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Respuesta  Mensaje 1 de 22 en el tema 
De: CL 1  (Mensaje original) Enviado: 20/07/2011 06:04

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A me che la Procura di Milano abbia indagato Belpietro per questa vignetta (in cui i signori ritratti vengono definiti ‘papponi di Stato’) non fa per nulla piacere: non mi piacciono i reati d’opinione, figuriamoci quelli che vanno a colpire le vignette.

Ancora meno mi piace che un kapò di regime come Belpietro ora possa fare il perseguitato, mamma mia.

In ogni caso, credo che le cattive idee e la cattiva informazione si combattano con le buone idee e con la buona informazione – non con le cause civili o penali.

Ad esempio, questa vignetta fa palesemente schifo perché se parli della casta e nella tavolata dei ‘papponi’ non hai il coraggio di mettere nemmeno un volto del partito che ha cassato nottetempo i tagli alla politica e ha moltiplicato invece i voli blu, beh: sei solo, appunto, un servo di partito.

E per stabilirlo non serve un’indagine della procura: basta guardare la tua prima pagina.



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Respuesta  Mensaje 8 de 22 en el tema 
De: CL 1 Enviado: 20/07/2011 18:07
non so se questa sia di area, ma è fresca perchè esce fuori
dai rigidi schemi dei vignettisti politici,
quelli della pizza, ancorchè aforma d'italia, per capirci 
 
e sopratutto fotografa l'attimo senza dire bugie...
 
 

Respuesta  Mensaje 9 de 22 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 20/07/2011 18:09
Buona! 

Respuesta  Mensaje 10 de 22 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 20/07/2011 18:38
Io ero affezionato a 'Il Male' e in seguito a 'Cuore'.
Il 'Candido' di Guareschi non era malaccio, se andiamo a riguardare la storia della satira, e c'è da rilevare che Guareschi, se non sbaglio, fu l'unico in Italia che satireggiando finì in galera. Un po' rozzo, forse, visto con gli occhi di oggi.
Forattini può non piacere per questioni ideologiche, ma lo ritengo persona di raro umorismo, almeno una volta - da un pezzo non lo seguo più. Si disse di lui che una sua vignetta era un intero editoriale - concordo.
L'unica rivista italiana satirica a diffusione nazionale è oggi il Vernacoliere, edito in Livorno. Ne ho parlato sopra. Il direttore è un imbecille, e lo si arguisce dai suoi editoriali talmente scontati che più scontati non si può (e che cavolo, mica basta dire 'cose di sinistra' per essere dei fichi, anzi, certi slogan ormai andrebbero confinati nella [sotto]letteratura classica), ma ha saputo circondarsi di gente in gamba come Federico Sardelli, un vero genio. Mettiamoci anche Caluri e altri che mi scuso per non ricordare. Ma Sardelli non è alla portata di tutti, secondo me: è troppo 'raffinato'. Per vendere il foglio, quindi, suppongo, il direttore ricorre anche a dei poveretti che farebbero meglio ad andare a pescare, c'è il mare a Livorno, chi glielo vieta? Però, come anche dicevo sopra, per vendere bisogna anche andare incontro al lettore che ride semplicemente perché legge una parolaccia o un richiamo al sesso.
Inoltre, il direttore sarà imbecille ma comunque furbacchione: metà della rivista la lascia compilare ai lettori tramite le loro lettere (e da queste si comprende bene il 'target'), lettere di solito piagnone, anche queste piene dei soliti slogan, tutti rubano e tutti sono cattivi e nel mondo non c'è amore, cui il direttore risponde paternalmente.
Sì, se questa è la satira in Italia stiamo a posto...

Respuesta  Mensaje 11 de 22 en el tema 
De: elastico Enviado: 20/07/2011 19:16
L'unico problema della vignetta di libero è che non fa ridere. Non è satira, è un disegno. Quindi il problema maggiore è dei lettori di libero che credono che faccia ridere.
Nel merito, poi, il termine 'papponi' è improprio, visto che nell'uso comune indica i magnaccia, e non chi mangia troppo. Insomma, un disegno idiota.
Purtroppo in italia l'azione penale è obbligatoria, questo non vuol dire che domani qualche giudice non dirà che non c'è villipendio, vuol dire solo che ci sta un procuratore che apre un fascicolo. E' la legge. Non ci sta nulla di male, son cose già scritte.
 
Ora, belpietro fa il suo lavoro, al pari di quelli di repubblica, e non tocca mai il suo padrone occulto. Ma a noi che ci frega? Son merdacce a destra e a sinistra. L'unico giornale che attacca tutti è il fatto, e le battute le prende da spinoza o dalla rete.
 
Manca qualcuno nella vignetta? Può darsi, ma quelli disegnati mangiano tutti. O vogliamo negare che napo presidente capo ha una struttura che potrebbe sovvenzionare un viaggio su marte, che calderoli parla parla ma i soldi di roma li intasca, che fini vive di politica da sempre, o che bersani si sudi la pagnotta lavorando? Sì, manca qualcuno, ma quelli raffigurati son la feccia della politica. Non solo loro, ma loro ci stanno.
 
Le divisioni le creano loro per buttarci fumo negli occhi. Il più sano ha l'aids.
 
Si inculino, e pure i giudici, che eseguono gli ordini costituzionali, e non potrebbe essere diversamente, spegnendo, per contratto, il cervello.

Respuesta  Mensaje 12 de 22 en el tema 
De: Claretta Enviado: 20/07/2011 19:19
Guareschi ha fatto satira anche con don Camillo, oggi si tende
a considerarlo innocuo umorismo naif, ma quelli erano tempi
di occhiuta censura sia clericale che di goveno, per non parlare
del Pci che controllava anche l'aria che respiravano i suoi
tesserati
 
c'erano in rete tutte le vignette che Guareschi ha fatto per Candido,
ma da quando ho questo compiuter non riesco più a trovarle
 
non erano affatto rozze, ma erano legate alla cronaca politica di
quegli anni ed è difficile oggi avere il colpo d'occhio necessario a
individuarne i protagonisti e a collegarli con quella che era la
opinione pubblica di quei tempi su di loro

Respuesta  Mensaje 13 de 22 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 20/07/2011 19:31
O Cla, per 'rozzo' intendevo realizzato con lo stile grafico di allora, e magari con battute che adesso non provocherebbero freudiano riso.
Don Camillo va letto, ogni film visto e consigliato alle nuove generazioni: nonostante le denigrazioni, credo che Guareschi abbia fatto 'letteratura'.
 
Ela è quotabile, anzi, ha proprio ragione (secondo me).

Respuesta  Mensaje 14 de 22 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 20/07/2011 19:35
O Cla, guarda se ti può essere di parziale aiuto questo link:

Respuesta  Mensaje 15 de 22 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 20/07/2011 19:40
 

Respuesta  Mensaje 16 de 22 en el tema 
De: la boema Enviado: 20/07/2011 21:18
Quoto e condivido ogni parola del mess.n°11
di elastico: ottima analizi!

Respuesta  Mensaje 17 de 22 en el tema 
De: Claretta Enviado: 20/07/2011 23:41
grazie pan :)
 
 
----------------------------------------------------------------

PAPPONI DI STATO era il titolo del libro di Roberto Poletti,
uscito nel 2008
 
Poletti è sempre stato un formidabile titolista :D
 
ma se la prende quando glielo dicono, in fin dei conti è "una
firma" da quando aveva 19 anni ed è stato scoperto da Feltri
 
è stato all'Europeo, poi al Corriere, poi a L'Indipendente, poi
caporedattore del settimanale leghista Il Sole delle Alpi, poi
direttore di RPL, poi giornalista a Radio 24, poi conduttore
stakanovista a Telelombardia, in monitor tutte le mattine per
la rassegna stampa e tre programmi in prima serata, tutti con
alto audience, poi ad Antenna3 ha creato il programma Carta
Straccia, che ha spopolato e fatto scuola, era insomma a soli
34 anni già un giornalista con una lunga esperienza e con un
pubblico tutto suo, disposto a seguirlo qualunque cosa
scegliesse di fare
 
bene, nel 2005 ha scelto di farsi eleggere alla Camera per i Verdi
 
e  da quella esperienza è nato il libro Papponi di Stato, scritto con
la stessa sfacciata e dissacrante ironia che lo caratterizza da sempre
 
un ragazzo terribile il Poletti, terribilmente scomodo per chiunque,
colleghi, direttori, editori...una eterna mina vagante che può esplodere
in qualsiasi momento
 
ingestibile e imprevedibile, ma fa audience
 
credo sia stato Feltri a volere utilizzare il suo libro sull'onda del rumore
che sta suscitando in rete il portaborse precario
 
ma il vero amico di Roberto Poletti fu Daniele Vimercati, il mio giornalista
preferito, morto troppo presto, purtroppo
 


Respuesta  Mensaje 18 de 22 en el tema 
De: Miti Enviado: 21/07/2011 14:57
Vimercati era il biografo di Bossi, o sbaglio?

Respuesta  Mensaje 19 de 22 en el tema 
De: Claretta Enviado: 21/07/2011 16:59
Vimercati era l'ideatore e il conduttore della trasmissione Iceberg
su Telelombardia
 
trasmissione talkshow che lui conduceva a un livello inimmaginabile
sia per un Vespa che per un Santoro
 
non era il biografo di Bossi, era suo amico e hanno scritto insieme
i libri che spiegavano cosa doveva essere la Lega Nord che Bossi
aveva in mente

Respuesta  Mensaje 20 de 22 en el tema 
De: Claretta Enviado: 21/07/2011 17:00
Un Iceberg tra le nuvole
 
di Enzo Catania
  • Vimercati era cronista vero e perciò mai servile
  • Del suo "salotto" sono stati ospiti tutti i potenti
  • E lui li ha sempre affrontati con stile e coraggio 
  • Caro Daniele, farai audience anche lassù

“Le notizie non hanno colore politico”, mi diceva spesso Daniele Vimercati. “Dai - gli rispondevo - vuoi forse ignorare che ti mettono spesso l’etichetta di biografo ufficiale di Umberto Bossi?”. E allora Vimercati, con quel suo sorriso allegro, la pelata che sembrava allargarsi a ogni battuta, mi fissava serio: “Forse che non era una notizia l’aver capito in tempo che Bossi in certe zone avrebbe incominciato a spopolare e che la Lega Nord non  sarebbe stata affatto una meteora?”. Insomma chi gli aveva dato del perditempo e dell’illuso, poi era stato costretto a fare i conti con una realtà che Vimercati,  aveva intravisto, raccontato e anticipato con il taglio del cronista di razza. Sì, cronista! E per capire di che pasta fosse, guai dimenticare che dalla gavetta al successo non smise mai di chiedersi il chi, il come, il quando, il dove e il perché. Ecco il motivo per cui non poté mai essere né cortigiano, né servile. E io che l’ho conosciuto bene posso ben dirlo: di nessuno.

Lo davano in partenza per la direzione della Tgr, la testata regionale di Rai Tre. La sera però in cui glielo chiesi, mi guardò quasi con aria di sfida: “E tu credi che lasci facilmente la mia libertà per farmi ogni giorno pesare pensieri e parole?”. E rideva. Rideva sempre, con quella cocciutaggine del bergamasco che, essendo oltretutto nato nella seconda decade del novembre 1957, si portava cucito sulla pelle il segno dello Scorpione. “Pensa - mi capitava di sogghignare -anche Totò Riina è uno Scorpione. Scommetto che se tu riuscissi a portarlo ad Iceberg, con il tuo disincanto gli faresti dire ciò che nessuno è mai riuscito”. Già, Iceberg: è stata la trasmissione vincente di Daniele Vimercati, il talk show più seguito di quelli trasmessi dalle emittenti regionali, il salotto di "Telelombardia" dove, tra gli altri, sono andati a sedersi Silvio Berlusconi, Franco Bertinotti, Umberto Bossi, Pierferdinando Casini, Armando Cossutta, Massimo D’Alema, Antonio Di Pietro, Gianfranco Fini,  Francesco Rutelli, Walter Veltroni  e così via. “C’è un conduttore di talk show politici che è più bravo di Bruno Vespa e di Michele Santoro. E’ più bravo perché non è così spocchioso come i due sapientoni del video e perché non ha la Rai alle spalle”, ha scritto Aldo Grasso,  sul settimanale Sette del 21 febbraio, cioè poco più di un mese fa. “Vedi - mi disse una volta Indro Montanelli, spesso ospite di Vimercati a Telelombardia - conosco Daniele da anni. Ed ha una qualità che è di pochi: del personaggio studia vita e miracoli,  poi lo affronta con pacatezza, danda lo stoccata solo quando è necessario, ma senza mai lasciarsi prendere dalla mania di far audience e spettacolo. Non vuole i bla-bla-bla. E ci riesce, misurando equilibrio e grinta”.

Trovandoci  a pranzo da Rosy e Gabriele, appena riferii gli il pensiero di Indro, Vimercati  mi guardò serio: “Troppo buono, il Maestro, ma lui ben sa l’autonomia che ho nell’organizzare e nell’organizzarmi.  Vuoi che sia sincero come sempre? Se “Iceberg” ha un’audience così vasta, se ormai non c’è grande ospite che non si catapulti al volo a Milano, devo tutto all’assoluta autonomia che l’editore mi dà”.

Ho visto Sandro Parenzo, l’editore, scendere precipitosamente da un taxi ed entrare a Telelombardia dove, commosso sino alle lacrime, l’aspettava l’amministratore delegato Raffaele Besso. Ho fatto in tempo a stringergli la mano e a guardarlo negli occhi prima di vederlo sparire dietro la cancellata. Ebbene, mi scuserà Parenzo, se in quell’attimo non ha pensato a lui come al  produttore della Videa che ha inventato tanti fortunati programmi per Rai e Mediaset, o  come all’artefice di decine di palinsesti azzeccati, o come all’ideale promotore di Telesogno che nel 1995 indicarono Maurizio Costanzo e Michele Santoro.  Mi è parso semplicemente un uomo disperato nel sentirsi privo del suo Daniele Vimercati. E allora mi sono ricordato di quanta sintonia ci fosse tra i due, di quante idee macinassero insieme  e di come Vimercati avesse potuto davvero fare il direttore di una televisione libera, senza condizionamenti e diktat, con due soli padroni: il pubblico, i risultati.

Caro Daniele, tosto e incontrollabile come sei, non so in quale nuvola e con quali ospiti ti trovi già a preparare la prossima puntata di Iceberg. Essendo sempre stati entrambi di poche parole ed essendo nati cronisti, usi  a “scarpinare” e a non a baloccarci dietro una scrivania, non ho mai voluto rispondere a un tuo telegramma . Ricordi? Me lo inviasti quella mattina in cui le vicende della vita mi portarono a dare le dimissioni da direttore di un quotidiano. E poiché da sempre viviamo in un Paese in cui vige il vezzo di non dimettersi perché uno stipendio fa sempre comodo, mi dicesti: “Caro Enzo, complimenti per il coraggio e per lo stile. Tuo Daniele”.  Ebbene, appena ho saputo che te ne sei andato senza neppure poterci dire ciao, quel telegramma l’ho tolto dal cassetto e l’ho riposto nel portafogli. E non posso più non risponderti: “Caro Daniele, complimenti per come hai vissuto la tua storia professionale e per la lealtà con cui hai sempre inseguito a viso aperto i tuoi traguardi. Con Iceberg, non ho dubbi: sbaraglierai ancora tutti. Farai audience come quaggiù”.

(27 MARZO 2002, ORE 23:45)

tratto da IlNuovo.it


Respuesta  Mensaje 21 de 22 en el tema 
De: Claretta Enviado: 21/07/2011 17:06

E’ morto Vimercati, «scoprì» la Lega

 ( m. nat. ) Ha declinato l’ironia con la polemica, ha coniugato l’intuito con il mestiere di giornalista. Per tutta una vita che è durata 44 anni. Ieri a Milano è morto Daniele Vimercati, stroncato da una leucemia. Cronista parlamentare per il Giornale di Montanelli, direttore dell’ Indipendente e del Borghese , Vimercati ora dirigeva i servizi giornalistici di Telelombardia. Il suo nome era nella rosa dei possibili direttori del Tg3 o delle Testate regionali Rai. Da Telelombardia conduceva Iceberg , la sua trasmissione in diretta arrivata alla quarta edizione. Ospiti gli uomini politici: di sinistra, di centro, di destra. Con i quali discuteva, scambiava opinioni, litigava. In maniera urbana e garbata, perché sapeva d’istinto quale era il limite. Quello della notizia. Cercata, provocata, inseguita, ma nel rispetto dei ruoli. Con quello stile ha indotto il ministro Gasparri a tirare fuori una «lista di proscrizione» della Rai con i nomi di Biagi, Luttazzi, Fabio Fazio e del Tg3; con una serie di domande incalzanti ha strappato a Bossi (il leader della Lega che proprio lui aveva «scoperto» nel ’91 con il libro I lombardi alla prima crociata ), un imbarazzante parere su Giuliano Amato.
Vimercati, che Aldo Grasso su Sette definì «più bravo di Vespa e Santoro», era un giornalista di destra. Dalle prime esperienze giornalistiche a Bergamo, arrivò alla cronaca di Milano del Giornale . I suoi servizi sul Pirellone e quei resoconti dettagliati e precisi sulla Lega gli fecero guadagnare la cronaca parlamentare romana. E anche il complimento più bello di Indro: «Sei un cavallo di razza». Sognava una destra liberale ed europeista. Ma era critico nei confronti di Berlusconi. Detestava le verbosità, i tecnicismi, la vecchia Dc e i «maneggioni». Rispettava la sinistra. Nel ’92, con Carlo Brambilla dell’ Unità , scrisse Gli annegati , un libro sul giallo della morte dei fratelli Bisaglia.
Nel dibattito politico, che registrava e suscitava anche con cinismo, coglieva lo spunto, lo ampliava e lo sfruttava. «Per dare un contributo», sibilava con un mezzo sorriso. Ma a che cosa o per che cosa non lo diceva. Lo lasciava intuire.
Ieri gli uomini politici - dal premier Berlusconi che ha inviato un telegramma alla famiglia, ai presidenti Pera e Casini, da Violante a Fini, da Buttiglione a Castelli, da Albertini a Formigoni e Di Pietro - hanno espresso pubblicamente dolore e commozione. Il ministro Bossi, a casa con la febbre, non ha telefonato alle agenzie. Con Vimercati aveva un rapporto privato. Come il dolore. Alla Padania ha detto: «Ho perso un grande amico».

 

tratto da Il Corriere della Sera 28-3-02


Respuesta  Mensaje 22 de 22 en el tema 
De: Miti Enviado: 22/07/2011 06:25
Grazie, Claretta


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