ieri... - PHALLABEN

ieri, tra le lettere dei lettori ce n'era una ( in romanesco ) che sosteneva:
concede a li carcerati un ora d'amore dietro le sbarre, è un atto de civirtà perché anche l’affettività è un diritto inalienabile. E quinni, è un diritto che non se po sopprime, pe chiunque. Mentre un altro lettore che si esprimeva in lingua diceva: è una vergogna!!! Invece della forca, gli si concede pure di fare i loro porci comodi! mah, non c'è più religione! E aggiungeva: lo so io chi ci vorrebbe! Bè, da ste due lettere m'è subito venuto di dare torto all'autore della seconda, perché pensare che la tutela delle relazioni sentimentali non deve riguardare anche i reclusi, è una crudele enormità.
Anzi, aggiungo che tale libertà andrebbe concessa, non solo a uomo e donna, ma anche a coppie dello stesso sesso: gay e lesbiche. E, per dirla tutta, proprio perché è un atto di civiltà, (ancorché una necessità fisiologica)
questi incontri d'amore, si dovrebbero poter consumare in luoghi a loro più graditi e quindi, anche nei propri ambienti familiari. Così autorizzando, sarebbero lontano dall’occhi indiscreti e inopportuni de li carcerieri. Ancorché, fuori da un opprimibile ambiente, con tanto d’impietose sbarre.

Gustata la "ricciola puntuale"
nonché pallido e smunto er mì "nembrotte"
vié giù de quarto! e io, co un bonanotte,
mollo la presa, e rincantuccio l'ale.

E lì, sur pizzo der matrimoniale,
quann'anche pago e grato a sta cocòtte
con cui ho cavarcato in st'or de notte:
eccheme annà in cantina cor morale.

E mica baro ar vero! In sti momenti,
er mì penziero va a chi è carcerato!
a chi sta ar "gabbio" co li su tormenti.

Me l'affiguro: un pajericcio, e lui,
senza na sgrinfia ar fianco condannato:
a imbarbarisse co li mezzi sui.

Pe cui, qua è tempo in cui,
se non se po castralli, istituì:
n'arcova a "braccio" pe ospità Lulù.

Tebro

mon, sei cattivo! ritiro il benvenuto in questa com!

Mi allineo a tutti i forumisti ivi presenti. Coma hai visto,

loro non te lo hanno dato (il benvenuto) e io lo ritiro.

anzi, aggiungo un sonoro vaffanculo a te, e sto venditore de prosperi!

Si dice, ma non ho ancora avuto l'onore di provare, che in carcere, ore di amore, affettuosità ed effusioni ce ne siano più di una. Quindi non vedo tutta questa premura di offrire ricchi premi e cotillons a chi in realtà avrebbe bisogno di una catena al piede con tanto di palla ...

merendina, merendina, come tutte e tutti, (quasi tutte e tutti)

non hai capito un caxxio!

Ma che c'entra una necessità fisologica, quindi insopprimibile,

con lo scontare una pena per quel che si è commesso?

Si, dispiace dirlo, ma, come tutte e tutti,

(quasi tutte e tutti)

del caso in questione, non hai capito un caxxio! come non hai capito un caxxio,

tant'è che non ne fai cenno,

sul meraviglioso sonetto ivi inserito.

ehi, merendina, guarda che è un opera d'arte!

Guarda che non è di tutti i giorni poter leggere una Poesia atta a

dare ai tuoi poveri occhi, abituati a miserrimi testi,

un qualcosa che vale la pena vedere e soprattutto, gustare!

Vabbè, vabbè, mi rendo conto che è... con te, con tutti, tutto tempo sprecato!

Ma siccome questo è il destino dei figli,

in rapporto ai figliastri, abbozzo e manno giù. insomma... ci sto.

mi sta venendo in mente che hai postato dopo er monnezza, e non hai

speso una virgola sul suo post.

Ovviamente, essendo io un giocatore di scacchi, quindi

un attento per antonomasia,

capisco che il tuo "sorvolo" sul quanto der monnezza,

è più una offesa per lo stesso che una imperdonabile disattenzione.

ehi, monnezza, a forza de riceve carci in culo, te verrà er culo rosso

come quello delle scimmie!

quello che me dispiace è che il trattamento ch'er monnezza riceve qui,

lo "leggono" anche nella stanza. masochista che non sei altro!

agli altri no, ma, al bravo e buono peteruccio, gli dispacerà,

e gli farà piangere il cuore,

questo, da parte di tanti, non amare il suo amico mon, detto er monnezza.

peter, ti capisco. toh, il mio fazzoletto. dài, asciuga queste lacrime.