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SCIENZE E CURIOSITA: SCOPERTA PIANTA INTELLIGENTE!
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 18/01/2010 14:05
 
SCOPERTA PIANTA “INTELLIGENTE"!  
RICONOSCE LA SUA SPECIE ED ATTACCA QUELLE RIVALI
 
 
Incredibile scoperta botanica negli States. E’ stata trovata una pianta che riconosce i suoi simili e difende il territorio. Era considerata finora appartenente alla famiglia dei fiori di lavanda (Cakile edentula), ma ora qualcosa dovrà essere rivista. A partire dal nome. Gli scienziati che hanno scoperto le sue capacità l’hanno soprannominata “Sea Rocket“, letteralmente “Razzo Marino”, perchè vive nella regione dei Grandi Laghi americani, e attacca le specie “rivali” con una sorta di razzi.
Non solo. Infatti questa pianta, oltre a riconoscere i suoi “parenti”, riserva loro un trattamento preferenziale. Infatti se nel suolo in cui lei vive, dovesse nascere anche un’altra pianta che lei non riconosce, immediatamente le invia un grappolo di germogli nutrienti che si attaccano alle radici. Se poi la riconosce come componente della sua famiglia, rilascia il nutrimento e si ritrae, altrimenti la soffoca.
 

PIANTAINTELLGR.jpg picture by orsosognante


La sorprendente scoperta ha fatto restare gli scienziati ancora di più a bocca aperta in quanto, nella maggior parte degli animali, non c’è questa coscienza di sè e dei propri simili come quella di questa pianta, nonostante i chiari vantaggi che un animale può avere. Il meccanismo funziona come la difesa del territorio, che permette la crescita dei propri simili e la lotta contro specie diverse.
La scoperta è stata fatta da Susan A. Dudley, una ecologista e studiosa dell’evoluzione delle piante all’Università McMaster di Hamilton, in Ontario, sulla base di uno studio di una sua studentessa neolaureata, Amanda L. File. Si è detta stupefatta di quello che ha trovato la Dudley, perchè non si aspettava che le piante avessero in segreto una vita sociale. Da questa scoperta poi sono partite una serie di ricerche tra i suoi colleghi, che hanno portato alla scoperta di altre 3 specie considerate “sociali”, cioè in grado di riconoscere i parenti ed interagire con loro.
 

Secondo la Dudley la consapevolezza che le piante fossero solo ferme e “vegetassero”, nel vero senso della parola, era dovuto al fatto che finora si era trattata la socialità solo nel senso animale del termine, senza tener conto che le piante avessero una vita diversa, e quindi un modo diverso di agire. Altre piante agiscono come il razzo di mare, ma con modalità differenti. Infatti ne esiste una, il “Dodder“, del genere Cuscuta, che espelle delle sostanze chimiche nel suolo e nell’aria. Queste si vanno a posare sugli organismi “concorrenti”, e hanno una reazione positiva se fanno parte di quella famiglia, negativa se sono di altre famiglie. Questi agenti chimici sono una sorta di parassita, incapace di nascere indipendentemente, che serve per riconoscere gli agenti nutrienti da altre piante per poi segnalarli nella pianta madre e contribuire alla sua sopravvivenza. Infatti il Dodder non è in grado di utilizzare la fotosintesi per la propria nutrizione, e così si è “inventata” questa maniera alternativa.
 

piantaintellig2.jpg PIANTA INTELLIGENTE picture by orsosognante


La sua maniera di agire è a dir poco impressionante. Esso infatti apre i propri germogli con un movimento circolare, rilasciando un campione di prodotti chimici che arrivano, per via aerea, sulle altre piante. Attraverso essi questa pianta riesce ad ottenere delle informazioni sui vegetali che ha vicino, proprio come farebbe un cane che annusa l’aria. Trovata la propria vittima, il Dodder cresce nella sua direzione, finchè non gli arriva addosso e si ciba di essa (come nella foto). La dottoressa Consuelo De Moraes ha spiegato senza mezzi termini questo comportamento, paragonandolo a quello animale, letteralmente come un piccolo verme che si sposta verso le altre piante.
Non bisogna pensare però che queste piante siano dotate di un piccolo cervello. Secondo il biologo dottor Eric Brenner, si tratta solo di un complicato sistema di impulsi elettrici che attraversano da parte a parte la pianta, portando ad una semplice reazione ad uno stimolo. La dottoressa Dudley però avverte di non confondere queste scoperte con credenze non scientifiche, come che le piante provino emozione o che esse amino la musica classica e odino il rock, o peggio ancora che per farle crescere rigogliose bisogna parlargli. Certo è che adesso gli scrittori di fantascienza avranno qualcosa di nuovo da scrivere.
 
Fonte: The New York Times.
L'articolo originale del giornale americano ed il video in questo link
 
Dal sito http://www.ecologiae.com/ - Impaginazione T. K.
 
 
CIAO DA TONY KOSPAN
 
 


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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: Liana Enviado: 18/01/2010 16:11
 
 Un gruppo di studenti del Politecnico di Singapore (e non poteva essere altrimenti)
 ha dato “alla luce” una pianta intelligente che brilla non appena sente il bisogno di
 essere annaffiata. Questo è stato possibile grazie ad una modifica genetica delle
 foglie nelle quali è stato impiantato il gene di una medusa.
 
 

 

Mi chiedo dove arriveremo...



Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: Liana Enviado: 18/01/2010 16:34

Le piante pensano e prendono decisioni, questa è l’ultima sensazionale scoperta che cambierà non poco le carte

 (o le piatenze) in tavola ai vegetariani (e non solo). Secondo una ricerca condotta dall’Università di Firenze

 in collaborazione con L’università di Bonn, le piante hanno un cervello e si troverebbe nelle radici.

 

 

Riporto alcuni tratti interessanti degli articoli che parlano della notizia.

Altro che vegetare: le piante pensano e prendono decisioni .Sono creature intelligenti che sentono, dialogano, calcolano.

 A modo loro, pensano».Cosa si dicono? «Lanciano avvertimenti, scambiano informazioni, si dicono cose come

 ”stai lontana che questa zona è mia”, “stiamo attenti perchè è in arrivo una colonia di insetti erbivori”, “qui fa troppo caldo”,

 “qui fa troppo freddo”, “spostiamoci perchè non c’è abbastanza acqua”, “qui ci sono inquinanti e non si vive bene”».

Questo significa che hanno un linguaggio proprio e che quindi possegono un relativo sistema di rappresentazioni,

 prova inequivocabile che dispongono della capacità di giudizio. Hanno anche loro un Io o se vogliamo un punto di vista.

Nelle piante è stata infatti scoperta un’attività di tipo neurale che utilizza neurotrasmettitori e sinapsi a partire dalla estremità

delle radici. "I meccanismi di questa sensibilità - spiega Mancuso - non erano mai stati studiati ed analizzati,

come invece è stato fatto con queste ricerche che aprono oggi un nuovo orizzonte scientifico di immenso interesse".

Su ogni singola punta delle radici (il nome è apice radicale) c’è un gruppo di cellule che comunica usando neurotrasmettitori,

 proprio come i nostri neuroni; e queste cellule elaborano e rispondono alle informazioni che arrivano qui da tutta la pianta.

Ciascun apice è autonomo, ma può anche coordinarsi con gli altri. Un vero e proprio cervello diffuso il cui funzionamento

 a rete ricorda quello di internet, e che permette agli alberi non solo di comunicare, ma persino di avere una memoria e una

 sorta di autocoscienza. L’impulso scorre nel cervello della pianta attraverso molecole, i neurotrasmettitori, molti dei quali

 sono gli stessi con cui comunicano i neuroni animali. «In questi apici troviamo glutammato, glicina, sinaptotagmina, gaba,

 acetilcolina. Ci siamo chiesti: che cosa ci stanno a fare, se le piante non hanno una trasmissione sinaptica?»

 racconta il ricercatore. Se era noto che i vegetali producono sostanze attive neurologicamente, come caffeina,

 teina o cannabina, la scoperta di neurotrasmettitori ha evidenziato l’attività neurale".  Anche il ruolo del più importante

 ormone vegetale finora conosciuto, l’auxina, è stato ridefinito. Baluska: «Permette alla pianta di accrescersi o di emettere

 nuove radici ed è un neurotrasmettitore specifico dei vegetali, molto simile alle nostre melatonina o serotonina».

 

 

 

«è tempo di dare il benvenuto alle piante nel novero degli organismi intelligenti» afferma Peter Barlow,

 della School of biological science dell’Università di Bonn. Una prova di «intelligenza vegetale», del resto, è il comportamento

 in caso di difficoltà. Le piante agiscono infatti con lo stesso sistema prova-errore degli animali: davanti a un problema

 procedono per tentativi fino a trovare la soluzione ottimale di cui, poi, si ricordano quando si presenta una situazione simile.

Se per esempio manca acqua, aumentano lo spessore dell’epidermide, ne chiudono le aperture, gli stomi, evitando

 la traspirazione. Riducono poi il numero di foglie aumentando quello delle radici per esplorare zone vicine."

Quindi i processi biologici delle piante non sono del tutto meccanici ma le piante ci "mettono del loro". Le piante scelgono.

Tenendo conto di tutti questi stimoli l’apice decide cosa fare. Decisione che viene anche dal ricordo: una pianta che ha già

 affrontato un certo problema è in grado di rispondere in modo più efficiente. «Questa caratteristica» ricorda Mancuso «era nota:

 si parlava di acclimatazione. Per esempio, l’olivo a ottobre-novembre si modifica per affrontare l’inverno. Finora lo si spiegava

 come una risposta meccanica alle variazioni ambientali. In realtà la pianta decide di farlo quando sente le condizioni

 che ha memorizzato». Quindi non solo la pianta è in grado di imparare, analizzare, fare collegamenti e memorizzare,

 ma è in grado di controllare il suo sviluppo al di là delle condizioni e gli impulsi che vengono dall’ambiente in cui si trova.

 una prova  che l’evoluzione non è un processo esclusivamente involontario. Viene da chiedersi, però, se non si tratti di stimoli

 puramente meccanici. «No, si tratta di un comportamento intelligente» sostiene Mancuso. «Se le radici dovessero

 solo trovare acqua, potrebbe essere automatico. Ma devono anche cercare ossigeno, nutrienti minerali, crescere secondo

 il senso della gravità, evitare attacchi E valutare quindi contemporaneamente le comunicazioni chimiche che le piante

si scambiano attraverso l’aria e la terra: messaggi sullo stato di salute o sui parassiti. Se sono attaccate da patogeni,

 comunicano alle simili della stessa specie con gas e sostanze volatili che c’è un pericolo, invitandole ad aumentare

 le difese immunitarie. I vegetali, così, dimostrano di essere anche sociali» Sociali ma non necessariamente socievoli.

 Essendo esseri territoriali, le piante si mandano segnali del tipo «qui ci sono io», emettendo sostanze disciolte nel terreno.

 

 

 Le radici intercettano le comunicazioni, capiscono se hanno vicino una pianta della stessa specie, e in tal caso la reazione

 è blanda, oppure se è un’avversaria, e allora diventano aggressive fino a lanciare sostanze velenose. Le piante hanno anche

 una certa coscienza di se. Diversi esperimenti hanno mostrato che, prendendone due geneticamente identiche,

 due cloni, e mettendole accanto, quella che è messa in ombra dall’altra si muove alla ricerca di luce.

Se invece si accorge di essere essa stessa a farsi ombra con un ramo, nulla accade.

Ma tutte le piante sono ugualmente dotate? Un filo d’erba ha lo stesso Q.I. di una quercia centenaria?

«è possibile che ci siano piante più intelligenti, ma ancora non lo sappiamo» riconosce Mancuso.

«Per misurare il quoziente intellettivo di un ratto lo si mette in un labirinto e si guarda quanto impiega

 ad arrivare al cibo. Si è visto che una radice di mais inserita in un labirinto la cui meta era dell’azoto ci arrivava

senza sbagliare, trovando la via più corta: in questo caso si tratta di organi di senso più raffinati».

E si anche  le piante hanno un quoziente intellettivo :P  «Siamo appena all’inizio di una rivoluzione nel nostro modo

 di pensare alle piante» commenta Dieter Volkmann, del gruppo di Bonn. Questi studi, oltre a rivoluzionare le conoscenze

 sulle piante, hanno ricadute anche sull’uomo. I neuroni verdi possono fungere da modello per sperimentare terapie

 contro malattie degenerative del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson e di Alzheimer..". «Gli animali vengono utilizzati

  con successo, in questo tipo di studi. Usare le piante non è però un regresso nella scala evolutiva» dice Mancuso.

 

 

«Una cellula neuronale vegetale è sì un modello semplificato di neurone, ma proprio per questo consente di individuarne

 più facilmente i meccanismi.  Non ci sono problemi di vivisezione e le cellule delle piante sono facilmente

 trasformabili geneticamente, caratteristiche che potrebbero farne un materiale da laboratorio valido dalla ricerca

 di base alle applicazioni terapeutiche..Il Medical research council di Cambridge, il laboratorio di biologia molecolare

 fucina di premi Nobel, collabora con noi in questo campo». Non è finita: i neuroni delle piante potrebbero presto

 diventare un modello anche per gli studi sull’intelligenza artificiale". Nasce la  Neurobiologia Vegetale:

sinapsi, neurotrasmettitori, calcolo distribuito e memoria nelle piante.  Nel 1880 Charles Darwin propose

 che gli apici radicali rappresentassero una sorta di cervello diffuso delle piante in grado di percepire

 segnali multipli dall’ambiente circostante e di prendere, sulla base di questi, decisioni in merito alle strategie da seguire.

Se Mancuno dice che anche le piante pensano, io dico che qualsiasi essere vivente riconosciuto tale è un essere pensante.

 Ciò che rende possibile l’esistenza è innanzitutto la percezione, strumento con il quale testimoniamo la nostra e la presenza degli altri .

 Sia la coscienza di se  che la percezione degli altri è un requisito fondamentale per l’azione, perchè da questa doppia

percezione accediamo alla capacità di agire. Senza di essa non saremmo in grado di "vivere" con gli altri,

( e con noi) cioè di interagire con loro. Ma la molteplicità degli esseri ci costringe per forza di cose a scegliere verso chi

indirizzare le nostre azioni. Per cui Una scelta non pùò essere fatta senza aver valutato la scelta. Valutare significa giudicare

 e il giudizio è il processo necessario che ogni soggetto pensante deve fare prima di compiere un azione. Perchè il giudizio

 precede l’azione e ogni azione è preceduta da un giudizio. Da questo si può sostenere che ogni  essere in grado di agire,

 qualunque esso sia, pensa.

 

 

 

 

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 18/01/2010 22:17
Grazie di cuore Linda per l'approfondimento del tema...
che sento molto vicino al mio pensiero...
 
Considero da sempre...
gli animali nostri fratelli piccoli
e le piante... nostre cuginette...
 
Ciao...
 
Orso Tony


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