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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: EROS E POESIA IL TEMA DI QUESTA DOMENICA...
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 23/01/2010 19:02

 
 
EROS E POESIA
A cura di Tony Kospan
 
 
Care amiche ed amici amanti della poesia
eccoci al  tradizionale  tema poetico domenicale.
 
Stavolta torniamo... secondo tradizione...
una volta in ogni stagione... al tema dell'Eros in poesia.
 
 

 
 
Come saprete non tratteremo dell'eros spinto o volgare
che pure ha un suo posto nel mondo della poesia
bensì di quello classico ed elegante...
 
Debbo infine dire che con il freddo poi che impera ...
qesto tema serve anche a scaldarci un pò...
 
 
 
 
Penso, e dunque non lo faccio, sia del tutto inutile dilungarsi sull'Eros
e sulla sua importanza nella nostra vita... e nell'amore...
e la prova ne è che per gli antichi era una divinità...
 

 

Gli autori delle poesie prescelte sono tutti grandi poeti...

e come sempre mi piacerebbe leggere quelle poesia che,

sul tema, amate voi...

 

[:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7][:crew7]

 

 
 
DENTRO L'AMORE
Alfonso Gatto
 
Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l'ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d'avermi, e già dal ridere mi volti
nella raffica buia, mi cancelli
per affiorare dal lamento vano.
Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel distinguermi il volto, grata, piena
d'aperto e poi ripresa dalla lena
della dolcezza, calma a poco a poco
come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhi che balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.
 
 
 
 
 
 
EROS
 Umberto Saba

Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
è fascino? è disgusto? è l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,
una marcia guerriera.
 
 
 
 
 
 
FIESTA
Jacques Prévert  
 
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
 
 
 
 
LUCìA MARTìNEZ
Federico Garcia Lorca
 
Penombra di seta rossa.
Le tue cosce, come la sera,
vanno dalla luce all'ombra.
Recondite ambre nere
oscurano le tue magnolie.
Eccomi qui, Lucìa Martìnez.
Vengo a consumarti la bocca
e a trascinarti per i capelli
in un'aurora di conchiglie.
Perché voglio, e perché posso.
Penombra di seta rossa.
 
 
 
LASCIAMI LIBERE LE MANI...
Pablo Neruda

Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mie dita scorrano
per le strade del tuo corpo.
La passione - sangue, fuoco, baci -
m'accende con tremule fiammate.
Ahi, tu non sai cos'è questo!
è la tempesta dei miei sensi
che piega la selva
sensibile dei miei nervi.
è la carne che grida
con le sue lingue ardenti!
è l'incendio!
E tu sei qui, donna,
 come un legno intatto
ora che tutta la mia
 vita fatta cenere vola
verso il tuo corpo pieno,
 come la notte, d'astri!
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solo ti desidero,
 ti desidero solamente!
Non è amore, è desiderio
 che inaridisce e s'estingue,
è precipitare di furie,
avvicinarsi dell'impossibile,
ma ci sei tu,
ci sei tu per darmi tutto,
e per darmi ciò che possiedi
sei venuta sulla terra -
com'io son venuto
 per contenerti,
desiderarti,
riceverti!
 

 
 
 
 SE AMI LA POESIA VIENI ANCHE TU...
NEL GRUPPO DI FACEBOOK
 
 

 
CIAO DA TONY KOSPAN
 



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: primula46 Enviado: 24/01/2010 00:44







L’eros è la potenza primordiale che domina l’uomo,
conducendolo dove vuole, anche in rovina a volte.
Ha una forza indomabile, irresistibile, legata al desiderio
che oltrepassa la volontà individuale di uomini e dei!...
Eros!...Eros come sogno, come desiderio, come fantasia segreta.
Eros come istinto, come pulsione viscerale, a volte
lontana dalla logica, dalla razionalità…

Claudio Bisio








...Io vorrei essere il rosa e l'argento nel correre lungo i sentieri,
ed egli mi inseguirebbe inciampando,
turbato dal mio riso.
Vedrei il sole balenare nell'elsa della sua spada e nelle fibbie delle sue scarpe.
Mi piacerebbe
condurlo in un labirinto lungo i sentieri modellati,
uno splendente e ridente labirinto per il mio innamorato dai pesanti stivali.
Fino a che non mi afferrasse nell'ombra;
e i bottoni del suo giustacuore premerebbero nell'abbraccio il mio corpo,
che dolora, che si scioglie, che non ha paura....

AMY LOWELL



Sei
di Nazim Hikmet

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.



Ho fame della tua bocca - Pablo Neruda

 





Casida della donna distesa
di F. Garcia Lorca

Vederti nuda è rievocare la terra.
La terra piana e priva di cavalli.
La terra senza un giunco, forma pura
chiusa al futuro: confine d'argento.
Vederti nuda è comprendere l'ansia
della pioggia che cerca fragili fianchi,
o la febbre del mare dal volto immenso
che non trova la luce della sua guancia.
Il sangue risuonerà nelle alcove
e verrà con spada di folgore,
ma tu non saprai dove si celano
il cuore di rospo o la violetta.
Il tuo ventre è uno scontro di radici,
le tue labbra un'alba senza profilo,
e sotto le tiepide rose del letto gemono
i morti, in attesa del loro turno .




Corpo di donna
di Pablo Beruda

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

 
Sete di te m'incalza
di Pablo Beruda

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.


Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.


Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.

 




In sordina
di PAUL VERLAINE


Calmi nella penombra
che gli alti rami spargono
penetriamo il nostro amore
di questo silenzio profondo.

Uniamo le nostre anime, i cuori
ed i sensi in estasi,
in mezzo ai vaghi languori
dei pini e dei corbezzoli.

Socchiudi gli occhi,
incrocia le braccia sul seno,
e dal tuo cuore assopito
scaccia per sempre ogni progetto.

Lasciamoci persuadere
al dolce soffio che culla
e che ai tuoi piedi viene ad increspare
le onde di erba rossa.

E quando, solenne, la sera
cadrà dalle nere querce,
voce della nostra disperazione
l'usignolo canterà.

 



 
Vi auguro una serena domenica,




Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 24/01/2010 05:29

Divisorio

 

L'EROS E NOI

Le azioni degli uomini, insegnava Freud, non sono mai casuali, ma possono dipendere in talune circostanze da impulsi di emozioni celate che spesso si rivelano molto più in grado di influenzare il comportamento umano di quanto possa la logica della ragione.

L’uomo di per se stesso non è nato per stare da solo. Nasce da una donna e la donna rappresenta, anche nelle culture antiche, l’altro con cui confrontarsi, con cui stabilire una relazione. L’eros è uno dei sentimenti più nobili dell’uomo e può trasformarsi in una forma di comunicazione.

La cultura moderna ha reso l’eros una sorta di consumo per cui l’emozione non va provata, ma va consumata in un gesto. Gli antichi greci, che erano filosofi, sapevano che la vita di un uomo attraversa vari stati d’animo.

Conoscerli e controllarli costituiva l’antica sapienza greca. La cultura religiosa al contrario o ha esaltato l’eros fino a farne uno strumento inebriante la volontà umana o l’ha assimilato alla fonte di ogni male: il peccato.

Papa Benedetto XVI ha chiarito nella sua prima enciclica come la chiesa non consideri affatto l’eros, o l’atto sessuale, una forma di peccato poiché fa parte della natura umana. Il peccato, nella concezione cattolica, è lo scopo di voler usare una persona come se fosse un oggetto negandole de facto la propria dignità e la possibilità di relazionarsi con la persona con cui si trova ad interagire. E’ questa la vera legge del de-siderio dal latino: de sidera che significa lontano da ciò che c’è di più nobile.

I greci consideravano l’eros inferiore solo all’agapè: la forma di amore perfetto.....
 Corrado Belmonte


Vorrei poter soffocare

Vorrei poter soffocare
nella stretta delle tue braccia
nell'amore ardente del tuo corpo
sul tuo volto, sulle tue membra struggenti
nel deliquio dei tuoi occhi profondi
perduti nel mio amore,
quest'acredine arida
che mi tormenta.
Ardere confuso in te disperatamente
quest'insaziabilità della mia anima
già stanca di tutte le coose
prima ancor di conoscerle
ed ora tanto esasperata
dal mutismo del mondo
implacabile a tutti i miei sogni
e dalla sua atrocità tranquilla
che mi grava terribile
e noncurante
e nemmeno più mi concede
la pacatezza del tedio
ma mi strazia tormentosamente
e mi pùngola atroce,
senza lasciarmi urlare,
sconvolgendomi il sangue
soffocandomi atroce
in un silenzio che è uno spasimo
in un silenzio fremente.
Nell'ebrezza disperata
dell'amore di tutto il tuo corpo
e della tua anima perduta
vorrei sconvolgere e bruciarmi l'anima
spardere quest'orrore
che mi strappa gli urli
e me li soffoca in gola
bruciarlo annichilirlo in un attimo
e stringermi stringermi a te
senza ritegno più
ciecamente, febbrile,
schiantandoti, d'amore.
Poi morire, morire,
con te. Il giorno tetro
in cui dovrò soliatrio
morire (e verrà, senza scampo)
quel giorno piangerò
pensando che potevo
morire così nell'ebbrezza
di una passione ardente.
Ma per pietà d'amore
non l'ho voluto mai.
Per pietà del tuo povero amore
ho scelto, anima mia,
la via del più lungo dolore.

C.Pavese


VOGLIO UNA COPPA PIENA SINO ALL'ORLO
di JOHN KEATS

"Che terribile bellezza!
Da quest'istante strappo dalla mia mente qualsiasi altra donna"


Voglio una coppa piena sino all'orlo
E dentro annegarci l'anima:
Riempitela d'una droga capace
Di bandire la Donna dalla mente.
E non voglio dell'acqua poetica, che scaldi
I sensi al desiderio lussurioso,
Ma una sorsata profonda
Tracannata dalle onde del Lete,
Per liberare con un incanto il mio
Petto disperato dall'immagine
Più bella che gli occhi miei festanti
Videro, intossicandone la mente.

è inutile - mi perseguita struggente
La dolcezza di quel viso.
Lo sfavillio del suo sguardo splendente -
E quel seno, terrestre paradiso.

Mai più felice sarà la vista mia,
Ché ha perso il visibile ogni sapore:
Perduto è il piacere della poesia,
L'ammirazione per il classico nitore.

Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.
Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Così sarà lei per me in eterno
L'aura della mia memoria.


LA SOTTOVESTE

Lungamente interrogata e stretta
da vincoli tremendi
se avessi avuto un futuro di pace
o un futuro di guerra.
Mi lasciai scivolare la sottoveste
da entrambe le spalle.
Per la verità le trovarono lisce
come quelle di una bambina.
Ma trovarono torpido il mio cervello
che aveva amato.
Videro i fiori della mia carne
e dissero che ero incorrotta.
Ma quel cencio strappatomi via
da tante e tante ferite
se lo contesero in molti.
La mia nudità fu la mia vergogna
per tutta la vita
e mi scomparve Orfeo per sempre.

Alda Merini - da Titano amori intorno -

Divisorio

Annamaria


Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: jiuy Enviado: 24/01/2010 16:19
                                                                                                                                                                          

 

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INVITO ALL'AMORE

GIUSEPPE CONTE

Sei così bella questa stasera

così assurdamente felice

che dovrei osare ora, subito

farti scivolare giù la camicia

larga e bianca attraverso

cui intravedo il tuo seno

e prenderti qui nel giardino,

prenderti sino al primo mattino.

Invece ci siamo appena baciati

e adesso già fuggiamo via

dicendoci solo: ci rivedremo.

Ma quando? Dove? Chi ci assicura

che tanta brama domani dura?

 

   

 

DUE CORPI

OCTAVIO PAZ

 Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte due onde

e la notte è oceano.

Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte due pietre

e la notte deserto.

Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte radici

nella notte intrecciate.

Due corpi, uno di fronte all'altro,

sono a volte coltelli

e la notte lampo.

 

 

 

TE LO RICORDI, INFEDELE, QUEL MATTINO

GIUSEPPE CONTE

 

Te lo ricordi, infedele, quel mattino

che dormivamo nudi vicino

e un sole più che orientale

salendo veloce le scale

bussò ai nostri vetri e ci svegliò?

Te lo ricordi, infedele, o no?

Il primo raggio forte, sereno,

si infranse alla sommità del tuo seno

così scoppiò per un istante

un vortice di luce inondante

da te, da noi, eco del fuoco disperso

di quando cominciò l'universo;

come se due che hanno fatto l'amore

fossero madri di tutte le aurore.

 

 

 

CANZONE DEL MASCHIO E DELLA FEMMINA

PABLO NERUDA

 

Canzone del maschio e della femmina!

Il frutto dei secoli

che spreme il suo succo

nelle nostre vene.

La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa

per uscire migliorata da te,

il cuore che si disperde

stirandosi come una pantera,

e la mia vita, sbriciolata, che si annoda

a te come la luce alle stelle!

Mi ricevi

come il vento la vela.

Ti ricevo

come il solco il seme.

Addormentati sui miei dolori

se i miei dolori non ti bruciano,

legati alle mie ali,

forse le mie ali ti porteranno,

dirigi i miei desideri,

forse ti duole la loro lotta.

Tu sei l’unica cosa che possiedo

da quando persi la mia tristezza!

Lacerami come una spada

o senti come un’antenna!

Baciami,

mordimi,

incendiami,

che io vengo alla terra

solo per il naufragio dei miei occhi di maschio

nell’acqua infinita dei tuoi occhi di femmina!

 Giusy

 

                                                                                                                                                                    


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