Devi capire,… devi capire.
Certo, tutti vanno capiti, tutti hanno problemi. Quali sono i problemi?
Quelli che valutiamo in base al nostro modo di vedere le cose, od a un modo di vederle che si presume generale.
Certo, tutto sommato tutti abbiamo dei problemi.
Anche Monty, molti anni fa, e per risolverli, a diciott’anni, ha preso il fucile di suo padre e si è sparato in pancia.
Scrivendo che aveva dei problemi, e che nessuno capiva.
S’era impegnata a trovare una casa ad un cucciolo che la sua amica asseriva di razza pura.
Vero, per quanto riguardava la madre; il padre… beh probabilmente c’era stata una storia d’infedeltà, magari.
Non era di razza, e i suoi nuovi padroni l’avevano lasciato, anzi, lasciata in un angolo, in cantina.
Magari a qualcuno un animale che soffre può strappare una lacrima; no: lei piangeva a dirotto, in un modo non usuale. Quasi disperato.
E l’ha fatto per un paio di giorni.
“Se si è brutti non si ha il diritto di vivere? O la vita è fatta solo per i belli e i perfetti?”
Ha perso tutte le sue battaglie contro il suo fisico, proprio tutte.
E nella sua disperazione ha visto un brutto anatroccolo senza il lieto fine.
Potrebbe essere una cosa da strappare un sorriso ironico, solo che il pianto era strano: disperato, appunto.
Di chi ha visto spegnersi nella sua anima, probabilmente, anche l’ultima fiammella.
S’è vista nell’angolo di una cantina, reietta, perché l’ha natura l’ha resa tale nelle sembianze.
Ma non nella voglia di essere uguali a tutti i suoi simili.
Non a quello stereotipo forse sbagliato, sicuramente sgretolato in anni di problemi taciuti, per timidezza, debolezza, paura, vergogna od altro.
Qualcosa che m’ha toccato il cuore, e che forse m’ha suggerito la soluzione.
Anche se ne ho già due.
Ma ce ne possono stare anche tre.
E sembra proprio che nella mia intuizione abbia fatto centro. Almeno spero.
Benvenuta, Pej!