Mi capita di vincere la non voglia di farlo, e prendere in mano qualcosa dagli archivi segreti della povera Recia, nel suo armadio, sul solaio.
“Stava seduta sul porticato; le varie aggiustature avevano dato una forma diversa alla sedia, che vincendo le ogni legge della fisica riusciva ancora a stare assieme; il sedile era fatto di vecchi copertoni di bicicletta intrecciati.
La brezza di fine maggio portava fastidiosi fiocchi di pioppo; mi divertivo a cercare di afferrarli al volo integri, invano però.
Lei sfilò dalla tasca del grembiule la scatoletta ovale di madreperla, mise il dito nell’anello del coperchio e lo alzò.
Piegò dolcemente il piccolo recipiente sul dorso della mano e ne versò un poco del contenuto; avvicinò la mano al naso ed inspirò, facendo sparire il tabacco da fiuto.
Si sfregò le nari con la manica, ed apri delicatamente il pacchetto che teneva in grembo.
Silenziosa, ferma, quasi trasportata. So che leggeva, ma non vedevo muoversi le labbra.
Continuavo nel mio gioco, l’istinto mi diceva che mi avrebbe lasciato fare.
Richiuse la lettera e la rimise dolcemente assieme ad altre, legandole con cura con uno spago.
Vidi una piccola riga che brillava sulle sue guance, ma la cosa non faceva parte della mia realtà.”
Ho tolto lo spago con delicatezza; aveva lasciato il suo segno quasi di ruggine sul foglio di quaderno che racchiudeva vecchie cartoline postale d’anteguerra.
C’erano delle parole, tracciate in inchiostro e pennino, a tratto nitido ed uniforme: ‘Lettere scritte di sua mano dalla mia povera figlia Elisabetta’.
In mezzo una chiazza sbiadita che sfumava il tratto delle lettere.
Una chiazza dalla forma rotonda, leggermente increspata sul bordo.
Il presente, la realtà: un solo involucro che si vuol chiamare tempo, entità che non esiste.
Solo un involucro pieno di nulla.
Esco: c’è un cortile soleggiato. Un raggio incontra una piccola perla che segna un solco d’argento sul suo cammino.
C’è odore di tabacco macinato da fiuto.
Afferro al volo un fiocco di lanuggine di pioppo dispettoso, che scompare nella mia mano.