la prima legge per il finanziamento pubblico dei partiti venne approvata nel 1974,
col voto contrario del solo Partito Liberale, che cercò subito di raccogliere le firme
per il referendum abrogativo, senza però riuscirci
la legge era nata dopo gli scandali scandalo Trabucchi del 65 e quello dei petroli del 73,
per cercare di evitare che le aziende ottenessero appalti attraverso le tangenti ai partiti
servì a poco, come dimostrano i casi Looked e Sindona
nel 1978 ci provò il Partito Radicale ad abrogare la legge attraverso il referendum, ma
raccolsero solo il 43% dei consensi
l'intenzione dei referendari era quella di fare una legge che desse ai partiti solo i servizi,
le sedi, le tipografie e la carta a basso prezzo, ma come si sa, il referendum abrogativo
si limita alla abrogazione di una legge esistente, non ne fa una nuova
e quel 43% non bastava nemmeno per l'abrogazione
nel 1980 il Parlamento voleva addirittura raddoppiare i finanziamenti, ma lo scandalo
Caltagirone bloccò tutto per un anno
però nel 1981 le modifiche alla legge, raddoppio compreso, vennero approvate, malgrado
l'ostruzionismo dei radicali
che riescono solo nel 1993, dopo l'esplosione di tangentopoli, a fare promuovere il referendum
per l'abrogazione della norma di legge sul finanziamento pubblico dei partiti
IL REFERENDUM DI APRILE 1993 OTTENNE IL 90,3 DI CONSENSO ALL'ABROGAZIONE DI QUELLA
NORMA DI LEGGE
ma già nel dicembre dello stesso anno il parlamento aggiorna la legge esistente n.505 che parla di
rimborsi elettorali, che non è quella del finanziamento ai partiti, effettivamente abrogata
quindi la Costituzione è stata rispettata, anche se solo formalmente