Che i maggiori successi editoriali degli ultimi tempi siano delle banalità mal scritte è un dato di fatto.
Lo stesso vale per i film, per la musica, per i programmi televisivi: ai vertici delle classifiche di vendita troverai, con pochissime eccezioni, delle cagate incredibili.
L'industria culturale è - appunto - un'industria, e come tale volta al profitto. Si tende a dare spazio a ciò che si presume piacerà alla stragrande maggioranza dei fruitori - e che darà un ritorno economico importante.
Si dà al gregge di caprette e di caproni quello che - si presume - esso desidera, o che comunque ragionevolmente si presume che possa comprendere: i cinepanettoni, le telenovelas, il Grande Fratello, Gigi D'Alessio, Moccia, quel pianista con quei ricci del cazzo che non mi ricordo nemmeno come si chiama...
Non è che voglio fare lo snob a tutti i costi, ma se la qualità fa fatica a farsi strada è perchè la stragrande maggioranza dei clienti di questo mercato (e lo scrivo senza virgolette) non ha gli strumenti per comprendere ed apprezzare opere di un livello di un cm più elevato del piano terra.
Questo è pur sempre il paese che per 18 anni ha creduto in Silvio Berlusconi... Occhè tu vòi sperà, Merendina ???