Amico Tebro,
non potrei mai definire i tuoi sonetti come merda pura, visto che per farlo dovrei leggerli e capirli.
Ora li sto solo a volte leggendo, e mi pare che come metrica ci siamo, anche se, diciamolo, non è che sia poi così difficile fare un sonettaccio, anche codato.
C'è comunque da dire che voi cazzo poeti ci avete tritato i coglioni, e che minchia, se avete qualcosa da dire ditelo e basta, le rime infilatevele nel culo. Il vostro predecessore dante che ha scritto chilometri di merda in rima ora non è manco più concime per campi, è solo un paio di citazioni per comunisti che si vogliono dare un tono.
Ci avete rotto il cazzo con i: poeti e poesia. Scrivete come mangiate. Ops, ma lo fate di già, mangiate merda, scrivete di conseguenza. Quindi pìjate er core che scorazza, stracarico d'affetto, e infilate ner culo er monte de li cocci, 'a piramide de caio cestio e pure er cuppolone, cor papa e tutti li ministri der culto.
Poi ovvio, se quattro versi servono per rimorchiare una bora, e ci stanno bene, che domande. Ma gnente bon ton, solo un cantoccello, 'ndo magni, bevi ruzzi e fai paranza...