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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: ORIGINALITA IN POESIA E.. . NON SOLO...
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 16/01/2010 19:15

 

 
 
L'ORIGINALITA' IN POESIA E NON SOLO
 A cura di Tony Kospan
 
 
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Nel vasto... fantastico mondo della poesia non manca un genere del tutto particolare che anzi occupa un posto importante... ed ha da sempre tantissimi estimatori. Parlo delle poesie talvolta dissacranti talvolta divertenti....ma sempre dense di umori e sapori anticonformisti che ci consentono di vedere le cose della vita da un diverso punto di vista. 

 

Queste prescelte sono di autori noti...
e non poteva certo mancare una del mio mito...
in queste genere, il dissacrante Bukowski...

Insieme alle poesie... anche le musiche...
sono inconsuete... come le immagini...
tutte del grande Jim Warren...
 vero re della Fantasy Art.  
 



E' quindi con alcune di esse che vi auguro una felicissima... ed... ehm ehm... perché no...  originalissima domenica...

Come al solito... se vi va... mi fa piacere leggere le poesie che parlano al vostro cuore...

 
TEMPI BRUTTI PER LA POESIA
Bertolt Brecht
 
Sì, lo so: solo il felice
è amato.
La sua voce
è ascoltata con piacere.
La sua faccia è bella.
L'albero deforme nel cortile
è frutto del terreno cattivo, ma
quelli che passano gli danno dello storpio
E hanno ragione.
Le barche verdi e le vele allegre della baia
io non le vedo.
Soprattutto
vedo la rete strappata del pescatore.
Perché parlo solo del fatto
che la colona quarantenne cammina in modo curvo?
I seni delle ragazze
sono caldi come sempre.
Una rima in una mia canzone
mi sembrerebbe quasi una spavalderia.
In me si combattono
l'entusiasmo per il melo in fiore
e il terrore per i discorsi dell'imbianchino*.
Ma solo il secondo
mi spinge alla scrivania.
 
* Con "l'imbianchino" Brecht si riferisce a Hitler.
  
 
 
CHE DIREBBE
Storni Alfonsina
 
Che direbbe la gente,
vuota d'ogni follia,
Se in un giorno fortuito,
per ultrafantasia,
mi tingessi i capelli di viola e d'argento,
mettessi un peplo greco
e coi capelli al vento,
con un serto di fiori:
myosotis o gelsomini,
cantassi per le strade al suono dei violini,
o dicessi i miei versi correndo per le piazze,
con il mio gusto libero da volgari corazze?
Affollando le strade verrebbero a guardarmi?
Come una fattucchiera vorrebbero bruciarmi?
Campane suonerebbero per richiamare a messa?
A ridere, pensandoci, da sola mi son messa.
 
 
 
 
IL MIO FUNERALE
 Nazim Hikmet
 
Il mio funerale partirà dal nostro cortile?
Come mi farete scendere giù dal terzo piano?
La bara nell'ascensore non c'entra
e la scala è tanto stretta.
Il cortile sarà, forse, pieno di sole, di piccioni,
forse nevicherà,
i bambini giocheranno strillando
forse sull'asfalto bagnato cadrà la pioggia
e al solito ci saranno i bidoni per la mondezza.
Se mi tiran su nel furgone col viso scoperto,
come usa qui,
forse mi cadrà in fronte qualcosa di un piccione, porta fortuna,
che ci sia o no la fanfara, i bambini accorreranno
i bambini sono sempre curiosi dei morti.
La finestra della nostra cucina
mi seguirà con lo sguardo
il nostro balcone
mi accompagnerà col bucato steso.
Sono stato felice in questo cortile,
pienamente felice.
Vicini miei del cortile,
vi auguro lunga vita, a tutti.
 
 
Image1.jpg image by jrinier
 

 

NEL GIARDINO PUBBLICO
Alexis Diaz Pimienta

Una giovane ha appena accavallato le gambe
e il poeta spera che il vento sia suo complice.
Sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
l’unica strada verso la felicità.
La giovane sorride,
estranea all’importanza della sua coscia
parlando di profumi o ragazzi o promesse.
E il vento soffierà
- di fronte a tanta insistenza soffierà –
ma la vera fortuna sta nel fatto
che la mano della giovane
non scenda in tempo,
e la sua pelle continui ad essere possibile.

 

 

 

IL MAZZO DI FIORI
Prevert

Che fai laggiù bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiù ragazza
Con quei fiori quei fiori seccati
Che fai laggiù bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiù già vecchia
Con quei fiori che muoiono

"Aspetto il vincitore".

 

 
SI' SI'
Charles Bukowski
 
quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra
quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo
ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.
 

   

Se ami anche tu il mondo della poesia...vieni... ne...
 
  
Ciao da Tony Kospan
 



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: primula46 Enviado: 17/01/2010 00:21


La parola originalità rappresenta uno dei miti della nostra epoca non solo nel campo letterario,
ma in ogni settore della vita umana.
L'originalità assoluta non esiste, ma l'esistenza di un'originalità relativa non può essere posta in dubbio,
anche se ogni novità non è sorta come fiore nel deserto, perché lo stesso fiore germoglia da un seme in un ecosistema preesistente.



L'originalità consiste piuttosto in una ristrutturazione personale di elementi preesistenti.



Lo stesso discorso può essere applicato alla poesia.
Spesso si assiste a una spasmodica ricerca del nuovo, inteso come diverso, eccentrico, fuori del comune, al punto che l'artista mira quasi di più a colpire la fantasia del pubblico che a esprimere contenuti profondi .




TRE TEMPI

I pesci shakespeariani nuotavano in mare, lontano dalla terra;
I pesci romantici nuotavano in reti che facevano capo a una mano;
Che cosa sono tutti quei pesci che boccheggiano sulla spiaggia?

William Butler Yeats





Enigma

"Di rado troviamo", dice Salomone Allocco,
"una mezza idea nel piu' profondo sonetto.
Attraverso i suoi sottili espedienti scorgiamo
agevolmente, come in un berretto di Napoli -
ciarpame! robaccia! - come puo' portarlo una signora?
E piu' pesa, pero', della vostra stoffa petrarchesca -
piumate assordita' che un lieve soffio disperde
e ammucchia in cartaccie sol che l' esaminiate".
E Salomome ha invero ragione.
I soliti versi tuchermaniani sono bubbole
notorie - effimere e cosi' trasparenti -
ma questa mia, ora - potete esserne certa -
e' solida, nitida, immortale - e tutto questo
a causa dei cari nomi che vi sono celati.

E. A. Poe



Le stagioni della vita

Un corredo di vizi e virtù
Il pallottoliere dei nostri anni migliori
Fotografie sbiadite di un'età innocente
Alberi di sapori,colori,sensi lasciano cadere i loro frutti ancora acerbi
Ricordi di chi ci ha voluto bene.....e a chi abbiamo donato il nostro amore
Indossare di volta in volta panni sporchi e puliti
Osservare con finta saggezza percorsi di guerra già vissuti e mai conclusi
Il gusto di poter assaporare il brivido caldo di una dolce melodia
Una penna scrive pagine sempre uguali
La presunta diversità rientra nell'ordinaria follia
Una cartella di bilanci colma di cose superflue
Ma...è sempre il primo giorno di scuola........

Marco Saya






LA MUSA MALATA


Ahimè, povera musa mia, che cos'hai stamane?
I tuoi occhi vuoti sono popolati di visioni notturne, e
vedo sul colore del tuo volto riflettersi alterni, freddi
e taciturni, follia e orrore.

Il succube verdastro ed il folletto rosa hanno versato
in te, dalle loro urne, la paura e l'amore? E d'un
pugno dispotico e ribelle l'incubo ti ha forse
annegata al fondo di un favoloso Minturno?

Vorrei che esalando odore di salute il tuo petto fosse
frequentato sempre da pensieri vigorosi e il tuo
sangue cristiano scorresse a ritmici fiotti,

come i suoni numerosi delle sillabe antiche ove
regnano volta a volta Febo, padre di canzoni e il
grande Pan, signore delle messi.

Charles Baudelaire






FORTE E FRAGILE


Non credere
che io non sia fragile,
mi basta una parola
per stare male.
Sono forte
perché la vita
non mi ha regalato niente.
Ho sempre inventato storie
per non sentirmi sola.
La vita è un'altalena
tra il male e il bene,
tra il brutto e il bello,
la follia e la ragione.
L'equilibrio
è un'equazione,
che non sempre riusciamo a risolvere.
Siamo come le lucertole,
ci stendiamo al sole,
per poterci scaldare,
e se ci prendono per la coda
la lasciamo,
ne crescerà un'altra,
e ricominceremo.


Vellise Pilotti





Se

Se amare fosse un’arte
io sono un’artista,

Se Dio fosse la luce
io sono illuminato,

Se la sincerità fosse la follia
io sono pazzo,

Non so perché scrivo le poesie
io non sono un poeta…

Mahmoud Shahmirzadi



Buona domenica
Grazia





Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 17/01/2010 09:09
 
Il grande valore di un artista,
in qualunque campo si esprima, e' l'originalita'. 
 Quello di riuscire ad esprimere la propria specificità,
unicità, peculiarità: il fatto di essere
irripetibili nell'esser se stessi.
 

Dice Martin Buber che:
""Con ogni uomo viene al mondo qualcosa
di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di
primo ed unico (...) ciascuno (...) ha l'obbligo
di riconoscere e considerare che lui è unico
al mondo nel suo genere e che al mondo non
è mai esistito nessun uomo identico a lui.
Se infatti fosse già esistito al mondo un uomo
 identico a lui, egli non avrebbe motivo di essere
 al mondo! Ogni singolo uomo è cosa nuova
nel mondo e deve portare a compimento
 la propria natura in questo mondo."
 
 
La creatività infatti è strettamente legata
all'originalità.  è l'originalità che ci porta
ad essere creativi e non ripetitivi.
L'opposto di originale è "copia", "fotocopia" è
 un qualcosa di ripetitivo, imitato. Il contrario
 della creatività è dunque la ripetizione, l'imitazione,
mentre la creatività è qualcosa di nuovo che nasce
 spontaneamente, altrimenti c'è il già conosciuto,
il già fatto che viene portato avanti, il ripetere che
 diventa rassicurante perché lo conosco e non 
 mi serberà mai delle sorprese.
 

Se fossi fuoco, brucerei il mondo;
se fossi vento, lo sconvolgerei con tempeste;
se fossi acqua, lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare.
Se fossi papa, allora sarei allegro,
perché potrei mettere nei guai tutti i cristiani;
se fossi imperatore, lo saprei fare proprio bene;
taglierei la testa di netto a tutti quanti.
Se fossi morte, andrei da mio padre;
se fossi vita, non rimarrei con lui;
lo stesso farei con mia madre.
Se fossi Cecco, come sono e sono sempre stato,
terrei le donne giovani e belle,
e lascerei quelle zoppe e vecchie agli altri.
Cecco Angiolieri
 
 
Vieni Con Me
(hermann hesse)
Vieni con me!
Devi affrettarti però -
sette lunghe miglia
io faccio ad ogni passo.
Dietro il bosco ed il colle
aspetta il mio cavallo rosso.
Vieni con me! Afferro le redini -
vieni con me nel mio castello rosso.
Lì crescono alberi blu
con mele doro,
là sogniamo sogni dargento,
che nessun altro può sognare.
Là dormono rari piaceri,
che nessuno finora ha assaggiato,
sotto gli allori baci purpurei -
Vieni con me per boschi e colli!
tieniti forte! Afferro le redini,
e tremando il mio cavallo ti rapisce.
 

CORRISPONDENZE (Charles Baudelaire)
 
La Natura è un tempio in cui pilastri vivi
a volte emettono confuse parole;
l’uomo, osservato da occhi familiari,
tra foreste di simboli s’avanza.
Come lunghi echi che di lontano si confondono
in una unità profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore,
i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Esistono profumi freschi come carni di bambino,
dolci come oboi, verdi come praterie,
- ed altri corrotti, ricchi e trionfanti,
che hanno l’espansione delle infinite cose,
come l’ambra, il muschio, l’incenso e il benzoino
e cantano l’estasi dello spirito e dei sensi.
Tratto da "I fiori del male"
 

LA NUBE VOLA
... La nube vola sull'ali rosse incontra il sole,
e lo copre d'un velo roseo,
come un bambino;
poi lo porta a dormire nel mare azzurro.
L'occhio si bea.
Il cuore par che riposi e parli col Signore.
Un'ora, un'ora almeno di questa gioia...
No. La nebbia sale, come un nemico.
Bigia copre il mare, spegne la nube rossa,
avvolge tutto di tenebra...
E di tenebra muta anche il cuore ti fascia.
Non sai più dove stare.
Aspetti che ritorni la luce,
come i bambini aspettano la madre...
Scevchenko Taras
 

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
 è così, mio usignolo, tra te e me
c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare...
(N.Hikmet)
 
 
Non più donne gentili,
Non più sospiri e pianti
Gli uomini furon sempre
Bugiardi ed incostanti
Un piede sulla sponda
E l'altro in mezzo all'onda
…Donne di tanto lutto
Non c'è ragione alcuna;
Fu così senza scampo
Da che splende la luna;
Da che l'estate ha foglie
Serpi la terra accoglie…
W. Shakespeare
 

RAGAZZI "MARINI"
Sono come la marea...
vanno e vengono dalla tua vita!
Sono profondi come il mare...
talmente tanto...
da non capirli mai abbastanza!
Sono pragmatici e nascondo segreti
della loro essenza come i fondali marini
nascondo i segreti della vita primordiale!
Sono freschi e spensierati come la
brezza mattutina che accarezza il mare!
Vogliono la libertà così come non è possibile
tenere "imbrigliate" le acque dell'oceano!
Sanno cambiare sentimenti e umore così
come il vento passo sul mare e lo increspa!
Sono dolci e romantici come
un tramonto su una spiaggia deserta!
Vogliono il calore di una donna
che li ami e li riscaldi incondizionatamente
così come fa il sole con le onde!
E sanno bene come cullarti tra le loro
calde acque per poi inghiottirti
nel vuoto più freddo e più buio che esista!
E chissà... per questo noi donne li amiamo tanto
perchè sono i controsensi della vita stessa
messi insieme in un unico essere!
Il mare è sempre fonte di fascino perchè
puoi vederlo tutto con un colpo d'occhio
e perchè nasconde segreti inimmaginabili...!
Questi sono i ragazzi "marini"...
di qualunque luogo di mare...
Anonimo
 

Tutto ciò che vediamo è qualcos'altro.
L'ampia marea, la marea ansiosa. è l'eco di
un'altra marea che sta laddove è reale il mondo che esiste.
Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza.
La notte fredda, il passare del vento sono ombre di mani
 i cui gesti sonol'illusione madre di questa illusione.
F.Pessoa
 
 
Ermetismo in riflessione
di woquini
 
Gonfiar la notte nella nebbia,
espandere il tempo che ci resta
in muta ricerca che si riflette
in vischiosità accidiosa.
Ricordi di struggenti, inutili
ilarità e attese oppresse
che notte gonfiata e obesa
rende alle menti degli insonni.
Animali in lista attendono
il passo più fiacco e muto,
come la voce nella mente pia
cerca nella mistica, l’abbandono.
Inutili preghiere ostacolano
l’espansione del pensiero,
che cerca nell’immensità notturna
la fuga dalle belve in attesa.
Annamaria

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: jiuy Enviado: 17/01/2010 17:56

 

 

APPARIZIONE

Stephane Mallarmè

La luna s’attristava. Serafini piangenti,

L’archetto alzato, in sogno, dalle viole morenti

Traevan, nella calma di vaporosi fiori,

Bianchi singhiozzi a petali dagli azzurri pallori.

-Era quel santo giorno del nostro primo bacio.

La fantasia, martirio cui da sempre soggiaccio,

S’inebriava sapiente al profumo di tristezza

Che pur senza rimpianto lascia e senza amarezza

La vendemmia d’un sogno al cuore che l’ha colto.

Dunque erravo, alle vecchie pietre l’occhio raccolto,

Quando per via, col sole sui capelli splendente,

E nella sera, tu m’apparisti ridente,

Ed io vidi la fata dal cappuccio di luce

Che un tempo sui miei sonni di fanciullo felice

Già passava, lasciando, dalle sue mani belle,

Nevicar bianchi fiori di profumate stelle.

   

         

BREZZA MARINA

Stephane Mallarmè

La carne è triste, ahimè! E ho letto tutti i libri.

Fuggire là, fuggire! Io sento uccelli ebbri

D’esistere tra cieli e ignorate spume.

O notti! Né il chiarore deserto del mio lume

Sulla pagina vuota che il candore difende,

Riterrà questo cuore che al mare si protende,

Né la giovane donna che allatta ad una culla,

Né antichi parchi a specchio d’occhi pensosi, nulla.

Io partirò! Veliero dall’alta alberatura,

Salpa l’ancora verso un’esotica natura!

Un Tedio, desolato dalle speranze inani,

Crede ancora all’addio supremo delle mani!

E questi alberi forse, amici alle tempeste,

Sono quelli perduti che il vento adesso investe,

Perduti, senza vele, né verdi isole ormai…

Ma tu, mio cuore, ascolta cantare i marinai!

 

 MEZZOGIORNO D'INVERNO

Umberto Saba

In quel momento ch'ero già felice

(Dio mi perdoni la parola grande

e tremenda) chi quasi al pianto spinse

mia breve gioia? Voi direte: « Certa

bella creatura che di là passava,

e ti sorrise ». Un palloncino invece,

un turchino vagante palloncino

nell'azzurro dell'aria, ed il nativo

cielo non mai come nel chiaro e freddo

mezzogiorno d'inverno risplendente.

Cielo con qualche nuvoletta bianca,

e i vetri delle case al sol fiammanti,

e il fumo tenue d'uno due camini,

e su tettue le cose, le divine

cose, quel globo dalla mano incauta

d'un fanciullo sfuggito (egli piangeva

certo in mezzo alla folla il suo dolore,

il suo grande dolore) tra il Palazzo

della Borsa e il Caffè dove seduto

oltre i vetri ammiravo io con lucenti

occhi or salire or scendere il suo bene.

 

 

 

DIARIO DELLA NOTTE

Charles Wright

- Tre parole contengono

tutto il certo che sappiamo della vita ventura,

o dell'ultima: Chiudi gli occhi.

Tutto il resto è diceria,

finti specchi, finestre cieche

abbaglianti come vetro istoriato

nell'irriducibile sole.

 - Io scrivo con inchiostro visibile,

parole nere che scompaiono se sollevate nella luce -

io scrivo

per dimenticare, non per ricordare,

parole come migliaia di frammenti di pellicola

esposti al sole.

Non vedo mai nient'altro che il fondo.

 - Tutti vogliono raccontare la loro storia.

Dicono i cinesi che viviamo nel mondo delle diecimila cose,

Ognuna delle diecimila cose

ci urla

precisamente nulla,

la melodia d'un silenzio ormai compreso,

parole come contrassegni,

tramonti embolici che s'essiccano dietro la lingua.

Se fossimo così eloquenti,

se il nostro dire potesse come la passiflora spargere la buona novella,

le sue candele votive

fosforescenti e articolate nell'alone verde

di primavera, di certo qualcosa sentirebbe la nostra voce.

 - Anche una scheggia di bellezza

è bellezza ostica alla mente,

parole color del vento

in movimento là sui campi

confuse dal vento e dal vento sbalzate,

astratte come luccichìi d'acqua,

i campi color del leone e color della corda

come in un dipinto del Paradiso,

i corpi che languono sopra il cielo

trascinando le loro buie identità,

vanno alla deriva e colano nel nulla

dietro di loro

in movimento là sui campi

come si muovono le parole, lentamente, trascinando le loro buie identità.

 - Le nostre parole, come baci soffiati, sono inghiottite da fantasmi

lungo il cammino,

le loro mete smarrite

in un tocco di splendore infinito:

com' è sempre distante ogni cosa,

e tuttavia vicina,

musica che comincia a salire come fumo sotto gli alberi.

 - Gli uccelli attaccano un chiasso atonale

non sincopato

da un albero all'altro,

canti di rugiada

le cui canzoni non hanno parole

da un albero all'altro

quando la notte si mette le sue lenti scure,

una su questa fronda, altre due là dietro.

 - Le parole, come tutte le cose, còlte nella loro finitudine.

Qui iniziano, qui finiscono

per quanto in alto si sollevino -

io lo so, e questo è il mio castigo,

e non amo mai nulla così tanto

da imprimere in me un marchio

e calarmi di colpo nella beatitudine.

 

Serena serata a tutti!

Giusy

                                                                                                                                                                                                      



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