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General: poeta
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De: Merendina (Mensaje original) |
Enviado: 05/09/2011 21:57 |
DESOLAZIONE DEL POVERO POETA SENTIMENTALE
Perché tu mi dici: poeta? Io non sono un poeta. Io non sono che un piccolo fanciullo che piange. Vedi: non ho che lacrime da offrire al silenzio. Perché tu mi dici: poeta? Le mie tristezze sono povere tristezze comuni. Le mie gioie furono semplici, semplici, così, che se io dovessi confessarle a te arrossirei. Oggi io penso a morire. Io voglio morire, solamente perché sono stanco; solamente perché i grandi angioli su le vetrate delle cattedrali mi fanno tremare d’amore e d’angoscia; solamente perché, io sono, oramai, rassegnato come uno specchio, come un povero specchio melanconico. Vedi che io non sono un poeta: sono un fanciullo triste che ha voglia di morire. Oh, non maravigliarti della mia tristezza! E non domandarmi; io non saprei dirti che parole così vane, Dio mio, così vane, che mi verrebbe di piangere come se fossi per morire. Le mie lacrime avrebbero l’aria di sgranare un rosario di tristezza davanti alla mia anima sette volte dolente, ma io non sarei un poeta; sarei semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo cui avvenisse di pregare, così, come canta e come dorme. Io mi comunico del silenzio, quotidianamente come di Gesù. E i sacerdoti del silenzio sono i rumori, poi che senza di essi io non avrei cercato e trovato il Dio. Questa notte ho dormito con le mani in croce. Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullo dimenticato da tutti gli umani, povera tenera preda del primo venuto; e desiderai di essere venduto, di essere battuto, di essere costretto a digiunare per potermi mettere a piangere tutto solo, disperatamente triste in un angolo oscuro. Io amo la vita semplice delle cose. Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco, per ogni cosa che se ne andava! Ma tu non mi comprendi e sorridi, e pensi che io sia malato. Oh, io sono veramente malato! E muoio, un poco ogni giorno. Vedi: come le cose. Non sono, dunque, un poeta: io so che per essere detto poeta, conviene viver ben altra vita! Io non so, Dio mio, che morire. Amen.
(S. Corazzini)
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De: Tebro |
Enviado: 06/09/2011 08:59 |
Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullo dimenticato da tutti gli umani, povera tenera preda del primo venuto; e desiderai di essere venduto, di essere battuto, di essere costretto a digiunare per potermi mettere a piangere tutto solo, disperatamente triste in un angolo oscuro.
beh, che dire di questi: eccelsi, incomparabile, meravigliosi, invidiabili versi?
tutti rispettosi delle ferree leggi della metrica?
Che il Corazzini merita tutto il plauso che ha sempre riscosso!
"piccolo e dolce fanciullo"
è un verso che non vedo l'ora de rivennemelo!
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Ma sta' zitto e impara, deficiente. |
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- Il mio cuore
Il mio cuore è una rossa macchia di sangue dove io bagno senza possa la penna, a dolci prove eternamente mossa. E la penna si muove e la carta s'arrossa sempre a passioni nove. Giorno verrà: lo so che questo sangue ardente a un tratto mancherà, che la mia penna avrà uno schianto stridente... ... e allora morirò. |
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