ieri, mattina, dopo l'obbligata, toccante, commovente passeggiata sur Gianicolo, dopo aver, per la millesima volta, scambiato due chiacchiere col Torquato Tasso sotto la sua quercia, dopo aver, ugualmente scambiato due chiacchiere con Anita Garibaldi, e accarezzato il pupo che tiene in braccio, dopo aver salutato, uno per uno, tutti i giovani caduti per la nostra libertà e per la nostra unità, dopo aver salutato lui, er sor Giuseppe, l'eroe dei due mondi, dopo aver ascoltato la sequela de fischi rivolti all'imputato berlusca, io e la mia dolce metà, abbiamo deciso che in una giornata del genere, era d'obbligo un pranzetto in una delle tante "bettole", ner core de Trastevere. E così è ita. Salutato Cencio er trattore, salutata Luigia la moje, salutato tutti li presenti, se semo accomodati e lei: Cencio, io prendo una fetta di rollè di vitello al forno con patate e due carciofi a la giudia. Io, d’acchitto ho pensato a li gnocchi, er giovedì non sgaro mai, ma, cacchio! sur menù, in bella mostra, spiccava la coda a la vaccinara e la trippa ar sugo! Ho optato pe le trippa e vicino ciò voluto li facioli bianchi (cannellini) con spicchi de cipollotto sposato con trance de sedano. Facioli, cipollotto e sedano, un trio da sogno! acqua minerale e gotto d'oro de Frascati. Tra na forchettata e l’altra, in piedi, cor bicchiere arzato, uno, due, tre brindisi all’unità d’Italia, una, due, tre na pernacchie a li miseri leghisti, pagato er conto, salutato Cencio, salutato Luigia, salutato tutti, semo usciti. Nel tratto fino al bar di Porta Settimiana, m’è venuto in mente: Lucio Licinio Lucullo. So queste le dorcezze de la vita. |