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General: 27 GENNAIO....PER NON DIMENTICARE
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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN  (Mensaje original) Enviado: 25/01/2010 10:23
 
Divisorio
 
 
Sento dire spesso che le manifestazioni alla memoria della Shoah,
sono farsi inutili che la societa' mette in atto per mettersi a posto la coscienza: e invece penso che se ne debba parlare il piu' possibile, perche' una tale pagina nerissima della storia dell'umanita', non debba essere ripetuta.


E' vero che ce ne sono tante altre in tante parti del mondo, che forse gli stati piu' evoluti vogliono ignorare,ma anche di quelli se ne dovrebbe parlare di piu'......

Non puo' una societa' civile  sapere cio' che succede dall'altra parte del mondo come il Danfur e tante altre ancora,e lasciare che le cose vadano avanti cosi'........
 

Ma per la shoah e' vero che e' passata,ma chi la racconta dice che non ci saranno mai parole capaci di far capire all'umanita' quello che e' stata veramente e cio' che  hanno potuto soffrire chi ci e' passato........
Di dice: dimentica il passato, ma per loro non sara' mai morto e sepolto!!.....

Un Bambino ebreo
Un bambino stava nella sua culla
E quando fu condotto al campo,
non aveva più nulla.
Piangeva e si disperava,
ma i crudeli nazisti non incantava.
Separato dalla mamma e dal papà,
nulla più gli dava felicità.
Gettato in una cella,
la vita non era più bella.
Ecco arrivare il giorno maledetto…
Fu ucciso, dopo essere stato nel ghetto.
Peccato non averlo potuto salvare,
lo si ricorda oggi…
un giorno da non dimenticare!
 
           Giusy Del Gaudio Alberto Gentile
        (V elementare)

Shoah
Divisi e infelici due piccoli amici 
nel campo della morte,
non vi era diversa sorte
che perire de proprio destino
che esso sia grande o bambino.
Desolazione infinita
provarono i prigionieri
in quel tratto di vita.
L’unico linguaggio conosciuto
era violento e di certo bruto.
Nessun prigioniero
riuscì a dimenticare
i conflitti vissuti
prima di perdonare.
 
Giusy Del Gaudio
(V elementare)
 

Pesanti ruote ci sfiorano la fronte
e scavano un solco nella nostra memoria.
Divisorio

Quattro anni dentro a una palude
in attesa che irrompa un’acqua pura.
Ma le acque dei fiumi scorrono in altri
letti,
sia che tu muoia o che tu viva.
Divisorio

 Bambini rubano il pane e chiedono
soltanto
di dormire, di tacere e ancora di
dormire...
Divisorio

Pesanti ruote ci sfiorano la fronte
e scavano un solco nella nostra
memoria...
Mif, 1944
 
 
è piccolo il giardino
profumato di rose,
è stretto il sentiero
dove corre il bambino:
un bambino grazioso
come il bocciolo che si apre:
quando il bocciolo si aprirà
il bambino non ci sarà.
Franta Brass, nato a Brno il 14.9.1930
morto ad Auschwitz il 28.10.1944
Divisorio

IL GIORNO 27 UN PENSIERO PER LORO
Annamaria


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Respuesta  Mensaje 2 de 5 en el tema 
De: Lietta V Enviado: 25/01/2010 22:48

Proprio in questi giorni sto rileggendo "Il diario di Anna Frank." Credo che nessun elevato discorso possa meglio esprimere l'orrore di un eccidio agghiacciante che falciò più di sei milione di vite umane. Leggere lo scritto di questa adolescente sensibile,piena d'amore per la vita nonostante fosse costretta prigioniera nel "rifugio segreto",commuove,soprattutto pensando alla sua terribile sorte.

Ecco qualche breve brano che mi ha colpito...

“Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!”

Il diario di Anne Frank, 15 luglio 1944.

Il 28 settembre 1942 Anne Frank scrive nel diario:

“Non poter uscire mai mi opprime più di quanto possa dire e sono sempre in ansia che ci scoprano e che ci fucilino. Questa naturalmente non è una bella prospettiva.”

Anne si sente male: dorme in un letto caldo mentre le sue amiche forse sono imprigionate nei campi di concentramento... Il 19 novembre 1942 scriverà nel diario:

“Di sera al buio di frequente vedo camminare file di buona gente innocente, con bambini che piangono, sempre a piedi, comandati da un paio di ceffi, picchiati e torturati fino a crollare per terra. Non si salva nessuno, vecchi, bambini, neonati, donne incinte, malati, tutti camminano insieme verso la morte.
Mi sento male a pensare che mentre io dormo in un letto caldo le mie più care amiche sono state buttate per terra o sono crollate da qualche parte. Io stessa ho paura se penso a tutti quelli cui mi sentivo così intimamente legata e che adesso sono in mano ai più crudeli carnefici mai esistiti. E tutto solo perché sono ebrei.”

E questa è la testimonianza di un'amica,pochi giorni prima della sua morte in un campo di concentramento per tifo

“Può chiamare Anne?”

“Una mia conoscente, una signora più anziana, venne da me un giorno, probabilmente un mese dopo, all’inizio di febbraio: ‘Sai, ci sono anche degli olandesi, ho parlato con la signora Van Pels.’ Questa signora conosceva la Van Pels da prima della guerra e mi disse che c’era anche Anne, sapeva infatti che conoscevo Anne. ‘Prova ad andare a parlare vicino al filo spinato.’ E così feci. La sera andai al filo spinato e chiamai. Per caso in quel momento era presente la signora Van Pels e le chiesi: Può chiamare Anne? Mi rispose: ‘Sì, sì, aspetta, vado a prendere Anne, non posso andare a chiamare anche Margot, è gravemente malata ed è a letto.”

“Non era più la stessa Anne”

“Anne arrivò al filo spinato, non potevo vederla, tra il filo c’era paglia e i lampioni non facevano molta luce. Ho visto appena il barlume di un’ombra. Non era la stessa Anne che avevo conosciuto, ma una ragazza spezzata. Forse anch’io ero così, ma era terribile. Iniziò subito a piangere e mi disse: “Ho perso i miei genitori. Mia mamma è morta.” Era vero, però Anne non poteva saperlo. Edith Frank era morta di stenti all’inizio del gennaio 1945 ad Auschwitz. Anne credeva che anche suo padre fosse morto, ma il signor Frank aveva ancora un aspetto sano e giovanile e i tedeschi non controllavano l’età di quelli che volevano mandare nelle camere a gas, le selezioni avvenivano in base all’aspetto. Penso sempre che se Anne avesse saputo che suo padre era ancora in vita avrebbe avuto la forza di sopravvivere. Infatti è morta poco prima della liberazione, si trattava di resistere un paio di giorni.”

“Che cosa ci fai qui?”

“E così stavamo là, due ragazzine, e piangevamo. Le raccontai di mia madre, non lo sapeva, sapeva soltanto che il bambino era nato morto, e le raccontai della mia sorellina. Le dissi poi che mio padre era in ospedale, sarebbe morto due settimane dopo, era molto malato. Anne mi parlò della grave malattia di Margot e del nascondiglio, perché naturalmente ero molto curiosa. Le chiesi: ma che cosa ci fai qui, non eri in Svizzera? Ed allora mi raccontò com’erano andate le cose, che non erano partiti per la Svizzera, che l’avevano raccontato perché tutti pensassero che erano andati dalla nonna di Anne.”

Un pacchettino per Anne

“E poi mi disse: ‘Non abbiamo niente da mangiare qui, quasi niente, ed abbiamo freddo, non abbiamo vestiti, sono magrissima e mi hanno rasata a zero.’ Allora abbiamo dato ciascuna un pezzettino di pane, una calza e un guanto, insomma qualcosa per coprirsi e qualcosa da mangiare. Anche le mie amiche hanno dato qualcosa per Anne e poi riuscii a lanciare il pacchettino sopra il filo spinato. Ma la sentii gridare e chiesi: ‘Che cosa è successo?’ ed Anne mi rispose: ‘Oh, quella donna che stava accanto a me l’ha preso e non me lo vuole ridare.’ Cominciò quindi a disperarsi. La calmai un po’ e le dissi: ‘Proverò di nuovo, ma non sono sicura di riuscirci.’ Ci siamo date appuntamento per due, tre giorni dopo ed ho gettato di nuovo un pacchettino. Questa volta riuscì a prenderlo, questa è la cosa più importante.”

Un crudele scherzo del destino

“Dopo tre o quattro incontri vicino al filo spinato non le ho più parlato perché i detenuti nella sezione del campo in cui si trovava Anne furono nuovamente trasferiti in un’altra parte di Bergen-Belsen. Questo avvenne verso la fine di febbraio. Oggi racconto questa storia a scolari e studenti, la situazione è ribaltata: che io sia riuscita a sopravvivere mentre Anne è morta è un crudele scherzo del destino.”

Lia



Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 27/01/2010 07:02
 
Terezin è una città ghetto, non propriamente un campo di prigionia, nel quale trasitarono circa 15.000 bambini, in attesa della deportazione. Di questi bimbi restano alcune testimonianze toccanti : splendidi disegni, ed emozionanti poesie..
 
 
Vorrei andare solaVorrei andare sola dove
c’è un’altra gente migliore,
in qualche posto sconosciuto
dove nessuno più uccide.
Ma forse ci andremo in tanti
verso questo sogno,
in mille forse …
e perché non subito?
Alena Synková (1926 sopravvisuta)
 
TerezinPesanti ruote ci sfiorano la fronte
e scavano un solco nella nostra memoria.
Da troppo tempo siamo una schiera di maledetti
che vuole stringere le tempie dei suoi figli
con le bende della cecità.
Quattro anni dietro a una palude
In attesa che irrompa un’acqua pura.
Ma le acque dei fiumi scorrono in altri letti,
in altri letti,
sia che tu muoia o che tu viva.
Non c’è fragore d’armi, sono muti i fucili,
non c’è traccia di sangue qui: nulla,
solo una fame senza parole.
I bambini rubano il pane e chiedono soltanto
di dormire, di tacere e ancora di dormire …
Pesanti ruote ci sfiorano la fronte
e scavano un solco nella nostra memoria.
Neppure gli anni potranno cancellare
tutto ciò.
Anonimo
 
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedman (1921 – 1944)
 
Fuga di morte
di Paul Celan
Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo la notte beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza.
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Lui grida vangate più a fondo il terreno voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti
Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith
 
PER NON DIMENTICARE
Annamaria

Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: Lietta V Enviado: 27/01/2010 07:50
Su you tube hanno aperto uno spazio su Anna Frank e l'olocausto. C'è anche in italiano. Il film,in diverse puntate,è molto intenso e commovente. Per chi volesse vederlo,do il link
Metto anche quello del sito ufficiale della fondazione Anna Frank
Buona giornatra!
LiaRosa rossa

Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: Lelina Enviado: 27/01/2010 22:25

MERCOLEDI' 27 GENNAIO...

SHOAH...IL GIORNO DELLA MEMORIA

SHOAH
IL GIORNO DELLA MEMORIA
...PER NON DIMENTICARE MAI...




 


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