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De: Tony Kospan (Mensaje original) |
Enviado: 05/01/2010 18:49 |
EPIFANIA IN... POESIA
A cura di Tony Kospan
Cari amici la poesia, come ben sapete,
affronta ogni aspetto della nostra vita...
La Befana... (che amo per la sua italianissima tradizione)
negli ampi suoi aspetti...
di Epifania... di Stella Cometa guida dei Re Magi... etc...
dunque non poteva non interessare i poeti... famosi e non...
Ne ho trovate davvero tante e come al solito ne ho scelte alcune... quelle più significative per me...
Le prime 2 di autori non famosi...
si sono lasciate preferire per la loro originalità... e simpatia...
Quella lunghetta del Pascoli è forse la più bella poesia mai scritta sulla simpatica vecchietta
e dunque un classico che non poteva mancare...
Quella di Edmond Rostand ci parlapoi in modo sublime della Stella dei Re Magi...
ed infine quella che amo di più... di Jammes
che pur nella sua brevità...
è sublime mella sua profondità ed umanità
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che piacciono a voi...
IL MISTERO DELLA BEFANA Massimo Grillandi Vecchia, dev'esser vecchia per davvero. sono duemila anni che cammina. Proprio non so come faccia la vecchina a portare con sé un negozio intero. Dentro quel sacco ce ne son di cose: trombe. trenini. bambole e pistole, palle e fucili. quanti se ne vuole. Son faccende. a dir poco, misteriose. Come scenda. ad esempio. negli oscuri e stretti fori dei camini e vada per monti e valli, lungo la sua strada e nessuno dimentichi o trascuri.
BEFANE ALLA RISCOSSA Cristina Pia Sessa Sgueglia Befane arruffate Di stringhe a sorpresa Stracciate di stoffe legate E nasi aquilini in difesa. Di scope destrieri felini Di sacche di juta e carbone Attese da grandi e bambini Se portano doni e torrone. Ma vecchie in gonnelle sapienti Saltellano in groppa di crine Befane carine esordienti Spazzine rifatte veline. Di notte nel cielo stellato c’è mossa in circuito celeste che sposta le vecchie befane alla nuova riscossa!
LA BEFANA
Giovanni Pascoli Viene viene la Befana vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare, ad ascoltare or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano. Che c’è dentro questa villa? Uno stropiccìo leggero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla. Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda...tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni. guarda e guarda...ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini. Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale; il lumino brilla e sale, e ne palpitan le tende. Chi mai sale? Chi mai scende? Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso. Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana, passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra. E che c’è nel casolare? Un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare. Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda... tre strapunti con tre bimbi a nanna, buoni. Tra la cenere e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti... E la mamma veglia e fila sospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in fila... Veglia e piange, piange e fila. La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange e c’è chi ride; essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sul bianco monte.
LA STELLA Edmond Rostand
Persero un giorno la stella. Com'è possibile perdere la stella? Per averla fissata troppo a lungo... I due re bianchi, ch’erano due sapienti di Caldea, col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento... Ma la stella era scomparsa come sscompare un’idea, e quegli uomini, l'anima dei quali aveva sete di essere guidata, piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri, disse a se stesso: "Pensiamo alla sete che non è la nostra. Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali".
E mentre reggeva il suo secchio, nello spicchio di cielo in cui si abbeveravano i cammelli egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
(simpatico video)
EPIFANIA
Francis Jammes
Non ho, come i Magi che son dipinti sulle immagini, dell'oro da recarti. Dammi la tua povertà. Non ho neppure, Signore, la mirra dal buon profumo nè l'incenso in tuo onore. Figlio mio, dammi il tuo cuore.
CIAO DA TONY KOSPAN
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Tante poesie e storie girano intorno a questa vecchina che da sempre viene attesa con tanta
ansia, specialmente dai bambini.
La Befana Discesi dal lettino son là presso il camino, grandi occhi estasiati, i bimbi affaccendati
a metter la scarpetta che invita la Vecchietta a portar chicche e doni per tutti i bimbi buoni.
Ognun, chiudendo gli occhi, sogna dolci e balocchi; e Dori, il più piccino, accosta il suo visino
alla grande vetrata, per veder la sfilata dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo.
Quelli passano intanto nel lor gemmato manto, e li guida una stella nel cielo, la più bella.
Che visione incantata nella notte stellata! E la vedono i bimbi, come vedono i nimbi
degli angeli festanti ne' lor candidi ammanti. Bambini! Gioia e vita son la vision sentita
nel loro piccolo cuore ignaro del dolore. Guido Gozzano
Non ho, come i Magi che son dipinti sulle immagini, dell'oro da recarti.
Dammi la tua povertà. Non ho neppure, Signore, la mirra dal buon profumo nè l'incenso in tuo onore.
Figlio mio, dammi il tuo cuore. F. Jammes
La Befana! Scenderà dal camino e... E farà scattare l'antifurto! Come l'antifurto? Me l'ha detto papà: l'antifurto scatta sempre,
anche se vede volare una farfalla. Povera nonna! Lei all'antifurto non aveva pensato.
Aveva sempre avuto una certa antipatia per i
giocattoli radiocomandati, ma non pensava che
la Befana dovesse distribuire caramelle e
carbone con l'ululato della sirena d'allarme e magari
in compagnia della pattuglia del 113! Luciano De Crescenzo
La Befana
Ora che ci penso, è parecchio tempo
che la Befana non mi porta regali. Debbo dire di più: che non si fa addirittura viva.
Come mai? Che la cara vecchina sia morta? Mi spiacerebbe. Non la conoscevo di persona, anzi non l'ho mai vista. Ma ella è stata un tempo gentile con me. Mi ha fatto spesso trovare dei cavallucci di legno,
non mi ha mai lesinato le trombe e una volta
mi portò un elmo con la coda. Che sia morta non è improbabile. Già quando le ero bambino, aveva un'età piuttosto avanzata. Ma -ora che ci penso -la Befana è stata mai giovane? Mia nonna ebbe qualche volta occasione di dirmi
che da bambilta riceveva anche lei doni dalla «vecchia Befana. Non disse mai dalla giovane Befana. Né io ho mai sentito parlare dell'infanzia della Befana,
dei suoi primi anni di vita, dei suoi primi passi per il mondo. Evidentementé, la Befana non deve avere avuto
una infanzia troppo allegra; per lei, la Befana non c'era... Achille Campanile
Ho trovato diverse storie sull'origine di questa
vecchina, questa e' una delle tante:
Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il
Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava
la morte e la rinascita della natura, attraverso la
figura pagana di Madre Natura. La notte del 6
gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver
donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva
sotto forma di una vecchia e benevola strega,
che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca,
Madre Natura era pronta ad essere bruciata
come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle
ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a
distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare
i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo. In molte regioni italiane infatti, in questo periodo,
si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli
del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai
campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso
o si accendono imponenti fuochi, o addirittura
in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di
paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati
durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio.
BUONA BEFANA A TUTTI Annamaria
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La Befana Gianni Rodari
Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.
La Befana tra miti e leggende
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa che ricorre, il sei Gennaio e ricorda la visita che i Re Magi fecero a Gesù Bambino portandondogli dei doni. Il termine “Befana ” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”. La Befana è nell'immaginario collettivo un mitico personaggio con l'aspetto da vecchia che porta doni, dolci e caramelle, ai bambini buoni, cenere e carbone ai bambini disubbidienti la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
La leggenda risale alle tradizioni precristiane, in cui si credeva che nelle 12 notti seguenti il Natale magiche figure femminili solcassero il cielo a cavalcioni di scope magiche, spargendo la loro magia benevola sui campi sottostanti appena seminati.
Gli antichi romani l'accostarono alla figura di Diana dea della caccia. La religione cattolica, condannò duramente queste credenze, etichettandole come riti satanici, in quanto si innegiava alla magia e soprattutto si venerava una figura magica femminile. E non bastò il rigore di questa condanna per far smettere ai contadini di credere che questi voli notturni avvenissero, e furono accostati sempre più alle forze del male e non a quello che doveva essere in origine riti benefici per ingraziarsi madre natura.
In origine il Natale era la festa del Dio sole e del fuoco ed in quel giorno veniva festeggiato il solstizio d’inverno, si celebrava la morte e la rinascita della natura, il 12esimo giorno era la conclusione dei festeggiamenti ed il ceppo di Natale aveva finito di bruciare nei focolari delle case.
La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, aveva faticato non poco al servizio dei contadini, governando le forze della natura, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che dalle sue ceneri rinascesse la giovane madre natura, che avrebbe preso il suo posto per un anno, fino alla& nbsp;sucessiva epifania. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.
La tradizione cristiana narra, che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
L’iconografia della befana è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate così come viene ricordata nelle varie filastrocche:
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana:
Viva viva la Befana!
oppure
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!
La tradizione vuole che
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni della sua scopa e sotto il peso di un sacco pieno di lecornie e giocattoli, per i bambini buoni ma anche di una buona dose di cenere e carbone per quelli che durante l’anno appena trascorso si sono comportati male, lei passi sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini vicino ai letti. I bambini la sera precedente preparano per lei in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
Buona Epifania a tutti
Grazia
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De: jiuy |
Enviado: 06/01/2010 11:49 |
Hai proprio ragione Tony: niente meglio della poesia fa fiorire le gemme del cuore! Lo dimostrano le poesie scelte da te, da Annamaria, da Grazia: bellissime!Inserisco quelle che ho trovato io e che mi sono sembrate dense di contenuti. Buona Befana a tutti!
~ Ecco avanza la Befana di Cleonice Parisi
La Befana, viene e avanza, sotto braccio alla speranza, intonando un solo suono “Ogni Bimbo al Mondo è Buono”. è nel cuore dei piccini che più acceso è questo fuoco ma davvero basta poco, forse men che una scintilla, ad accendere nei grandi quella stessa Meraviglia. Ecco avanza la Befana la sua corsa non sia vana, lascia aperto il cuore al dono anche tu sei un bimbo buono.
Alla Befana Gianni Rodari
Mi hanno detto, cara Befana, che tu riempi la calza di lana, che tutti i bimbi, se stanno buoni, da te ricevono ricchi doni. Io buono sono sempre stato ma un dono mai me l'hai portato. Anche quest'anno nel calendario tu passi proprio in perfetto orario, ma ho paura, poveretto, che tu viaggi in treno diretto: un treno che salta tante stazioni dove ci sono bimbi buoni. Io questa lettera ti ho mandato per farti prendere l'accelerato! O cara Befana, prendi un trenino che fermi a casa d'ogni bambino, che fermi alle case dei poveretti con tanti doni e tanti confetti.
La Befana Discesi dal lettino son là presso il camino, grandi occhi estasiati, i bimbi affaccendati
a metter la scarpetta che invita la Vecchietta a portar chicche e doni per tutti i bimbi buoni.
Ognun, chiudendo gli occhi, sogna dolci e balocchi; e Dori, il più piccino, accosta il suo visino
alla grande vetrata, per veder la sfilata dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo.
Quelli passano intanto nel lor gemmato manto, e li guida una stella nel cielo, la più bella.
Che visione incantata nella notte stellata! E la vedono i bimbi, come vedono i nimbi
degli angeli festanti ne' lor candidi ammanti. Bambini! Gioia e vita son la vision sentita
nel loro piccolo cuore ignaro del dolore.
Voglio fare un regalo alla befana Gianni Rodari
La Befana, cara vecchietta, va all'antica, senza fretta.
Non prende mica l'aeroplano per volare dal monte al piano, si fida soltanto, la cara vecchina, della sua scopa di saggina: è così che poi succede che la Befana... non si vede!
Ha fatto tardi fra i nuvoloni, e molti restano senza doni!
Io quasi, nel mio buon cuore, vorrei regalarle un micromotore, perché arrivi dappertutto col tempo bello o col tempo brutto...
Un po' di progresso e di velocità per dare a tutti la felicità!
Giusy
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