e invece una poesia l'ho sentita
stavo scendendo i 280 gradini, seminascosti tra la profumatissima
vegetazione mediterranea, che dalla strada scendono al mare
nell'aria solo iil canto sommesso degli uccelli, che riposavano nascosti
nel verde
a metà discesa sentii la voce di un uomo, era ancora lontana, alle mie
spalle, ma mi fermai e attesi perchè quella voce era stupefacente, in
quel luogo e in quel momento
non riuscivo a capire se l'uomo partasse a sè stesso o se parlasse
alle piante, aggli uccelli, al cielo e al mare
ma non stava parlando, stava recitando
una recitazione perfetta, coinvolgente, da vero grande attore
la modulazione della voce, la ritmica, le pause, tutto perfetto
così attesi, mentre la voce si avvicinava, e lo vidi arrivare, lento
e prudente, aiutandosi con il bastone scendeva senza che la
fatica dei gradini lasciasse traccia nel suo respiro e nella sua voce
mi spostai di lato per lasciare a lui tutto lo spazio dei gradini e
non osai riprendere la mia discesa prima di essere certa che il
rumore dei miei passi non poteva arrivargli
ma la sua voce continuò ad arrivare a me sino a quando la poesia
non giunse al termine
era una poesia di Giuseppe Ungaretti e la voce era quella dell'autore