Johnny Dorelli,
Figlio d'arte, trascorre l'infanzia negli USA, dove suo padre, Giovanni Guidi, cantante tenore con lo pseudonimo di Nino D'Aurelio, si era trasferito per lavoro.Studia musica alla High School of Performing Arts di Manhattan e si fa notare in concorsi televisivi per giovani talenti, dove si esibisce con il nome d'arte di Johnny Dorelli (il cognome nasce dalla storpiatura che facevano gli statunitensi di D'Aurelio, lo pseudonimo del padre).Rientra in Italia nel 1955 e viene messo sotto contratto dalla CGD di Teddy Reno, per la quale incide i primi 78 giri, soprattutto cover di brani statunitensi.Il primo successo, del 1956, è Calypso melody, inserita anche nella colonna sonora del film Totò, Peppino e le fanatiche in cui Dorelli recita una piccola parte. Altre famose canzoni del periodo sono: Tipitipitipso, Concerto d'autunno, Ma cosa importa a me, Refrain.Nel 1957 viene scelto dalla RAI per prendere parte, insieme a Nuccia Bongiovanni, al Musichiere di Mario Riva (verrà sostituito dopo qualche tempo da Paolo Bacilieri).Debutta al Festival di Sanremo nel 1958 con Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu, che vince inaspettatamente il primo premio. La coppia si ripresenta l'anno successivo con Piove, ottenendo una nuova vittoria.Comincia così ad entrare nel cast fisso di alcune trasmissioni televisive, la prima delle quali è Buone Vacanze con il Quartetto Cetra e l'orchestra di Gorni Kramer, che va in onda nell'estate del 1959 e del 1960 e ha il merito di far conoscere al pubblico i classici del jazz e i grandi standard americani, attraverso le voci di Dorelli e di altri giovani talenti quali Betty Curtis, Jula De Palma, Wilma De Angelis e Gino Corcelli.Sono gli anni di My funny Valentine, Boccuccia di rosa, Julia, Love in Portofino, Meravigliose labbra, Lettera a Pinocchio (quest'ultima tratta dalla prima edizione dello Zecchino d'oro), tutti successi entrati in classifica.Dal 1963 in poi conduce fortunati spettacoli televisivi (Johnny Sette, Johnny Sera, Se te lo raccontassi) in cui dà prova delle sue doti di attore brillante recitando in numerosi sketch al fianco di attrici famose e creando il personaggio di Dorellik, figura caricaturale di ladro maldestro e sfortunato ispirata al fumetto Diabolik.In questi spettacoli ha l'opportunità di lanciare nuovi motivi, alcuni dei quali verranno usati come sigle, quali Twist così così, Era settembre, L'appuntamento, Probabilmente, Su ragazza hush, Al buio sto sognando e Arriva la bomba.Il nome di Johnny Dorelli è legato anche allo show radiofonico della domenica mattina Gran Varietà, scritto da Amurri, Jurgens e Verde, lo inaugura nel 1966 come conduttore, e ne presenta la maggior parte delle edizioni, fino alla conclusione nel 1979.Nel 1967 presenta a Sanremo, in coppia con l'autore Don Backy, L'immensità che è ad oggi il suo maggior successo discografico. Dello stesso periodo ricordiamo Solo più che mai .Torna a Sanremo l'anno dopo, con La farfalla impazzita, scritta da Mogol-Battisti e presentata in coppia con Paul Anka.Nel 1968 interpreta la parte del conte Danilo nell'adattamento televisivo dell'operetta La vedova allegra, curato da Giuseppe Patroni Griffi e diretto da Antonello Falqui. Protagonista femminile dovrebbe essere Mina, ma le trattative con la cantante non vanno a buon fine, e il personaggio di Anna Glavary viene affidato a Catherine Spaak (che nelle parti cantate viene "doppiata" da Lucia Mannucci del Quartetto Cetra). Tra Catherine e Johnny nasce un legame sentimentale che durerà parecchi anni e che diventerà anche un legame artistico: risalgono infatti ai primi anni settanta alcuni brani interpretati in duetto da Dorelli e Spaak: Non mi innamoro più, Una serata insieme a te e Proviamo a innamorarci.Nel 1969 Dorelli presenta, insieme a Raimondo Vianello e alle gemelle Kessler, Canzonissima.Dopo un periodo di crisi artistica, ritorna alla ribalta grazie al successo dello spettacolo teatrale Aggiungi un posto a tavola del 1974.Tra il 1977 e il 1978 conduce con Mina l'ultima edizione del programma radiofonico "Gran varietà".Numerose sono le pellicole cinematografiche che lo vedono impegnato, con buon successo di incassi, in diversi ruoli nel filone della commedia all'italiana (Una sera c'incontrammo, La presidentessa, Spogliamoci così senza pudor, Mi faccio la barca, Sesso e volentieri) o di attore drammatico (Pane e cioccolata, L'Agnese va a morire, Il mostro).Vanno ricordate su tutte alcune interpretazioni del suo periodo più maturo, nelle quali Dorelli riesce ad unire il suo tratto ironico e scanzonato ad una profonda umanità: è il caso del film di Marco Vicario Il cappotto di Astrakan, del 1979, tratto da un romanzo di Piero Chiara, o di State buoni se potete, del 1983, nel quale interpreta, sotto la regia di Luigi Magni, il ruolo di San Filippo Neri, con le musiche di Angelo Branduardi.Notevole nel 2005 la sua interpretazione nel film di Pupi Avati Ma quando arrivano le ragazze? e anche il film del 1981 Ciao nemico, ambientato durante la seconda guerra mondiale.Diverse le sue attività, televisive, canore e cinematografiche che Dorelli ha continuato a seguire dagli anni ottanta ad oggi. Nel 1983, affiancato da Ornella Muti, conduce su Canale 5 la gara musicale Premiatissima. Sempre per la televisione, nel 1984 interpreta il maestro Perboni nel Cuore di Luigi Comencini e nel 1988 La coscienza di Zeno di Sandro Bolchi.Prende parte a una nuova edizione del Festival di Sanremo nel 1990, questa volta come conduttore assieme a Gabriella Carlucci, e l'anno successivo presenta il varietà del sabato sera Fantastico insieme a Raffaella Carrà.Dal 1995 è in tutti i teatri italiani insieme a Loretta Goggi con la quale interpreta Bobbi sa tutto. Lo spettacolo vince il premio "Biglietto d'oro".Johnny Dorelli ha tre figli: Gianluca, attore teatrale e cantante, nato da una relazione con l'attrice Lauretta Masiero; Gabriele dalla prima moglie Catherine Spaak e Guendalina, dal suo matrimonio con Gloria Guida