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General: COMUNQUE ANCHE PER QUEST ANNO...
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De: ORANGE1 (Mensaje original) |
Enviado: 15/03/2011 16:43 |
... sono ritornate!
Ma fino a quando? |
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De: Tebro |
Enviado: 16/03/2011 09:01 |
Orange, sei ingiusto.
ieri sera come ogni martedì, ero all'incontro di poeti e poesia quando, prima di me, è stato il turno di una carissima e molto raffinata amica. Si è alzata, si è portata, con le mani vuote, sul palchetto e
questo che ora dirò, ha detto.
Stasera non ho poesie da declamare, ma vi racconterò un episodio di cui ancora, io non credente, ne sono meravigliata. Prima di uscire di casa per venire qui, mi sono affacciata sul balconcino, e di fronte a me, a una manciata di metri di distanza, ho visto due tortorelle. D'istinto, ma con la paura
che qualcuno mi prendesse per matta, guardandole ho emesso, storpiando la voce, un: gru-gru-gru-gru.
bé, vi prego di credermi, una delle due tortorelle ha spiccato il volo e si è fermata sulla balaustra a pochi centimetri da me. Ero letteralmente allibita. La tortorella, dopo poco, una battuta d'ale e è ritornata da dove era venuta. Ero commossa, mi sono ripresa e ho ripetuto il richiamo. Lei, incredibile, è tornata. Più di attimo io e lei insieme
e poi, le due tortorelle, sono sparite per sempre.
Scendendo dal palchetto ha aggiunto: vi prego di credermi.
Difficilmente, oltre ad applaudire, stringo la mano e mi abbraccio il poeta. ieri sera ho anche applaudito in piedi.
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e ci credo che hai applaudito
per la prima volta quella squinternata della tua amica è riuscita ad attirare un paio di uccelli ! ![](/images/emoticons/risa.gif)
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per la prima volta quella squinternata della tua amica è riuscita ad attirare un paio di uccelli !
Uahahahahahahahh... chapeau. M'arivòrto e mme contorco uhauhahuahuhauha.
Zi' Te', ti devi rialzare in piedi a 'sta battuta del Phaber. |
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De: ORANGE1 |
Enviado: 16/03/2011 09:43 |
Bisogna nascerci, ed acquisire quello che i sensi possono fare nell’attimo del vagito di rabbia che ti sputa nella vita.
Devi viverla con l’intensità di tutti i sensi.
Sentire coi piedi la terra fredda, tiepida, secca , umida, il massaggio dell’erba ebbra di rugiada.
Il fastidio delle spine sulla pelle, la carezza delle foglie, il profumo delle stagioni.
Odori, suoni, colori.
Per quanto tempo hai comminato a piedi nudi, quanta pioggia ti è scivolata sulla pelle, quanti concerti di neve hai sentito, quali disegni di calabrosa hai ammirato, quanti silenzi di nebbia ti hanno stordito, quanto sudore ha ricamato scie di polvere bagnata sul tuo corpo.
Hai gustato il cibo senza mangiare, e l’aroma dell’acqua senza bere.
Poi ti accorgi senza presunzione che la natura non è parte di te, ma te parte di lei.
Come un ramo, pur se possente, è sempre parte di un albero, e senza quello risecchisce e marcisce.
E quando l’albero è malato altro non resta che la tristezza del futuro che ti aspetta.
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De: Tebro |
Enviado: 16/03/2011 15:59 |
tralasciando quel che dice il povero fabbricetto, (davvero puerile anche l'applauso che ha riscosso) caro Orange, lascia che ti dica che, hai risposto a picche a una mia bussata a coppe. Orange dimmi che non sei tu l'autore! e tu di rimando:
Tebro, spiegare la natura a chi ama la città è come spiegare i colori a chi è nato cieco!
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vabbè, sarà per un altra volta.
ora sul mensaje 14, che ho letto e riletto e in verità ci ho capito poco (colpa mia)
vengo e ti spiego.
a me, la terra, con tutto quello che concerne, mi scuce un baffo! e sai perché? perché so, e lo so di certo, la terra non mi ama! la terra non ti ama! la terra, non ama l'uomo! Odori, suoni, colori, e tutto il resto, non sono per l'uomo! l'uomo, qualche uomo, s'illude, ma non sono per lui! La terra odia l'uomo! E no, il contadino inconsapevole, ma l'uomo acculturato lo sa, conosce la sua infamia e di contro, l'agguinzaglia! l'imbavaglia, gli mette la musaruola, la tiene a catena e gli ruba i frutti, che altrimenti la terra li farebbe marcire.
tu dici:
Per quanto tempo hai comminato a piedi nudi, quanta pioggia ti è scivolata sulla pelle, quanti concerti di neve hai sentito, quali disegni di calabrosa hai ammirato, quanti silenzi di nebbia ti hanno stordito, quanto sudore ha ricamato scie di polvere bagnata sul tuo corpo.
Io ti rispondo che quando mi è capitato, e come a tutti, mi è capitato, se non corro subito a casa ad asciugarmi e a riscaldarmi, l'infame "natura", mi avrebbe fatto la pelle!!!
Invece sai dove io mi inebrio, mi entusiasmo, rimango estasiato e mi commuovo?
Quando sono davanti a un opera d'arte creata dall'uomo. Perché so che un mio fratello, l'ha creata per se, per te, per tutti e quindi anche per me!
La campagna non mi frega! Attraversandola avverto tutta la sua ostilità anche quando si presenta camuffata con: odori, suoni, colori. Mentre, se entro, per esempio, solo per fare un esempio, nel Foro Romano, e mi siedo sui lastroni dell'antica Curia, o lì a un passo, immagino di vedere la pira che bruciò il corpo di Cesare, o ammirare Vesta e le sue vestali, etc etc, me s'arza er pelo dall'emozione.
Anche un tramonto, come un alba, come un cielo carco di nembi mi emoziona! Ci mancherebbe altro. Ma so che il tutto quand'anche stupendo non è dedicato a me.
E' dedicato a lei stessa, alla natura, la stessa che odia l'uomo!
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De: ORANGE1 |
Enviado: 18/03/2011 08:37 |
Tebro: la natura è la più grande opera d'arte che esiste!!
E sensa la natura, o ti abitui a mangiare i monumenti o ti posso garantire con matematica certezza che ci lasci la buccia!! |
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Ho riletto due volte di seguito il post di ORANGE (n°14), bellissimo...riesco a sentire la meraviglia della natura con tutti i sensi, dall'odore dell'erba bagnata alla terra sotto i piedi nudi...
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De: Tebro |
Enviado: 18/03/2011 09:16 |
Orange, credevo che volevi chiuderla e quindi mi ero detto: vabbè. Invece vedo che intigni
( mi fa piacere)
Però, dài, tu confondi le carte in tavola.
Io ti dico che la natura non ama l'uomo! Tu non mi rispondi! La natura ama solo se stessa! Considera l'uomo un intruso! Le infami calamità... a mo di inumana vendetta, stanno lì a dimostrarlo! Quindi, per non soccombere, fin dove si può, la natura va tenuta a catena! a giunzaio cor giogo come li tori! altrimenti per l'uomo non c'è scampo! Ma l'arte dell'uomo è superiore! e riesce, almeno in parte, a tarpaje le ali! Si, la natura non ama l'uomo! La natura ama solo se stessa!
E non mi chiedere, (buttandola sur poetico) se ho mai assaporato la pioggia che mi è scivolata addosso! Ehi, è amara! è schifosa! è velenosa! mi si gela addosso! e se non corro ad asciugarmi e riscaldarmi, la natura mi manda, dritto dritto all'inferno.
Anche il discorso dei suoi frutti non vale. Perché di certo, se fosse per lei non ti offrirebbe niente!
Ci sono volute miliardi di anni e millanta manipolazioni per strappargli due foglie di commestibile insalata! Mentre lei, la natura, non tenuta a guinzaglio, abbindola bocconotti e sprovveduti, con meravigliosi funghi! avvelenati!
amen.
Mi alzo in piedi davanti a un tramonto, ma so per certo che
non è dedicato a me. a me è dedicato lo stunami o bene che mi va un terremoto. |
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sei un sacco leopardiano, poeta..chi l'avrebbe detto? |
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la contrapposizione umanità - natura è del tutto sbagliata, con buona pace di Giacomo Leopardi (anche se, devo dire, con lui la natura non era stata benigna)
l'unica speranza di sopravvivenza per l'umanità è di riconoscersi parte integrante della natura, di scoprirne le regole immutabili, di esistere in conformità di esse, senza aggredirla, senza violentarla, pena soccombere
l'uomo contrapposto alla natura, il presunto eroe che la sfida nella vana speranza si sconfiggerla, è il prodotto romantico di un antropocentrismo del tutto fallace, così come si è rivelata fallace la concezione tolemaica dell'universo
sono d'accordo con Tebro quando si dice consapevole che lo spettacolo del tramonto non è dedicato all'umanità: ma la cosa non deve immalinconirci più di tanto, se consideriamo che noi, su scala universale, siamo un trascurabile accidente della scala evolutiva
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Qualcosa avranno pur mangiato, i nostri antenati, quando ancora non s'erano sviluppate agricoltura e allevamento.
La Natura non è né maligna né benigna; dice bene il Phaber, non dobbiamo considerarla qualcosa al nostro servizio, chissà, qualcosa creata per noi e per noi soltanto. Ostrega, allora non ci sarebbero le zanzare e gli scarafaggi. Né i virus e i batteri patogeni. E neanche terremoti e tsunami.
Forse, tutto sommato, il gusto per la campagna lo prova maggiormente chi ci è cresciuto (e la ama, altrimenti se ne fuggirebbe); idem per la montagna e per il mare. E anche chi vive in città, stufo di strombazzate e di aria pesante. Poi ci sono le mezze misure: i cittadini che a fine settimana sentono l'esigenza di evadere, ben sapendo però che poi torneranno alle 'comodità'. Insomma, c'è tutta una scala di approccio, sto declamando l'ovvio.
Personalmente sto bene dovunque, con preferenza per i posti di mare, tranne in città. Ma bisogna anche mettersi nei panni di chi appena fuori dal proprio quartiere si sente pesce fuor d'acqua e un po' sorriderci sopra, un po' compatirlo. Credo che giochi un ruolo un'insicurezza di fondo, un inconscio identificare le strade e i palazzi noti con una specie di figura materna, una chioccia che ci protegge. Questo vale anche per chi non saprebbe lasciare il proprio paesello, intendiamoci. E non è neanche del tutto negativo: perché non si dovrebbero amare i propri luoghi natii e non sentirsi maggiormente a proprio agio tra i paesaggi noti? E' preoccupante quando questo sfora il patologico, quando il giusto amore per il proprio ambiente viene usato come una specie di biglietto da visita: siccome abito lì io sono un essere superiore e tutti gli altri merda. Ed è ridicolo quando l'incapacità di arrangiarsi altrove la si cerca di contrabbandare per libera scelta di civiltà. |
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De: Tebro |
Enviado: 18/03/2011 13:04 |
fabbricetto, del tuo essere d'accordo con me, tenuto conto dei precedenti, mi scuce un baffo, anzi, mi infastidisce.
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caro peteruccio, vecchio paraculo de quattro cotte, ogni volta, e sempre di più, metti in atto la politica di un colpo al cerchio e uno alla botte. L'ultimo post
ne è un lampante esempio. Ti invidio.
Se Orange lo legge con attenzione tra una virgola e un punto, di certo ne capta i calci in culo che elegantemente gli hai elargito. Ovviamente in via amichevole.
E anche chi vive in città, stufo di strombazzate e di aria pesante.
Ma, aricaro peteruccio, le strombazzate e l'aria pesante è dovuta, non certo ai cittadini nati e cresciuti lì, ma lo si deve a chi, fuggendo dalla beneamata campagna di Orange, viene in città a rompe le palle!!!
E perché viene? Viene perchè sa, che la natura lo odia! La natura gli è nemica! Mentre l'arte dell'uomo, (suo fratello)gli è amica e affidabile. |
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...Ah, quindi il traffico nelle città è da imputarsi unicamente a chi viene da fuori. Ogni giorno si impara qualcosa. |
Inoltre, dove siano i calci in culo per Orange me lo dovresti spiegare, mamluk (anche a lui, magari). I calci in culo erano per tutti i provinciali come un tizio che conosco, che fuori dal proprio isolato sono perduti.
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o Thebro, per l'importanza che ti do, di quel che ti imphastidisce
m'importa una segha
chi ti legge si renderà ben conto che come al solito parli senza prima pensare a ciò che dici, inondandoci dei tuoi luoghi comuni da filosofo da osteria, per giunta spacciati al vulgo come distillato di profonde riflessioni |
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Be', ma qui il distillato ci sta. Vecchia Romagna... |
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