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General: AMORE OSPEDALIERO
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De: Peterpan® (Mensaje original) |
Enviado: 25/08/2012 12:40 |
Dal 12 agosto sono ricoverato, come molti sanno o pochi o non fa nulla, in ospedale. Sono stato colpito da una polmonite che m’ha invaso quasi tutto il polmone sinistro. M’ero presentato una settimana prima, avevano diagnosticato un semplice colpo d’aria, m’avevano dimesso con antinfiammatori. Una settimana dopo, otto giorni per essere esatti, mi presento con il mio scooterone alla Guardia Medica: boccheggiavo, e al malessere s’univa ovviamente il terrore dell’asfissia. Alla Guardia Medica chiamano un’ambulanza dopo avermi trattato con cortisone, mi sento un po’ meglio, semper laudetur. Mi riservo adire le vie legali, si dice così?
Una settimanuccia in una stanza a due letti, il vicino un po’ chiacchierone per i miei gusti, però va bene. Ma lo dimettono, e io vengo trasferito in una stanza a quattro. E qui comincia l’avventura…
Il trauma da trasferimento (in peggio), se vogliamo, l’ho superato presto; nemmeno ho detto più al personale che qui, d’accordo, non è un albergo, ma che se si liberasse un posto in una stanza, che so, con quarantadue vergini, gradirei esservi associato senza indugio. Anche quarantuno potrebbero bastare.
La stanza era occupata da due sole altre persone. Persone?
Quello di fronte a me aveva le ginocchia più grosse delle cosce, sembrava una foto scattata appena dopo l’ingresso degli Americani in qualche lager tedesco ma anzi peggio. Aveva mille pendagli attaccati al braccio: flebo, apparecchiature elettriche; mancavano un santino della Madonna, un cornetto rosso antisfiga e saremmo stati a posto. Lo venivano a trovare, suppongo, figlia e genero; ho visto anche un’anziana da immaginarsi consorte. Per il resto stava lì a sonnecchiare come un vegetale. Va detto che almeno per mangiare si metteva seduto. Sere fa aveva cagato (sì, ho detto ‘cagato’) e subito aveva impregnato la stanza di un effluvio che Dior non grifferebbe. Erano venute le infermiere e lo avevano nettato. Meno male.
L’altro, che giaceva (‘giaceva’) alla mia destra, nemmeno tentava di alzarsi. Al mio arrivo m’aveva mormorato qualcosa con una voce vibrante che somigliava a quella degli operati alle corde vocali di una volta, i quali ricorrevano a un apparecchietto esterno vibrante che poggiavano alla gola per poter emettere suoni udibili; quel qualcosa era stato da me sia male udito che peggio interpretato, proprio non capivo di cosa o di chi parlasse; più tardi un’infermiera, a seguito delle mie umanamente giuste lamentele per essere stato schiaffato in quel mini-lazzaretto, m’aveva spiegato che questo signore non aveva assunto i tranquillanti o che so io – insomma, delirava. Siamo a posto.
Nei giorni a seguire si sono avvicendati altri pazienti, che in comune avevano l’essere anziani e piuttosto malandati: la questione polmonare doveva essere solo una delle tante.
C’è tutta una tradizione che ci tramanda l’immagine della donna come crocerossina: le Pie Donne, la Deposizione, la Pietà, l’immagine fissa della moglie o della figlia che assistono l’uomo malato: tra le mille condanne della donna c’è anche questa, evidentemente. Sarà forse perché da sempre hanno a che fare loro con i neonati, e neonato significa piscio e merda, sarà che ci siamo inventati che ella è più paziente, sarà che forse lo è davvero per questioni genetiche; ma a questo tipo di caratteristiche insite nel DNA sono portato a credere poco: immagino siano cultura dominante, mentalità, emulazione, senso del dovere, lavaggio del cervello, fate voi; e in mezzo a tutto ciò, voglio almeno sperare, affetto.
Sta di fatto che qui si alternano mogli e figlie, tutte obbedienti, ossequienti a quello che somiglia a un copione, a imboccare e rimbocare il malato padre o marito, a chiamare l’infermiera quando questi s’è cagato addosso, ad assistere impassibili al cambio del pannolone con relativa esibizione di flaccidume, scena davvero disgustosa, laddove un tempo v’era ciò che contribuì al piacere delle prime e alla nascita delle seconde.
Cosa vuoi saperne tu, ormai mummificato nel tuo stato di single, di questa devozione, di questo che possiamo ben chiamare amore? …E cosa voglio saperne? In effetti, poco, soprattutto se pensiamo che sempre più, col passare del tempo, mi sfugge il significato di questa parola, ‘amore’, inflazionata, abusata, dalle canzonette alla letteratura per shampiste, in Facebook onde attrarre proseliti o quantomeno per manifestare la propria presenza, dovunque… Ma almeno chi ne fa uso sa cosa sta dicendo?
D’accordo, non ne so nulla. Ma al momento, e spero di mantenermi saldo nei miei propositi (di potermelo permettere), mai e poi mai vorrei mia figlia a pulire la mia merda, né ad assistere alla cerimonia. Forse pensavano e dicevano lo stesso questi vegliardi che la sorte e le esigenze di reparto mi assegnano come compagni di stanza, non lo so né posso saperlo; ma allora esprimo un altro proposito: se devo ridurmi così, una larva, sì, ho detto una larva, che il Padreterno o il facente funzioni mi mandi un colpo fulminante, un po’ come le saette di Giove: sarà meglio per me, per il bilancio dell’ASL, per i miei familiari.
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Ripeti sempre e con immutato fervore che le donne sono delle crocerossine, se non tutte, il 99%, lo posti appena te ne capita l'occasione. Il preludio ... pie donne, la pietà... potrebbe passare per un'interpretazione positiva, ma poi vai a cadere su una tua, non precisata, teoria riguardo la donna che si prostrerebbe a una cultura dominante, mentalità, emulazione e chi più ne ha, più ne metta. Ma le vedi proprio così decerebrate ste donne? Prosegui con l'alternarsi di mogli e figlie, obbedienti e ossequienti, mi chiedo se un familiare va a trovare un parente malato cosa dovrebbe fare, sputargli in faccia? Lasciare che crepi nella sua merda? Dovremmo morire tutti nel fiore dell'età per non avere cedimenti strutturali, così come tu chiami 'flaccidume', fa parte della vita e nella vita resta. Certo non è una scena idilliaca ma non ci trovo nulla di così scandaloso.
Quello che trovo scandaloso invece sono i ricatti morali degli uomini a danno delle malcapitate mogli, figlie. Spesso le portano all'ospedale 'a fare visita' e se ne stanno in macchina con le più svariate scuse ... il puzzo d'ospedale, i malati che fanno angoscia, la malattia che progredisce, probabilmente ascolteranno la partita alla radio. Ma ognuno fa i conti con la propria coscienza. Devozione e amore sono due cose ben distinte, possono coesistere ma hanno finalità diverse. L'amore di facebook è una piazzata da mercato, mentre sono convinta che esista in altre manifestazioni meno pubbliche.
Se il fato vorrà che tra qualche anno ti caghi addosso, non ti preoccupare, puoi sempre chiamare i pompieri, fanno presto, ti lavano bene e poi te ne torni alle tue faccende. |
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e poi, anche i giovani si cagano addosso, varda mò qui.....
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Parti inutilmente da una posizione difensiva, fai sparate a difesa di non è chiaro chi o cosa, quando qui nessuno, io almeno, voleva puntare l'indice accusatore.
Io mi pongo delle domande credo lecite, non ho affermato perentoriamente che le donne sono delle crocerossine, né che tutte lo siano, né che siano solo questo. Né sostengo che questo sia necessariamente un difetto, o che lo sia in tutte le occasioni. Mi chiedo inoltre (senza sentenziare, bada bene: SENZA emanate verdetti) quanto vi sia di innato in certi comportamenti e quanto di indotto (hai presente la monaca di Monza? Fin da piccola le bambole che le davano per giocare erano vestite da suore).
Ho idea peraltro di nutrire assai più stima della donna di quanta non ne abbia tu stessa - e senz'altro più di quanta tu ne nutra verso l'uomo; e sicuramente vivo assai meno prevenzioni.
Dici comunque cose che trovo condivisibili:
Quello che trovo scandaloso invece sono i ricatti morali degli uomini a danno delle malcapitate mogli, figlie. Spesso le portano all'ospedale 'a fare visita' e se ne stanno in macchina con le più svariate scuse ... il puzzo d'ospedale, i malati che fanno angoscia, la malattia che progredisce, probabilmente ascolteranno la partita alla radio. Ma ognuno fa i conti con la propria coscienza. |
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Benedetti figliuoli,
non sapete che c'è un'età per le amanti ed una per le badanti?
Il problema (per molti uomini) è rendersi conto di quando termina la prima e di quando comincia la seconda...
... la transizione tra le due età può essere traumatica (con crisi depressive, stracciamenti di maroni a chiunque capiti a tiro ecc.) ma anche no...
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A parte gli scherzi, il problema di molte coppie è la mancanza di condivisione.
Ci si ritagliano dei ruoli, io (uomo) faccio alcune cose, tu (donna) ne fai delle altre.
Lo so che è quasi inevitabile, ma da questa caghata iniziale si rischia di scivolare pian piano in due esistenze parallele e non comunicanti...
...non condividendo niente o quasi delle incombenze della quotidianità la convivenza diventa squalliduccia... magari ci si intende su questioni di fondo, sulla weltanschauung (si scriverà così? )... ma non si può disquisire tutta la vita (ripetitivamente) sui massimi sistemi, poi ci si rompono anche le balle... e si finisce che praticamente non si ha più niente in comune, e poco o niente da dirsi... |
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... la transizione tra le due età può essere traumatica (con crisi depressive, stracciamenti di maroni a chiunque capiti a tiro ecc.) ma anche no...
vero, ma fino agli anni 70 la transazione iniziava a 40 anni
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Si badi: io vedo il ruolo di mogli o figlie - badanti come una condanna, come un'ennesima incombenza affidata al pianeta femminile: difficile immaginare un'inversione di ruoli, dove è il marito o il figlio maschio che badano alla moglie/madre inferma. Ci sono casi, ma rari, a quel che conosco io. Sarà anche perché le donne di solito godono di maggior salute, mah.
Caro Bepy, quello che stai dicendo non so cosa c'entri col topic. Non che lo trovi sbagliato, ma io vertevo maggiormente sull'angoscia che mi procura questo vecchiume e sulla assoluta non voglia di finire così: sparatemi prima, grazie. E parallelamente mi interrogavo su questo ruolo che sembra quasi stabilito dalla nostra mappa genetica, di mogli e figlie che con rassegnazione, o affetto, o senso del dovere - ma che cazzo ne so chi glielo fa fare (quale profondo motivo o più motivi), stanno lì a fare da badanti.
Un poscritto per Merenduzzle: Caz, io di questi uomini che trovano scuse per non salire in corsia non avevo neanche mai sentito parlare. Ma li conosci tutti te? |
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De: Ramarra |
Enviado: 26/08/2012 13:39 |
Hanno inventato la lavatrice, la lavastoviglie, la lavasciuga. Adesso ci vorrebbe la lavapersone. Con l'età che si allunga e la necessità di badare a chi non è più autosufficiente può darsi che la facciano. Nelle strutture a lunga degenza potrebbe essere un tunnel dove fanno entrare la gente sul supporto (lettino/carrozzina/sedia) e con un nastro le fanno passare dal prelavaggio al lavaggio all'asciugatura e alla spruzzata di borotalco. alla fine uni nfermiere li accoglie, li riveste e gli spruzza il deodorante che preferiscono. Ollè !
Magari parlo a vanvera... di base sono dell'idea che all'occorrenza si fa tutto quello che serve e basta. Però penso anche che sia una cattiva abitudine quella di traferire tutta la famiglia accanto al letto del familiare in ospedale. Quando ci sono capitata (grazie a Dio poche volte) ero sempre infastidita dalle visite continue della gente ai miei vicini, perchè non potevo riposare nè stare in pace, fra le persone che venivano quelle che rimanevano, le infermiere e le telefonate era proprio fastidioso. Quando mi sono fatta l'artroscopia al ginocchio dovevo starci solo 2 giorni scarsi, per questo lasciai stare la cameretta singola, mi dissero che avrei diviso la stanza con una coetanea. Non l'avessi mai fatto ! Se non stava lì la madre c'era il marito col figlio, oppure la suocera, oppure il padre, e poi al telefono di continuo dalla mattina presto alla sera, non stava zitta mai. E che straccia di palle per davvero. Doveva farsi un'artroscopia pure lei mica la giustiziavano (purtroppo). Mi ero portata un libro da leggere e mi toglievano anche il piacere di farlo. Sua madre rimase anche la notte, da matti. Anche mio marito pensava di rimanere per la notte ma gli dissi che se avessi avuto bisogno di qualcosa avrei chiamato l'infermiera. Fu carino e lo apprezzai, ma...... che diavolo le pago a fare le tasse per il servizio sanitario io ????
Insomma ..se serve serve.... ma spesso non serve, è solo ineducazione e su questa gli infermieri marciano perchè cercano di far fare agli altri, e questa cosa non mi piace per niente.
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Ah, io faccio presto: ormai liberato dall'ossigeno - oggi m'hanno tolto anche la 'farfalla' dal braccio, flebo non me ne faranno più, come vedo che la stanza si riempie prendo su lo smart e le cuffie + la Sett. Enigmistica (o il Sudoku) e me ne vado. In alternativa mi porto dietro il PC e amen. La 'mia' gente la ricevo in una sala fuori dal reparto, soprattutto se c'è Pico. |
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Tesoro mio, lo indichi in questo post quello che voleva dire Peppe, la vecchiaia, la decadenza fisica e psichica, che terrorizza un po' tutti.
Chi non si augura di 'crepare' prima di essere costretto ad essere accudito come un bambino puzzando come un vecchio?
Io non sono prevenuta affatto nei riguardi del pianeta maschile, è una certezza la mia. |
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E allora lo indico io, sia pure con altre parole; comunque, hai capito che contro la donna non avevo scritto nulla, anzi, casomai avevo scritto a favore? |
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il mio post n.8 era un commento all'immagine merendiniana del marito che rimane in automobile a leggere la Gazzetta dello Sport, mentre la moglie va in corsia a visitare o ad accudire il parente ammalato.
Lo so che sono andato off topic.
Ho pensato a quante coppie male assortite, squilibrate ho visto in vita mia...
...a quanta non condivisione mostravano...
...e mi dico sempre che non tutti nascono per vivere in coppia, e sarebbe bene che molti se ne rendessero conto |
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Vabbe', o Bepy, se ci mettiamo a disquisire sui motivi 'perversi' del perché due s'accoppiano ce n'è da riscrivere la Treccani - dopodiché, come diceva il Faber, cercare di impararla a memoria e dopo non molto dar di matto. Credo che un ruolo primario lo reciti la paura della solitudine, e nel caso del maschiotto la totale imbranataggine di fronte anche a un apriscatole - per quanto donne 'casalinghe' se ne trovino sempre meno, ma si vede che, per quanto poco esperte, sanno metter su una lavatrice sempre meglio dell'interdetto ometto cocco di mamma. In diversi casi che sento e leggo, poi, una specie di dominio quasi ipnotico che uno dei due esercita sull'altro; a volte è la convenzione sociale, da dividersi in due sottogruppi: il primo, 'Be', stiamo insieme da tot, le famiglie si conoscono, gli amici comuni blablabla'; l'altro, 'Ormai abbiamo trent'anni, Alberto e Gianna già aspettano il primo figlio, Andrea e Sara stanno al secondo...'
Qui in ospedale sono stato rimorchiato senza ritegno da un'anziana simpatica signora - scherzo, è un piacere scambiare due chiacchiere con lei, e quendo sei stufo 'Uuuh, devo fare una telefonata!' e te la squagli. Non sono solo, insomma, piagnistei da web (quanti ne leggo!): qui davanti ho una testimonianza reale di quanto accennavo sopra in termini di fascino ipnotico: lei si definisce irretita, allora, dal solito maschio dominante, di quelli che hanno il sale a portata di mano ma fanno alzare la moglie per farselo passare; lei, del resto, non è che conoscesse altri schemi comportamentali: sei una donna e la donna devi fare. Non ha studiato, la mia compagna di reparto, ma te la sa contare: dice che da qualche anno vivono da separati in casa, da quando cioè lei si è svegliata e s'è stancata di fare la colf. 'Ho l'impressione che mio marito da allora mi rispetti di più', dice. Ed eccotelo, infatti: è venuto a farle visita, atteggiamento in effetti deferente, poi va' a sapere come stanno in realtà le cose ma tant'è.
Un aspetto per così dire simpatico della vita di coppia è lo stare insieme per potersi lamentare con tutto il mondo o quasi del partner - d'accordo, è il solito fenomeno da incasellare sotto la voce 'piagnonismo', insomma stiamo sempre là. Quando qualcuno, qualcuna più che altro, mi sciorina una serie tale di difetti del compagno da far pensare che questi meriti di essere relegato a Sant'Elena, a volte mi viene da sorridere; altre volte salomonicamente draconizzo (buona questa!!!) e pongo la domanda che pongo poi non è ma duro granito: 'Scusa, ma date 'ste premesse cosa stracazzo ci stai a fare?' Ma mentre pongo (o Das) la domanda già conosco la risposta, che tanto è sempre immancabilmente quella nonostante altre 'verità' che mi si pretende di contrabbandare: va bene così, soffro e poi piango davanti al mondo intero, dare e avere risultano così bilanciati: è di questo che mi nutro. Aspetto simpatico, dicevo, quando mi piglia bene; quando mi piglia male - ossia, dovrei forse dire, quando guardo le cose come vanno guardate perché secundum non datur, penso e a volte dico all'interlocutore che stare soli non è certo il massimo, ma che a vedere loro due c'è da ringraziare tutte le divinità in ordine alfabetico per non dover stare a recitare simili ruoli di merda, che sono parte di quei ruoli che ti fanno chiedere 'Ma che cazzo campo a ffa'?' Questa mia replica di solito mi costa occhiate che dovrebbero significare che io dell'amore non ho capito nulla - colpa mia, adesso, se al CEPU non te lo insegnano?
Una mia amica ricercatrice, quindi poco incline ai fumettoni romantici da Baci Perugina e da Facebook, mi spiegava che un uomo ama la donna che gli ha dato un figlio, 'biostatisticamente' parlando, finché la creatura non compie sui tre anni, cioè è svezzata e un minimo autonoma. Forse tutto questo è un po' esagerato; ma che forse le cose siano da guardare così, come, diciamo, Natura sembra averle disposte? |
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