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De: Tebro (Mensaje original) |
Enviado: 16/04/2011 08:17 |
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Er fabbro.
Bè, ecco come è ita: lei, la moje, la giovane e bella e disinvolta consorte, lì-per-lì, non inquadra bene la situazione, non ha presente il pericolo che corre, pensa, anzi non pensa, e quindi: aspetta e spera, pazienta e confida, sopporta e rinuncia, comprende e rimanda. Ma, poi, quando ha capito che questo suo comportamento, questa suo pazientare e rinunciare, l’avrebbe portata dritta dritta ad un esaurimento nervoso, a delle inesorabili crisi isteriche, a forti emicranie, ancorchè, a scenne ogni notte da le braccia de Morfeo e fantasticà incontri sessuali appaganti e proibiti, s’è decisa.
Rotti gli ormeggi, messi da parte scrupoli e riguardi, s’è guardata intorno, s’è fatta coraggio, s’è rimediato un aitante e ben dotato stallone, e se l'è entusiasticamente, portato sotto le candite lenzola del candito talamo. Talamo del sessualmente inappetente, e disinteressato marito. Ma cara jé costata. Cara jè costata a lei, e pure all’aitante stallone che, intanto, lontani dal sospettà quale sorte l’aspettava, se scatenavano in insaziabili appaganti e favolosi amplessi.
Ed ogni volta, sotto le lenzuola era un alleluia alla faccia der cornificato marito. Bè, si, purtroppo, jé costata cara ad ambedue, perché er marito, che era si, un più che mediocre montone, un mini dotato che faceva prima a scenne che a montà, ma, era, come ce racconta la storia, un più che geniale fabbro, e quinni, una vorta che je zompò la purce in de l’orecchio, e quann’anche non del tutto certo, escogitò comunque, un geniale e micidiale tranello.
Bè, veramente, il pur bravo e cornuto fabbro, il micidiale tranello l’ha copiato paro paro da un altro geniale, mitico e cornuto fabbro...
Cià man da fabbro aduse a forgià er fero, e un senno aduso a penne sur geniale, pe cui t’accrocca ar talamo nuziale un marchingegno ascoso e all’arzo zero.
Eppoi se inguatta e aspetta affinché er tale, che ormai j’arberga fisso in der penziero, sciojesse li laccioli a sto mistero e dasse ar dubbio, dignità ufficiale.
E aspetta men de quer che s’aspettava, infatti ecco la moje, ed ecco er ganzo, ed ecco a rota, er quanto sospettava.
Sospiri, smanie e gemiti in sur letto, benchè non vo sentì ce n’ha d’avanzo. Sanguina fiele er core dentr’ar petto.
Ma la vendetta, appetto a quer che stanno a gode in st’ingrufata, sarà impietosa, tragica, spietata.
Quanto premeditata.
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L’amanti so corchi e nudi sotte le pezze dell’accogliente talamo, quanno, improvviso e inesorabile scatta er marchingegno fatto de fili di ferro che l’avvinghia e li bracca senza scampo. Er fabbro a quer punto, ottenuta l’inconfutabile prova che davvero porta le corna, non affila l’armi pe fa score er sangue, come li due amanti temevano, ma assapora ben artra vendetta. Esce da casa, va sulla piazza der paese, chiama come testimoni tutti li compaesani, spiega loro er quanto se stava consumanno sul suo letto, e quinni, tempo un ammenne. tutti si ritrovarono di fronte a na scena che è ar contempo strabiliante e commovente. Vedesse di fronte sti fedifraghi completamente nudi, pe li paesani è no spettacolo da far sgranà l’occhi. Non tanto pe esse testimoni oculari d’una copula de contrabbanno, quanto pe vedesse la stupenda lei, co tutto le sue grazie de fora, mentre er montone, girato de sguincio, piagne in silenzio suscitanno ne li presenti, na stranissima compassione. Tant’è, che ferma e improvvisa s’arza na voce: vabbè, vabbè, basta così! Si, basta così! Avemo visto a sufficienza e pure troppo, quinni mettemo in piedi un gran giurì, che giudichi, e che sputi la sentenza. Ma basta così. Lui è sempre girato de sguincio, lei se copre a la mejo. Hanno ascoltato, ma non chiedono quale sarà la loro condanna, e pur de ritornà liberi, so disposti a tutto. E se la condanna sarà tanto esemplare quanto crudele, l’accetteranno senza fiatà. Bè, la condanna emessa dar gran giurì è stata tanto esemplare quanto crudele. Er ganzo viè castrato affinché non abbia più a godé de li favori delle mogli artrui, mentre pe lei, pe la stupenda moglie der fabbro, lo stesso fabbro costruirà e je farà indossà, una cintura de castità in ferro battuto, che nulla e nessuno, riuscirà mai a scavicchià. Bè, che dì, pe l’amante è stata ovviamente, una condanna spietata, crudele e irreversibile. Pe la moglie der fabbro, invece, le moji de li paesani, nutrirono svariati e ben comprensibili dubbi sulla crudeltà, validità e irreversibilità della condanna.
La giuria che a suo tempo, emise la sentenza contro l’esuberante Afrodite e il suo mitico amante: Ares, ha fatto scuola.
Tebro.
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De: Tebro |
Enviado: 16/04/2011 12:25 |
povero peteruccio, te rubbo la scena
(un gioco da bambini) e questo te fa rode er culo!
Te lo fa rode come lo fa rode a tutti l'artri gestori!
Vedi, se li due disegni che hai postato, erano farina der sacco tuo,
già potevi dì: quarche cosa so fa pur'io!
Si, caro peteruccio, te devi rende conto che vali come er due de briscola!
ovvero che vali poco o gnente! insomma, sei
come er due de coppe, quanno regna spada.
Er grave è, che non te ne rendi conto!
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Ma impara a scrivere almeno una frase correttamente, e non solo sul piano grammaticale, il che sarebbe già un grosso passo avanti per te, ma anche nel contenuto. Già i tuoi sonetti fanno kakare; la tua prosa poi è pesante, inutilmente orpellata, fallimentare nei tentativi di ironia, inconcludente, dispersiva quindi noiosa quando non addirittura fastidiosa.
Guarda che mica sei obbligato a scrivere, sai? |
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De: Tebro |
Enviado: 16/04/2011 12:48 |
cojone! accusi ma da sempre, non porti nessuna prova!
Per questo ti dovrebbero, almeno, strappà la penna da le mano!
sottolinea gli errori! cojone! sottoliena i passi che giustificano le tue accuse!
cojone! dov'è il tuo ultimo post, in modo che io mi ci possa sbizzarrire?
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O sei sordo o sei cieco. Fattelo leggere da qualcuno, forse ti aiuterà:
Ma impara a scrivere almeno una frase correttamente, e non solo sul piano grammaticale, il che sarebbe già un grosso passo avanti per te, ma anche nel contenuto. Già i tuoi sonetti fanno kakare; la tua prosa poi è pesante, inutilmente orpellata, fallimentare nei tentativi di ironia, inconcludente, dispersiva quindi noiosa quando non addirittura fastidiosa.
Guarda che mica sei obbligato a scrivere, sai? | Altro non dico perché è tutta fatica sprecata. Ah,no, aggiungo: ricoverati. |
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De: Tebro |
Enviado: 16/04/2011 15:39 |
altro non dici, perché non c'è nulla da dire!
e se ci fosse, se putacasomai ci fosse, non saresti all'altezza di sottolinearla.
questa, è la vera verità, caro peteruccio!
E ricorda, cocco, che se io non sono obbligato a scrivere, tu non sei obbligato a leggere!
E comunque, sappi che, se io non postassi le miei poesie, commetterei un delitto contro l'umanità webbatica e non webbatica.
augh. |
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Guarda, verso certi delitti è concessa l'amnistia d'ufficio.
Ricoverati... |
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