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General: Leggere
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De: Merendina (Mensaje original) |
Enviado: 15/07/2012 06:29 |
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo- e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.
Cesare Pavese |
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Volevo dire che leggere serve anche per IMPARARE qualcosa, visto che non abbiamo la scienza infusa. A sentire Pavese, invece, sembrerebbe di sì. |
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Non parla di scienza infusa, infatti. Parte con un 'leggendo'... significa che quando si legge si scopre che molti dei pensieri così ben infiocchettati, li avevamo già pensati, magari in maniera meno aulica. Dà conferma il fatto che li si suggella, quindi è una sorta di autoreferenza in positivo. Ciò non toglie che ci siano anche i cerebrolesi, ma questo ragionamento abbisognerebbe di un giga di memoria.
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Diciamo che è ANCHE come dice lui, parlando, che so, di pensieri di carattere esistenziale, o diciamo umanistico, eccetera: il libro 'pettina' la confusione che avevamo in testa, riordina i pensieri e dà loro un nome appropriato. Ma alcune, anzi molte, nozioni, non le conosciamo affatto, e le apprendiamo come? O attraverso la tradizione orale, com'era una volta, o attraverso i libri (ultimamente anche attraverso la com di Franchino, vabbe'). |
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Lo ritengo un déjà vu d'impatto.
Nei bambini non si riscontrano casi di déjà vu perché occorre un certo sviluppo a livello cerebrale. Ma negli adulti, ammettendo lo sviluppo funzionale del cervello, il sistema del dèjà vecù dove la memoria coinvolge due distinti sistemi neuronali, ricordo e familiarità; la teoria attenzionale, della doppia percezione, prima un piccolo black out e immediatamente dopo l’informazione riprocessata; e teorie mnestiche, qualcosa che abbiamo visto o immaginato prima nella vita cosciente o in un sogno, portano allo scoperto nozioni interessanti.
Detto ciò, in modo scientifico, ovviamente mi sono informata, credo che tutti questi processi possano farci tornare al nostro discorso iniziale.
Chiamiamole come vogliamo, ma il nostro essere assimilando in modo conscio o inconscio migliaia di nozioni, ci riporta al fatto che 'leggendo', troviamo nel nostro intimo molto di quello che stiamo per 'imparare' (di nuovo?). |
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Secondo me stiamo parlando di cose diverse: tu (e forse Pavese) di qualcosa che era nascosto in un angolo magari inconscio della mente, e che il libro sa far riaffiorare; io, assai più brutalmente, del fatto che se una cosa non l'hai mai né vista né sentita te la devi studiare su un libro (o su un altro supporto, o da Franchino, vabbe', ma lo abbiamo già detto). O gli ideogrammi cinesi che uno si accinge a studiare sono un déjà vu che il libro ti riporta alla memoria cosciente? Magari... | |
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Sempre a parlare di massimi sistemi.
Il mio era più un discorso 'povero' dell'uomo comune.
(Mai mi permetterei di criticare il supporto duale franchino- ontologia) |
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...E perché, il mio era forse un discorso ricco del supereroe?
...capirai, ho menzionato Franchino, figurati un po'... |
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se leggendo Pavese trovava conferma al suo male di vivere quella citazione
può essere riferita a questo
ma è un modo malato di leggere
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Ma no, immagino si riferisse un po' a tutto lo scibile umano, anzi, penso, più che altro alle sensazioni. | |
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Ho letto tutto di Pavese.
Lo adoro.
Il suo male di vivere è comune alla stragrande maggioranza di noi. |
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De: Ramarra |
Enviado: 15/07/2012 23:00 |
Nella citazione di Merendina ci trovo del vero, perchè già nella scelta del libro a volte a me accade di preferire qualcosa che potrei condividere. Mi piace trovare conferma di qualche mio pensiero. Però è vero anche che io scelgo per curiosità, alcune volte mirata ad alcuni argomenti, altre volte lasciata in balia della "confezione" del libro. Mi sono capitate così letture illuminanti da cui ho imparato qualcosa, e letture sòla che ho sopportato finchè ho potuto e... dalle quali ho comunque tratto una quakche utilità. |
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E' capitato anche a me con il manuale per l'uso Samsung; però non l'ho comprato, l'ho scaricato dalla rete. | |
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è del tutto lecito interrompere a pag.10 (o anche prima) un libro che non piace e non interessa... o che, come talvolta accade, non è manifestamebte all'altezza delle aspettative suscitate nel volenteroso lettore dai furbeschi risvolti di copertina
cosa si può ricavare di buono dalla lettura di una cagata? solo del grandissimo nervoso, dico io... l'unica cosa che si può fare è archiviare e passare ad altro. |
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A me è capitato con Paulo Coelho: poveraccio, sarà pure un bravo scrittore, ma riesce solo a farmi sbadigliare (che eresia che ho detto, eh? Adesso verrò snobbato da tutti i consorzi culturali).
Però il topic era. non tanto sul valore di un libro, quanto piuttosto sul fatto che, almeno secondo Pavese, ciò che vi leggiamo in realtà già lo avevamo dentro. Mah, se lo dice lui... |
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non so se in un libro cerchiamo conferme, forse sì forse no, credo che quanto meno abbiamo necessità di trovare
una storia, dei pensieri ci che siano in qualche percentuale consoni, congeniali...
parlo per me, ma uno scrittore che mi annoia e chi mi fa indignare non riesco a leggerlo
io di solito non leggo per incazzarmi
(parlo da lettore non professionale, e non parlo del manuale di un rasoio elettrico) |
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