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General: parlatemi di Cesare Battisti
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De: la boema (Mensaje original) |
Enviado: 09/06/2011 05:58 |
Vorrei tanto leggere cosa ne pensate voi, sopratutto Massimo Doriani, Sonja e ORANGE, della negata estradizione del terrorista Cesare Battisti da parte del Brasile.
Dal vostro punto di vista...i giornali li ho letti, ma stamattina al tg7 hanno detto questa frase:
"...i giudici brasiliani hanno deciso di negare l'estradizione di Battisti, COME SE IN ITALIA NON FOSSIMO IN DEMOCRAZIA, ovvero come se le persone qui fossero perseguitate per le loro idee politiche..."
Mah...voi cosa ne pensate, Brasile l'ha fatta grossa stavolta, o in fondo potrebbe avere, sotto sotto, un pò di ragione? |
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La mia esperienza personale si basa su un breve contatto con la realtà detentiva minorile a Nisida, breve in termini temporali, sei mesi di corso teatrale, ma ha lasciato un baratro in tutti noi operatori, un solco indelebile scavato dal senso di impotenza. A lungo, dopo quell'esperienza, abbiamo lottato per far nascere su quel territorio una struttura che potesse sperimentare un'azione costruttiva, abbiamo fallito, fin ora (quanta disperazione e desiderio di rivalsa, la senti?), ma nessuno toglierà dal nostro cuore la spinta a riprovarci, cambiate le condizioni che hanno impedito i lavori all'epoca. Il punto è che è possibile cercare una soluzione, meglio una serie di soluzioni coordinate, volte a dare possibilità di scelta proprio nel cuore della nostra devastata terra, ma manca tanto, prima di tutto la volontà, anzi, più specificamente, esiste la volontà, anche politica, di lasciare le cose esattamente così come sono. Quando senti il senso di impotenza divorarti tendi ad analizzare le cause esterne, perché non puoi accettare, semplicemente, che pur essendoci tanto da fare che non basterebbero vite intere per cominciare ad incidere sulla situazione, si faccia nulla di incisivo e di strutturale. Allora cominci a pensare che non riesci a far nulla perché c'è qualcosa che non quadra, dietro le quinte. Deve esserci una specie di volontà potente che coltiva un bacino di utenza, perché utili sono gli individui in questa condizione particolare, che non dia scampo, che dia una forma di agio a fronte del totale squallore, l'unico possibile in quel mondo a parte. E' un mondo a parte. Ha altre regole rispetto a quelle del nostro mondo. Un vero e proprio Stato altro che non riconosce il nostro, o che forse lo conosce alle radici, questo è altro sospetto che ti vien su per la gola. C'è tanto da fare, ma dobbiamo cominciare a distinguere nettamente i due mondi, tracciare una linea di confine netta, altrimenti alternativa non c'è per nessuno, continuerà una zona grigia che perpetuerà questi meccanismi perversi, senza fine mai.
Bisogna cominciare a capire che non si puo' restare senza parole quando un ragazzo ti spiega, con logica demolente, che non stai capendo tu, che sei pecora perché non sei lupo, in questi mondi. Che cazzo gli dici? "No, guarda, io sono soltanto una persona retta e onesta che osserva le leggi dello Stato, cosa buona e giusta, da fare, anche tu"... Quel ragazzo ti guarderebbe con infinita compassione, prima di farsi una risata e rifiutarsi di parlare oltre con un coglione. E c'ha pure ragione.
A me è capitato, non ho risposto in quel modo, ho avuto paura di essere presa per cogliona e con questa veste addosso non riuscire a lasciargli l'unica cosa che potevo dargli, la sensazione di aver parlato per ore con una persona con un cervello, un po' idealista, ma con un cervello, che è l'unico modo per lasciare in una persona almeno un dubbio. A me hanno lasciato una certezza: non posso demandare ad altri quello che è responsabilità anche mia. Basta scuse. Qui o si fa lo Stato, così come dovrebbe essere e non è, o si muore, tutti.
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De: fannie |
Enviado: 12/06/2011 10:51 |
grande luth...
io lavoro coi prodotti di questa sistema, e posso solo avvallare ciò che esprimi
le alternative non le vuole nessuno, nella stanza dei bottoni
ora come ora i detenuti son per la stragrande maggioranza immigrati che hanno commesso reati, e persone che fanno capo al giro delle droghe (e i reati sono i più svariati, ripetuti all'infinito, ma sempre con il medesimo decorso... che non viene fermato finchè la persona non esce da quel giro): in particolare è bene sapere anche una cosuccia economica sulle carceri, che bene spiega quanto le cose potranno solo peggiorare - il costo dei detenuti varia dalla quantità contenuta nella struttura, il che significa che se una struttura carceraria ha a suo credito 100 (per esempio), quel credito rimane invariato sia che ci siano 10 detenuti, o 100: in pratica un detenuto può costare al giorno (cifre reali!) sia 215 euro che 100 euro, in momenti di massimo riempimento
tant'è che quando ai detenuti per reati connessi alla droga, viene concesso l'affidamento a strutture terapeutiche, nel tentativo di indurlo a non più delinquere (perchè questo è lo scopo...) sorge spontanea la domanda su quanto sia effettivamente realistico, visto il numero esiguo delle comunità o quanto tali, al confronto del numero esorbitante dei personaggi di cui sopra: ma di certo il risparmio è assicurato, visto che in comunità la quota procapite/die è di 53 euro...
spezzo una lancia in favore degli operatori dell'UEPE (ufficio che sovraintende l'andamento degli affidamenti esterni al carcere) che sono per lo più assistenti sociali, e tentano davvero di offrire appoggio e disponibilità, nella speranza di un reale cambiamento delle persone, con una pervicacia che a volte funziona davvero
ora stanno lavorando per creare alternative, quantomeno nel migliorare le strutture nel senso di occupazione interna lavorativa e spazi vitali, che la momento non esistono... la pecca è che sono decenni che ci stanno lavorando, con la mente, ma non con i fatti
io conosco solo la realtà di verona, dove hanno costruito un nuovo carcere perchè il vecchio era in centro, praticamente, e poco capiente...occhei direte voi, giustissimo! ma perchè allora costruire un carcere che dovrebbe contenere al massimo 600 persone, mentre arriva normalmente a tenerne dagli 800 ai 900... vi lascio immaginare d'estate soprattutto, quando l'acqua è carente...
la domanda è ovvia: ma porcaputtana, costruirlo più grande no, eh? voglio dire, è pensabile che chi lo ha messo in piedi abbia pensato che col tempo i carcerati diminuissero? perchè allora vuol dire che viviamo nel paese del cucù...
che dire? son sicuramente fuori tema, ma mi piaceva avvallare ciò che dice luth... |
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De: Ramarra |
Enviado: 12/06/2011 13:01 |
Sulla composizione della popolazione carceraria rifiuto il confronto perchè è inutile. Là c'è gente condannata. Non stabilisco io nè voi chi è giusto condannare perchè lo fa il magistrato e generalmente lo fa bene per ciò che vedo.
Non è vero che di misure alternative non si studia, è vero che il carcere è un settore di cui ci si occupa poco perchè è ritenuto meno importante e "meritevole" di altri settori della società. Se mancano le risorse per la sanità, per l'istruzione e per l'assistenza alle fasce deboli prima si pensa a questi ambiti e poi al carcere.
Non mi pare che sparare a zero sul "sistema" sollevando i soliti sospetti di chissà quali complotti sia utile a capire o ad ottenere risultati. Mi sembra controproducente davvero, disorientante.
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De: Tebro |
Enviado: 12/06/2011 16:05 |
non avevo visto il post iniziale, appena ne ha visto la "firma"
ho rinculato. |
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De: Miti |
Enviado: 12/06/2011 16:10 |
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Che si debba garantire la legalità e l'ordine pubblico in questo Paese è poco ma sicuro, ma il problema è legislativo ed amministrativo, oltre che politico. I magistrati fanno quel che possono, alcuni meglio altri peggio, credo, come in ogni ambito esistono le eccellenze ed i mediocri, ma non al soggetto è demandato il compito di regolare l'ordine pubblico, bensì a regole, procedure e strutture. Se una macchina funziona in modo eccellente porterà a termine il proprio compito sia che a gestirla vi si metta un semplice manovratore esperto che un eccellente manovratore esperto. A non funzionare è la macchina della Giustizia, in Italia, è questo il disastro. Bisogna ripensarla, tenere il buono, inserire quel che manca ed eliminare il deleterio ed a farlo devono essere persone con l'unica volontà di farla funzionare. Il problema è che ora queste persone, pur esistendo, non sono al potere. Il problema è che i criminali hanno invaso i punti cardine delle istituzioni che dovrebbero far funzionare una macchina che, a regime (termine simpatico, vero?), li porterebbe diritti verso una sorte opposta a quella che hanno ora. Nel frattempo, durante questa infezione, va avanti una macchina rotta che fa danni di diversa natura, che ha i denti mancanti proprio dove dovrebbe agire ed affilati oltremodo dove l'agire dovrebbe essere calibrato diversamente. Un casino porco. C'è chi tiene il muro in questo casino, son solo da ringraziare e da aiutarli ad aggiustare il tutto. C'è tanto da fare. E dobbiamo farlo noi. |
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De: botia |
Enviado: 12/06/2011 17:47 |
ciao occhioni belli.............mi sei diventata una sognatrice?! |
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Sono un SognatTore, diverso. Il nostro motto è "piedi piantati in terra, testa tra le nuvole", ci sembra un buon modo di procedere. Ma a parte questo dettaglio, siamo in tempi particolarmente gravi, Botta, e dipendono proprio da anni di distacco degli Italiani dalla sfera della partecipazione diretta alla Cosa Pubblica.
Sono cresciuta in una famiglia sinceramente democratica che ad ogni elezione, da che ricordi, ha imbastito discussioni per cercare di capire cosa fosse utile per il Paese, nutrendo, purtroppo, una fiducia sconsiderata, dico oggi, nell'esercizio democratico di delega dei cittadini a rappresententi per la gestione dello Stato. Oggi non possiamo più delegare semplicemente, dobbiamo partecipare attivamente, vigilare, riordinare e agire. Ce ne siamo accorti nel più duro dei modi, vedendo quanto i nostri rappresentanti, di qualunque parte politica, abbiano reso il Paese inospitale per le persone come noi, che siamo tra quelli che rispettano leggi e regole perché è così che si deve fare per rendere ed avere una società equa, l'unica in cui sappiamo vivere. A casa mia il prossimo è sempre stato importante quanto noi stessi, persone dedite a fare la propria parte all'interno di strutture pubbliche, a diretto contatto con ogni strato sociale. A casa mia si è sempre sentito forte l'attaccamento al proprio dovere, prima del proprio diritto, perché se non fai il tuo dovere come puoi pretendere il tuo diritto a testa alta? Ecco, noi camminiamo a testa alta e questo senso di orgoglio è anche appartenenza all'unica società in cui sappiamo vivere, quella che fa la propria parte e che per questo ha diritto a vivere serena. Oggi non è così. Il cittadino che fa il proprio dovere è un cadavere ambulante, è il coglione, è la bestia cui si attaccano i parassiti per suggergli il sangue e tutto questo deve finire. Non è il mio mondo, non è il mondo della mia famiglia, non è il mondo della maggioranza degli Italiani. Sono anni che lo dico, se le cose fossero diversamente sia chiarito, si faccia il referendum "Mafia o Stato", così da permetterci di andar via da un Paese che non ci coprende, ma oggi mi è chiaro che siamo noi la maggioranza in Italia, siamo noi, quelli che camminano a testa alta, mi è chiaro perché me lo stanno dicendo i miei connazionali che siamo davvero la maggioranza ad appartenere alla società in cui credevamo di vivere. Oggi dobbiamo scollarci i parassiti, rendere effettivo il nostro Stato così come inteso dalla Costituzione, ché è quella la sintesi del mondo in cui abbiamo vissuto, che abbiamo reso reale con il nostro comportamento di una vita, fosse marcio o meno, reale o meno, noi l'abbiamo vissuto prima che fatto, e ci ritroviamo ad essere in tanti, più di quelli che ci hanno marciato addosso, tra le pieghe, nell'ombra, agito a nostro scapito, mortacci loro. Ed ora dobbiamo semplicemente liberarlo e sistemarlo, il nostro Paese, acclarato che è nostro. Il più è fatto, in realtà. E' una questione culturale, il processo di democratizzazione di un popolo, processo che non era ancora compiuto in Italia, ma mi sembra proprio sia radicato e, forse, per accorgercene, come sempre accade all'essere umano, dovevamo perderlo.
Sic.
Come vedi non sono esattamente una sognatrice, sono soltanto un'Italiana. |
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De: Ramarra |
Enviado: 13/06/2011 11:28 |
A me questo "processo di democratizzazione" fa venire un pò i brividi.
Perchè esiste "magistratura democratica", esiste "psichiatria democratica" , esiste anche il "partito democratico" e allora non posso che chiedermi che cavolo vuol dire essere democratici e che bisogno ha qualcuno, se è affettivamente democratico, di mettersi un'etichetta e pretendere che tutti la indossino democratizzandoli. Mi viene d'istinto un vaffa dal profondo. Mi tornano in mente i "processi di cristianizzazione".
Non ci tengo a far diventare l'Italia come la fattoria degli animali, ognuno sia libero di pensare ciò che ritiene giusto senza essere additato accusato e sfanculato come vedo accadere oggi, proprio da quelli che si definiscono democratici, sono diventati compagni di merende intenti a non perdere il potere (tanto) acquisito. In effetti mi sembra che abbiano molto in comune con i processi di cristianizzazione, le stesse maniere e gli stessi scopi formali e sostanziali. Il libero pensiero è un egregio sconosciuto.
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Vecchia Ramarrona, ma quando ti ripulirai dei preconcetti? Pure silvio si dice democratico, quando fa comodo a lui.
Io democratica non lo sono mai stata, comunque.
Veniamo alle alternative, che a pensarci non son difficili. Ma bisogna appunto pensarci, e finirla di considerare i delinquenti come non-uomini. Quello che ci deve differenziare da loro è di porre l'uomo prima di tutti, almeno dal punto di vista laico, se non cristiano.
Vediamo qualche soluzione, con esempi a prova di idiota, e li devo fare perché so che Tebro ci legge.
Premettiamo che in italia non è poi cosi male, prima di andare in carcere che ne vuole, il che se è bello da un certo punto di vista, il mio, è un bel problema per le persone oneste, quindi anche per me. Insomma, l'unico deterrente al crimine accettato oggi, che è la certezza della pena, da noi fa solo ridere.
Vabbè, gli esempi.
Le carceri son piene di tossici che hanno rubacchiato, come minimo, e spacciano. Qualcuno ha fatto pure altro.
Lo san tutti che appena usciti ricominciano. Lo san tutti che le comunità spesso sono inutili. Lo san tutti che in carcere gira droga. A che serve tenerli prigionieri?
Poi ci sono i ladri professionali. Son persone che non san far altro che rubare. Entrano, escono, rubano, rientrano, riescono, rirubano, e così via. A che serve tenerli dentro?
Allora, gli si piazza un collare in titanio con un gps e gli si da un lavoro, loro non guadagnano, il cibo lo ritirano con una tessera, sono interdetti dall'uso del denaro. Il lavoro magari lo si da prima alle persone oneste, sarebbe meglio, ovviamente. Li si lascia liberi di andare a lavorare e alla sera fanno quel che gli pare, si conosce la loro posizione e li si controlla. La tecnologia esiste già. Ma se vogliono scopare lo possono fare. Se fanno qualche stronzata li si becca in tempo reale. Non è difficile.
Esempio limite: uno tipo izzo, quello della strage del circeo. Oh, ma come si fa a pensare che sia sano di mente uno così: va curato e basta. Il carcere non lo radrizzerà mai, vero che è uscito per un paio di giorno e ha ammazzatto due persone. Quello va curato.
Esempietto: erika e omar di novi ligure. Vanno puniti o curati? Il padre, almeno a quanto appare, l'ha perdonata.
I pedofili: ma son da incarcerare o da curare?
Poi ci sono gli irriducibili. Il confino non era poi male.
Insomma, o Ramarrona, finche i benpensanti come te continueranno a considerare dei loro fratelli come feccia, nulla si farà. Benpensanti coi piedi al caldo. Non facciamo ridere, non siamo tutti uguali, ma siamo tutti uomini. Per ogni reato ho la pena alternativa, o almeno qualcosa su cui ragionare.
Tanzi mi sa che è già ai domiciliari in una reggia dorata: io lo metterei in una casa popolare a far gli unici al caf gratis, e al lavoro ci va in tram, il suo giusto stipendio lo incassa lo stato per rifondere i truffati. E ci vorranno mille anni. Ma la sera, se qualcuno lo va a trovare, ha un po' di compagnia. Di giorno lavora. Soldi non ne può avere, e nemmeno regali.
Si può fare, basta mettere prima di tutto la dignità delle persone, prima delle vittime e poi dei carnefici.
"Si era sempre fatto così" è una squallida giustificazione di chi si ferma a quello che eravamo.
E come disse dante ai tossici: "Fatti, non foste a viver come bruti". Mi sa che i bruti oggi non sono soli i fatti.
Augh |
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De: Miti |
Enviado: 13/06/2011 17:16 |
Si può fare, basta mettere prima di tutto la dignità delle persone, prima delle vittime e poi dei carnefici.
Giusto! |
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De: Tebro |
Enviado: 13/06/2011 18:20 |
Vediamo qualche soluzione, con esempi a prova di idiota, e li devo fare perché so che Tebro ci legge.
Ma non ti vergogni? Ti sei data il cambio con merendina, hani, belladitebro etc etc?
Ma non ti vergogni? Ma mi conosci? Ti conosco?
Ti ho mai offeso? ehi, rispondi, mi conosci, ti conosco, ti ho mai offeso?
E allora come ti permetti?
Miri, per due sordi de visibilità,
a che io ti risponda? che vergogna! |
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De: sonja |
Enviado: 13/06/2011 18:37 |
Miri, per due sordi de visibilità,
a che io ti risponda?
Già, e mi sa che ho anche vinto... |
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Mah e bah... fammi scrivere due righe, sennò perdo l'abitudine.
Preliminarmente devo dar ragione alla mia amica Ramarra quando dice che l'aggettivo 'democratico' le puzza: di solito è sinonimo di kommunisti, è un dato di fatto.
La mia amica Luth in sostanza parla di prevenzione e del fatto che questa prevenzione passa anche per un buon vivere in generale: rispetto delle regole, senso del dovere e quant'altro. Tutto giusto, se solo per un attimo pensiamo di non essere in Italia bensì da qualche altra parte. Perché è l'Italiano traffichino per natura. Io vorrei vedere una famiglia onesta e timorata di Dio che non darebbe qualcosa, voti o denaro, a uno che le garantisse la sistemazione del figlio. Ma andiamo, su. I nostri politici, l'ho detto mille volte, sono figli di mamme italiane, vanno a scuola in Italia, abitano in Italia: non vengono da Marte.
Comunque, certo, una parte di onesti o di finti tali c'è anche in Italia, ci mancherebbe (per 'finti' intendo coloro che non è che non rubino per un problema di coscienza ma per il solo timore della pena).
C'è anche una parte di malfattori inguaribili, come dappertutto. Che il carcere non li raddrizzi e che non radrizzi neanche i tossici sono pienamente d'accordo. Ossia, potremmo dire che il carcere non elimina la delinquenza. Sono pienamente d'accordo sul fatto che in una società meno squilibrata, che offrisse serenità sia sul piano sociale che su quello lavorativo, le cose andrebbero meglio. Spero che si arrivi a lavorare per questo. Il problema è un altro: nel frattempo cosa si fa? Se uno non sa far altro che rubare per impedirgli di farlo, almeno in attesa dei tempi migliori quando tutti avranno dove lo metti? Non puoi che metterlo dentro, il che non elimina la delinquenza ma mette per un po' il delinquente nelle condizioni di non poter esercitare la sua attività. Anche se la soluzione del collare non sarebbe male, anzi... Però, in attesa dell'applicazione di queste e altre misure, per fermare chi delinque cosa facciamo? Si trattasse solo di ladri, poi... stupratori recidivi, per esempio; violenti verso la famiglia e altri galantuomini del genere...
Altro discorso ancora è quello 'di classe': si sa che Tanzi galera non ne farà molta, e anche su questo si dovrebbe lavorare 'democraticamente', ma nel vero senso della parola. Più che giusto sarebbe metterlo a vivere come tanti poveri disgraziati, parte dei quali magari ha contribuito lui stesso a rovinare. |
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Luth, che piacere leggerti qui, finalmente! |
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