che di musica capisce qualcosa (e presuntuosamente ritengo di potermene arrogare una molecola di merito), proprio ieri sera mi faceva notare un fatto che per quaranta e più anni ho ignorato, beandomi del motivo, senza un occhio al testo.
L'imputato in questo caso è Mal, ex Primitives, che nello scorcio degli anni '60 faceva strage di cuori con la sua indubbia bella presenza e con la sua bella voce.
Questo bell'Inglese cantò diverse cover, cito a braccio: Bacharach (Bambolina), Cat Stevens (Ragazzina senza cuore), e i Bee Gees, noti fin troppo per Saturday night fever ma ahimé meno noti per certi loro primi singoli. il 'Pensiero d'amore' cantato da Mal corrisponde al loro brano 'I've got a message to you'.
Il mio secondogenito, 'sto lazzarone, mi faceva notare l'abisso esistente fra i due testi: nella versione italiana, infatti, lui, lasciato dalla sua lei, le regala un disco che le faccia ricordar - chi scordarla non sa; nella versione originale parla invece un condannato a morte che affida al prete l'ultimo messaggio per la moglie: tutt'altra storia, insomma, tutt'altro impegno.
Il secondogenit-lazzaron mi interrogava sul perché di questa caduta di livello nelle cover italiane (perché di caduta di livello trattasi, su questo penso non vi siano dubbi). Impreparato a una simile domanda ho risposto che all'epoca si era troppo impegnati a valorizzare la nota rima cor-amor e che non c'era quindi spazio per tematiche un attimo più consistenti - Italietta, sì. Facevano già eccezione un De Andrè, ma era una specie di circuito clandestino, poco e niente trasmesso in radio, i suoi dischi passati quasi di nascosto sotto il banco di scuola, e, sempre per esempio, un Tenco, che fece la fine che tutti sappiamo. E ho aggiunto che anche artisti che nella loro lingua madre avevano cantato veri capolavori venivano a volte piegati alle esigenze del mercato discografico italiano da operetta incidendo cover che facevano, detta alla francese, cagare: basti pensare a una versione italiana di Space Oddity cantata dallo stesso Bowie (non auguro a nessuno di ascoltarla) o a 'Il tuo diamante' dei supremi Procol Harum.
Ma tutto questo non va a discapito dei cantanti o dei gruppi d'Oltremanica o d'Oltreoceano: va a discapito nostro, cor, amor, dolor...
The preacher taunted me and he smiled, Said, "Come and walk with me, come and walk one more mile. Now for once in your life you're alone, now you ain't got a dime, there's no time for the phone."
I've just got to get a message to you, oh la, oh la. One more hour and my life will be through, oh la, oh la.
I told him I'm in no hurry, but if I broke her heart, won't you tell her I'm sorry. And for once in my life I'm alone, and I've got to let her know just in time before I go.
I've just go to get a message to you, oh la, oh la. One more hour and my life will be through, oh la, oh la.
Well I laughed but that didn't work, and it's only her love that keeps me wearing this hurt. Now I'm crying but deep down inside, well I did it to him, now it's my turn to die.
I've just got to get a message to you, oh la, oh la. One more hour and my life will be through, oh la, oh la.
Queta sera voglio farti un regalo che ti faccia ricordar chi scordarti non sa. Ho sentito questo disco suonare l'ho comprato per te, perché pensi un poco a me.
Questo disco è il mio pensiero d'amore per te, per te. Ogni volta che lo senti suonare pensa a me, a me.
Accetta questo regalo se il mio amore non vuoi questo almeno vorrai. Un regalo non si butta mai via, quando sola resterai potrà farti compagnia.
Questo disco è il mio pensiero d'amore per te, per te. Anche se non potrà farti tornare con me, con me.
Come passi adesso le tue serate cosa fai, con chi sei sei felice con lui? Ma se un dubbio ti riporta al passato dove sono lo sai, puoi chiamarmi se vuoi.
Questo disco è il mio pensiero d'amore per te, per te. Ogni volta che lo senti suonare pensa a me, a me.
Traduzione per l'Imbecille (gli risparmio la fatica di consultare Google traduttore):
Ilpredicatoremi hainsultatoesorrise, Disse: "Vieniecamminaconme, vieniecamminare per unaltromiglio. Ora,peruna voltanella tuavitaseisolo, oranon haiun soldo,non c'è tempoperiltelefono."
Hoappena avuto modo diottenereun messaggioa voi,ohla,ohla. Un'orapiùe la miavitasaràattraverso,ohla,ohla.
Gli ho detto cheio non hofretta, ma semiha spezzato il cuore,nonle dicimi dispiace. Eper una voltanellamiavitasono solo, ehoavuto modo difarlesapereappena intempoprimadi andare.
Hoappenaandareper ottenereun messaggioperte, ola,ohla. Un'orapiùe la miavitasaràattraverso,ohla,ohla.
Beh,ho riso, machenonha funzionato, ed èsoloil suoamoreche mitieneindossarequestomale. Orastopiangendo, manel profondo, cosìho fattoperlui,oraè il mioturnodi morire.
Hoappena avuto modo diottenereun messaggioa voi,ohla,ohla. Un'orapiùe la miavitasaràattraverso,ohla,ohla.
Ilprete accennò uno scherzo e sorrise, Disse: "Vieniecamminaconme, abbiamo unaltromiglio da percorrere. Oraperuna voltanella tuavitaseisolo, oranon haiun soldo,non c'è tempoperiltelefono".
Io devo solo mandarti un messaggio... Ancora un'orae la miavitasaràfinita.
Gli dissi chenon avevofretta... ma sele ho spezzato il cuorele dirai che le chiedo perdono? Eper una voltanellamiavitasono solo, edevo farglielosapereappena primadi andare.
Io devo solo mandarti un messaggio... Ancora un'orae la miavitasaràfinita.
Beh,ho riso, manonha funzionato, ed èsoloil suoamoreche miconsente di sopportare questo dolore. Orastopiangendo, madentro di me... sì, ho fatto questo a lui [l'ho ucciso, ndt] e adessoè il mioturnodi morire.
Io devo solo mandarti un messaggio... Ancora un'orae la miavitasaràfinita.
mi sono sempre domandato il perchè di questo testo completamente diverso dall'originale: forse perchè, essendo destinata la cover a un mercato che non conosceva la pena di morte, la storia dell'ultimo messaggio del condannato (si pensava che) sarebbe stata poco comprensibile, non attuale... chissà
Credo che ci fosse una sorta di tabù riguardo a certe tematiche; si preferiva il disimpegno, come del resto accenno sopra.
Quanto al menzionato Bowie, poi, mentre Space Oddity parla della tragica assurda fine di un astronauta la versione italiana (da ribrezzo) dice 'Perché mi hai lasciato, non posso stare senza di te' e insomma le solite cazzate...
E 'Ragazzina senza cuore', scadente cover di 'Wild world'? Mah...
O Claretta, chiedo perdono ma in quanto dici c'è un anacronismo.
'Furia cavallo del West' era la sigla del telefilm trasmesso nel 1977; le cover che cito sono della fine degli anni '60.
Sono d'accordo su Sanremo 'conservatore' quanto possibile.
Tu dici che le traduzioni erano edulcorate a uso e consumo dei preadolescenti? Può darsi, ma una cosa della quale sono quasi certo è, per l'appunto, il conservatorismo alla Sanremo: meglio cor e amor che una canzone che in qualche modo faccia pensare, viviamo scanzonati - come cantava Rabagliati: 'Se vuoi goder la vita, vieni con me in campagna...'
Adesso faccio come Tebro, e ripubblico una cosa che avevo scritto tempo fa su quegli anni....
Qui mi sembra appropriata, e soprattutto una ventata di ottimismo in questi tempi cupi, troppo cupi.
L’ estate 65
Ero un pischello coi capelli lunghi alla Beatles, che si avvicinava ai primi turbamenti adolescenziali nell’Italia del miracolo economico. Un Paese preda dell’ottimismo, di pensieri lievi, del buonumore profuso a piene mani dalla commedia all’italiana dei grandi interpreti e registi del cinema di quegli anni.
L’Italia che si specchiava nel faccione sorridente di Gianni Morandi, il ragazzo di Monghidoro che si sbracciava dondolando e cantava belle canzoni d’amore che parlavano di ferragosti infuocati, nottate e addii in riva al mare e fisarmoniche strazianti, e già allora sembrava dirci, come l’amico della porta accanto…”dai, dai che ce la fai…”, diventato nei nostri anni un tormentone televisivo di un comico di successo.
Gli anni dei ragazzi col ciuffo, Little Tony e Bobby Solo. Lui era il mio idolo. Un lampo d' America (ma ancora chi lo conosceva Elvis?) nel Paese di Claudio Villa e Luciano Tajoli, mamme e binari tristi e solitari.
Ricordo ancora le guerre fatte con mia madre per indossare i calzini bianchi come lui (grande trasgressione) e mettere la brillantina Linetti al ciuffo, quando il gel dei galli cedroni di adesso non si sapeva nemmeno cos'era.
Erano gli anni di un Paese che si stava faticosamente tirando su dalla guerra, che lavorava sodo ma che aveva il gusto del sorriso.
L’Italia ci credeva nella rinascita, e la gente si assiepava lungo le strade per vedere e toccare i cantanti e i gruppi del Cantagiro.
Era l’Italia di una televisione “non” deficiente, che proponeva cultura: trasmissioni culturali, teatro, musica sinfonica e lirica, pochi film (molti per ragazzi) e poca rivista, varieta' e musica leggera. La pubblicità occupava solo lo spazio di alcuni minuti, aveva un preciso palinsesto, e soprattutto non era invasiva; anzi le scenette erano dei piccoli capolavori, che solo nel finale chiudevano con il prodotto reclamizzato.
A quei tempi o eri Vespista, o eri Lambrettista o non ti interessavano i motori.
Per poter guidare qualsiasi cosa che non era la bicicletta dovevi avere 16 anni, facevi il patentino e poi potevi tirartela col bel 125.
Peccato non poterne avere una, io preferivo la Lambretta alla Vespa, era più aerodinamica e più sportiva.
Roma (io abitavo in una cittadine sul mare in provincia) in quel periodo era all’avanguardia delle mode, e quell’estate me la ricordo come l’estate del Piper.
Si esibivano illustri sconosciuti come una certa Caterina Caselli da Sassuolo, un gruppetto di scalmanati che si facevano chiamare “Equipe 84” e un gruppo capeggiato da un lungagnone inglese col birignao che si chiamava Shell.
Ma soprattutto il Piper era Nicoletta Strabelli, ragazza veneziana girovaga, in arte Patty Pravo.
Nicoletta era un'assidua frequentatrice del Piper. Scatenatissima nel ballo.
Alberico Crocetta, il fondatore del Piper, la vide, le parlò e nacque Patty Pravo.
La Ragazza del Piper incise subito " Ragazzo triste " e " Bambola ". Furono subito successi strepitosi. Il Piper diventò un punto di riferimento per tutto il popolo del divertimento notturno.
Ma quell’anno fu pure l’anno di un evento storico….la prima tournee dei Rolling Stones in Italia. Ed io, non so come feci a convincere i miei genitori, ci andai. In realtà non sapevo ancora cosa mi stava per accadere, ma lo intuivo. So solo che la notte prima ero agitato come un tacchino Americano nel giorno del Ringraziamento.
Ricorderò per sempre il cappello bianco a larghe falde di Brian Jones, che sarebbe scomparso tragicamente qualche anno dopo.
Son quelle cose la cui importanza realizzi solo dopo tanti anni. Quando il mito fugace diventa leggenda, per intenderci.
Non solo: il 23 Giugno 1965, i Beatles arrivano in Italia in treno per la prima e ultima volta. Prima tappa Milano.
Alla Stazione Centrale ci sono più di tremila persone, ad attenderli.
Il Corriere della Sera li presenta come "i quattro cavalieri dell'urlo, menestrelli miliardari e scaltri. Dureranno una sola estate".
Cavolo che diagnosi. Che giornalista. Che mente.
I primi a salire sul palco sono i New Dada di Maurizio e poi Peppino di Capri.
Nel pomeriggio ci sono diecimila spettatori, la sera ventiseimila.
Per quei tempi, grandi numeri
Nella piccola città di mare dove abitavo, il Piper erano le sere estive passate al bar, tra una partita di flipper e granita di menta, a parlar dei massimi sistemi in discussioni infinite e a volte nonsense.
E poi, di notte, in spiaggia ci si riuniva drasticamente divisi in comitive per suonare fino a tirare l’alba. Io cantavo. Solista gia “inside”.
Uno dei più eseguiti era Bob Dylan, perchè con 4 accordi e chitarre acustiche era fatta, e facevi la tua porca figura.
Il problema erano i testi. I soldi per comprare gli spartiti non c'erano, per cui le parole inglesi erano completamente inventate.
Mentre Dylan cantava "Like a Rolling stone", testo di eccezionale crudezza e durezza....in Italia Don Backy declamava " Se la pioggia mi bagna se il sole mi scalda ... questo è l'Amoreeee."
L’anno dopo, nel 1966, in Italia sarebbe esplosa tutta la musica beat nostrana.
Era ora. Pian piano ci arriviamo anche noi, popolo di navigatori, santi ed eroi.
Per me è facile ricordare perché a molte canzoni associo momenti della mia vita: per esempio, Jimmy Fontana mi ricorda il trenino che andava a Ostia, così lento che a momenti avremmo fatto prima a piedi, stipato la domenica mattina come anche la sera e che si fermava a ogni capitello. E le radioline mandavano la Hit-parade... Però c'era anche Black is Black...
Traduzione per l'Imbecille (gli risparmio la fatica di consultare Google traduttore):
Ilpredicatoremi hainsultatoesorrise, Disse: "Vieniecamminaconme, vieniecamminare per unaltromiglio. Ora,peruna voltanella tuavitaseisolo, oranon haiun soldo,non c'è tempoperiltelefono."
qui se c'è un imbecille, anzi un emerito imbecille, che perde tempo co ste stronzate! ripeto: stronzate! sei tu! non certo io! Ma possibile che non ti renda conto che non solo, il quanto sopra grida vendetta, ma la grida tutto ciò che hai postato lungo sti pipponi!
Posso dirlo? siete gentarella molto attenta a dove vanno le virgole ma tolte le virgole non capite un cazzo!
Per me è facile ricordare perché a molte canzoni associo momenti della mia vita:
ma è una ammissione, che neanche un bambino dell'asilo avrebbe fatto agli altri bambini, visto la banalità dell'assunto. Visto che riguarda tutti, nessuno escluso. Alzi la mano chi non abbina molte canzoni a molti momenti della sua vita!
...Visto? Basta dire 'Imbecille' ed ecco Tebro che spunta, ligio al richiamo, e che ovviamente legge la traduzione riservata per l'appunto all'imbecille.