir tanto mi toccava fermarmi e raschiare il parabrezza. Il giorno dopo l'auto era glassata, da prendere letteralmente a calci per incrinare quel monoblocco che vi si era formato tutto intorno e riuscire ad aprire lo sportello.
Se fa una nevicata come si deve faccio un pupazzo a forma di Sommo Vate(r), lo fotografo e lo mando alla Biennale.