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General: PRIMI SEGNALI DI TOLLERANZA
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De: ORANGE1 (Mensaje original) |
Enviado: 31/05/2011 09:23 |
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...Mah... C'è che qualcuno, come leggo anche in altri phorum, è convinto che abbia trionfato il Partito dei Lavoratori e che presto i mezzi di produzione verranno collettivizzati e il potere passerà finalmente nelle mani dei Soviet: la Rivoluzione d'Ottobre versione italiana. Dopo elezioni amministrative, poi... ma quale governo si dimetterebbe dopo un simile tipo di consultazioni se in parlamento ancora tiene? Non lo farà il Berluzzo, non lo farebbe neanche Bersani o chi per lui.
Io dico e ripeto che qui c'è stato un voto di protesta contro il Berluzzo; Berluzzo & soci se lo sono meritato, su questo credo ci sia poco da obiettare. Ma il trionfalismo di taluni sembra non tener conto che è l'antiberlusconismo che continua a essere l'unico coagulante delle varie forze - oltre a questo, cosa c'è? Cos'hanno in comune De Magistris, Fassino e Pisapia? Il sarto? Lo stabilimento balneare? Il ristorante dietro Montecitorio? Chi sa, parli... |
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E' chiaro che Berlusconi non se ne andrà per questo voto amministrativo. Se ne andrà solo se gli frana la sua maggioranza sotto i piedi.
Quindi ci sono ben due anni (da ora al 2013) per costruire un'alternativa di sinistra a Berlusconi. Se si vuole costruire una piattaforma politica realistica, se si vuole scrivere un programma politico minimamente attuabile e condivisibile da tutte le componenti che oggi giustamente cantano vittoria (PD, IDV, SEL) il tempo c'è.
Se il fattore unificante sarà soltanto il solito (giustificatissimo, per carità) antiberlusconismo, si ripeterà la tragicomica cazzata del 2006 (con Rifondazione che faceva opposizione nelle piazze al governo Prodi di cui faceva parte). |
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Non amo particolarmente D'Alema, ma va dato a Cesare quel che è di Cesare e a Massimo quel che è di Massimo.
D' Alema dà le dimissioni Il mio compito è finito
18 aprile 2000 — pagina 2 sezione: POLITICA INTERNA
ROMA - "Ho ritenuto giusto, per un atto di sensibilità politica, e non certo per dovere istituzionale...". Alle otto meno un quarto la porta dello studio del Quirinale si apre e appare lo sconfitto. Nè l' elegante grisaglia, nè l' impeccabile camicia celeste del premier rivelano alcun turbamento, nessuna fatica. Ma la faccia sì: più pallida e affilata del solito. Solo l' orgoglio ferito del premier si risveglia subito, dalla prima battuta, con un' occhiata di sfida diretta alla telecamera: sono qui con le dimissioni in tasca che Ciampi ha respinto, ma sappiate che non l' ho fatto perchè dovevo, "non certo per dovere istituzionale", ma perchè "mi sembrava giusto". Si tratta dopotutto di elezioni regionali e non di una sconfitta alle politiche. Ma non è così. Tutti lo sanno e D' Alema per primo: era stato lui, il premier, dall' inizio di febbraio, a decidere di scendere sul terreno proposto da Berlusconi: una sfida politica tra i due leader dei poli. Non solo, ma D' Alema considerava queste elezioni regionali il banco di prova ideale per sgombrare il terreno dalla questione più lacerante per il centrosinistra, quello della leadership. Se le avesse vinte, altro che primarie! Chi avrebbe più potuto mettere in discussione la sua legittima pretesa di guidare la coalizione nel 2001? Le elezioni, invece, sono state una cocente sconfitta, e quindi "ho ritenuto giusto prendere atto che la conclusione del duro confronto politico per le elezioni regionali ha visto il successo di una opposizione che aveva chiesto fin dall' inizio le dimissioni del governo. Pertanto, ritengo giusto portare in Parlamento il confronto politico". Mercoledì il presidente del consiglio andrà al Senato per verificare se ancora c' è una maggioranza e se questa intende davvero far svolgere il referendum del 21 maggio o se invece, approfittando dell' eventuale scioglimento delle Camere, non decida di mandare all' aria il referendum antiproporzionale sulla legge elettorale. Ma - avverte D' Alema - "vorrei subito rendere chiaro che il mio giudizio è che sarebbe un grave errore lo scioglimento delle Camere". Non è detto che si arrivi al voto, perchè dall' andamento del dibattito D' Alema potrebbe trarre la convinzione che è meglio confermare le dimissioni. Del resto il premier sconfitto, ieri avrebbe ripetuto più volte che il suo compito al governo è arrivato alla fine e che comunque non sarà lui il candidato del centrosinistra alle politiche dell' anno prossimo. Ma sciogliere le Camere no. Sarebbe per D' Alema un errore e uno sfregio alla volontà dei cittadini che hanno firmato in massa per la consultazione popolare. "E' stato già fissato un referendum ammesso dalla Corte costituzionale. Questo referendum - dice D' Alema - tocca la legge elettorale. La mia opinione è che sia dovere del Parlamento riformare la legge elettorale e dare al paese un sistema che garantisca di più la stabilità e l' autorevolezza dei governi". Però il fronte favorevole al referendum è già molto esiguo nel centrosinistra e in più ha perso un pezzo importante come il partito di Fini che assieme a tutto il Polo chiede elezioni anticipate, attestarsi sulla linea delle difesa del referendum diventa quasi impossibile. E quindi "dal momento che non voglio farmi scudo di questa esigenza per difendere la posizione del mio governo, rimetterò - annuncia D' Alema - queste considerazioni di fronte al Parlamento perchè in quella sede ognuno si prenda le sue responsabilità delle quali io responsabilmente prenderò atto". La decisione di rassegnare le dimissioni D' Alema l' aveva presa nella notte, dopo il voto, quando poco prima dell' alba le proiezioni ormai consolidate e le prime cifre ufficiali delineavano il quadro di una drammatica sconfitta. Ieri mattina - dopo un giro di telefonate per cercare una linea comune - D' Alema ha convocato i leader della maggioranza a cui ha detto tre cose. La prima, ovviamente, che il centrosinistra aveva perso. La seconda che ammetteva di aver sbagliato previsioni sul risultato e che le dimissioni per la sconfitta "personale" erano pronte. La terza che - di fronte alla volontà pressochè unanime degli alleati di trovare un nuovo candidato- premier per le prossime elezioni - avrebbe risolto la questione facendosi da parte. Nel pomeriggio ha convocato il consiglio dei ministri per annunciare le dimissioni e alle diciannove è salito al Quirinale. La "regata" più difficile "è appena cominciata", per usare le parole del premier che al consiglio dei ministri ha detto di non voler aspettare: "Non mi faccio chiedere le dimissioni dal Polo". D' Alema non vuole rimanere al governo, anche perchè i suoi alleati vogliono che gestisca la fase pre-elettorale. Il suo obiettivo è il referendum elettorale. Polo e Lega vogliono le elezioni subito. Fini è disposto a rinunciare al referendum di cui è uno dei promotori, per andare al voto. Nel centrosinistra solo Ds e democratici sono a favore. Tutti gli altri remano contro.
Dove vedi differenze sostanziali nella situazione di allora e in quella attuale?
Una c'è: Berlusconi aveva tuonato, lui, mica io o te, che questo era un test POLITICO. E che pretendeva una sorta di fiducia personale. E'stato sfiduciato ampiamente dalla gente, e cosa riesce a dire? Che le sconfitte lo rafforzano. Quando uno ha la faccia che vale quanto un culo.Questa è la credibilità che resta a quello che dovrebbe essere il Premier degli italiani. Spero che anche di questo, alle prossime elezioni, la gente che andrà a votare si ricordi.
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E credo (e spero) che gli italiani si ricordino di chi avalla o avallerà questo ignobile giochetto del Pinocchio nazionale, Lega in primis. La prima inchiappetata se la sono presa anche loro, ci sono buone ragioni per dire "ad maiora"... |
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C'è che siamo ancora divisi tra partigiani e repubblichiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii...
Chissà se a dirla così suona più convincente? Gnegnegnè, amo 'mazzato er Berluzzo (e non è vero), tie'! Ecco, fatta l'Italia e anche gli Italiani.
Noi ce la sogniamo una normale alternanza tra, che so, Democratici e Repubblicani o tra Conservatori e Laburisti, sarà il sangue latino che ci frega...
O Phaber, tu sei una persona intelligente: ma non fa ridere anche te questo trionfalismo di una parte del popolo bue? Chi ha vinto? Pisapia è SEL? Embe'? Adesso istituirà i kolchoz nelle campagne intorno a Milano, ammesso che piacciano a qualcuno, sventolatori di rossi gagliardetti compresi? Ma fatemi il piacere...
Posso supporre che un uomo di sinistra sia per scelta, per vocazione o che so io persona più sensibile alle istanze dei ceti meno abbienti; vedremo quali applicazioni pratiche troveranno queste lodevoli disposizioni d'animo, credo che in molti, amici e nemici, stiano a braccia conserte ad aspettare - ovvero, un sindaco più di tanto non credo possa fare, quindi non mi aspetto risultati eclatanti da un giorno all'altro; vedremo, appunto. 'Dellà' dalla Pfanni ho scritto che sarò il primo ad alzarmi in piedi a spellarmi le mani per un De Magistris che ripulisse Napoli in maniera definitiva e non soltanto per dare un contentino provvisorio alla città. Torino e Milano non hanno almeno questo scandaloso problema, ma in effetti occorrerà, volenti o nolenti, gestire il bordellone etnico (che esiste anche a Napoli, del resto), mettere ordine, curare l'edilizia e blablabla, i soliti problemi di tutte le città che qua in Italia, però, sembrano irresolvibili (per capirci, a Roma non credo che neanche Hitler riuscirebbe a sistemare le cose: possono alternarsi Alemanno e Veltroni o chi per lui, il casino di Roma sembra cronico). Come? Non lo so, ma non mi sono infatti candidato alla poltrona di sindaco. Faccia chi può, come sa. Senza pregiudiziali da parte mia, credimi. |
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De: sonja |
Enviado: 31/05/2011 10:37 |
Come la fate lunga. Pisapia e de magistris hanno il consenso popolare nelle loro città, sì come silvietto in parlamento. Che poi sia un consenso finto - silvio al 25% degli elettori, de magistris al 33 - è evidente, ma la legge è una regola che è buona per tutti. Poi c'è la costituzione, che vale per tutti. Se è sbagliata la si cambia con la meta di chi va a votare il referendum.
Tutto il resto son banalità.
E' banalità che la moratti non voleva la moschea, tanto che se qualche mustafà si fosse preso la briga di presentare un progetto, alla lunga, magari dopo qualche ricorso, sarebbe passato: non esiste norma, a milano, che impedisca di costruire luoghi di culto.
E' banalità che la moratti era contro i centri sociali, che a milano esistono da che ho memoria, e nessuno li ha mai chiusi.
Pisapia non è neppure l'altra faccia della medaglia: è la stessa. Cambieranno i consulenti, e non è un male, visto la corte dei miracoli di cui si era circondata la moratti, ma in sostanza non cambierà nulla: non diminuiranno i biglietti del tram, anzi aumenteranno, e sarebbero aumentati in ogni caso visto che costano un euro da troppi anni, e non si aumentano mai prima delle elezioni. Verrà introdotta l'addizionale comunale, come previsto dopo le ultime sciocchezze del governo su ici e federalismo fiscale. Verrà tolto l'ecopass, come da programma di entrambi. Forse verrà introdotto il pedaggio a chi entra in città, cosa che ai milanesi non frega nulla, visto che ci son già dentro.
Napoli è tutto un'altro discorso, peccato però che de magistris dovrà fare il sindaco senza avere la maggioranza, visto che pd, pdl e fuffa varia, assieme, fanno più della metà dei consiglieri. Mi aspetto le dimissioni entro un anno. |
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Non è il popolo bue quello che si è esaltato a Milano e a Napoli, Pan. E' "la"gente che si è rotta definitivamente i coglioni (spero) di sentirsi presa per il culo da un governo che non ha mantenuta uno, dicesi una, delle promesse fatte prima delle elezioni.Non si è vista diminuire la pressione fiscale, ha subito una riforma scolastica demenziale vòlta solo a rimpinguare le casse della scuola privata, non ha creato nuovi posti di lavoro, ha visto una riforma della pubblica amministrazione che ha solo finto di risolvere i problemi, sparando nel mucchio e non colpendo i veri assenteisti, ha raddoppiato i ticket farmaceutici e non ha certamente risolto i problemi della sanità, non ha implementato la banda larga. Ricordate le tre I del Berlusca? Inglese, Impenditoria, Internet? Chi in buona fede può realmente affermare che una sola di queste "priorità" sia stata affrontata e risolta dal nostro Pinocchio bandanato? In compenso, si è trovata pompinare e veline ( a volte impegnate su entrambi i fronti) in parlamento o cmq nelle istituzioni, i bunga bunga governativi, l'IVA su Sky (a proposito del conflitto di interessi) i parlamentari comprati per fare i transfughi, il mercato delle vacche in tutti i sensi. Beh, sai che c'è di nuovo, Pan? La Gente, quella con la G maiuscola, si è rotta i coglioni. E guarda un po, non si accontenta piu dei "moderati" (Dio sa come odio questo termine), vuole "estremizzare un pò il quadro politico, per dare uno scossone, per mandare a casa i bugiardi, per ridare dignità alle donne che si fanno il culo a casa e al lavoro e non si prestano ai, diciamo, compromessi per svangare la loro vita. Per provare a dare una speranza ai loro figli, che non pensino che il loro futuro sia solo fare il tronista dalla De Filippi, o che non debbano più sentirsi dire dal loro Presidente "trovatevi un marito ricco, se non avete lavoro". Non credi che siano motivi sufficienti per cambiare rotta, per girare pagina? Certo...non c'è sicurezza che i nuovi amministratori risolvano in due anni tutti i problemi..ma meglio l'insicurezza delle false promesse di chi ha carpito la buonafede di tanti italiani ricoprendoli di fandonie. E non vale più il discorso che fanno tanti: "sono tutti uguali". E' solo un buon alibi per non cambiare mai nulla...ciò a qualcuno può far comodo, ma evidentemente non a tutti... questo sostanzialmente hanno detto i ballottaggi di ieri.
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