Figura ambigua, è da alcuni considerato solo un noto brigante, da altri un eroe popolare come combattente legittimista borbonico.Pezza nasce ad Itri, paesino all'epoca facente parte del Regno di Napoli. Deve il suo doppio nome al fatto di essere stato battezzato nella Chiesa di San Michele Arcangelo, ma fin da bambino Michele Arcangelo Pezza dimostra inclinazioni tutt'altro che angeliche.Il suo soprannome ha una curiosa genesi. Alla tenera età di cinque anni, una grave malattia mette a serio rischio la sua vita. La madre, Arcangela Matrullo, arriva a chiedere la grazia a Francesco d'Assisi, facendo voto di vestire suo figlio con un saio da frate qualora fosse guarito. Michele guarisce e la madre mantiene il voto, così da far guadagnare al figlio il soprannome di Fra Michele. Il piccolo si dimostra però un vero e proprio scalmanato, tanto da farsi affibbiare il soprannome con cui diventerà poi celebre: Fra Diavolo.Una volta cresciuto, il padre manda il giovane Michele a lavorare come apprendista da mastro Eleuterio, il sellaio del paese. Quest'ultimo, durante un'accesa discussione, un giorno mette le mani addosso al ragazzo, il quale per tutta risposta uccide il mastro sellaio con un grosso ago usato per imbastire le selle. Minacciato dal fratello dell'uomo ucciso, per evitare ritorsioni Michele uccide anche lui, per poi rifugiarsi sui monti di Itri: all'età di 27 anni, Fra Diavolo è già un pluriomicida.Nel 1798, l'esercito francese minaccia il Regno di Napoli. Fra Diavolo coglie la palla al balzo e chiede al ReFerdinando IV di Borbone di poter commutare la propria condanna per duplice omicidio in 13 anni di servizio militare. Il Re accetta e Pezza, assegnato in origine al Corpo dei Fucilieri di Montagna, entra in realtà a far parte del reggimento della fanteria borbonica. Ma non passa molto tempo prima che i francesi invadano il Regno, sbaragliando l'esercito borbonico: Napoli cade dopo giorni di disperata ed eroica resistenza da parte dei Lazzari, Re Ferdinando fugge a Palermo, mentre viene costituita la repubblica.La conquista di Napoli non garantisce però all'esercito francese, né alla Repubblica Napoletana la sovranità su tutto il territorio del Regno, che specie nelle zone più periferiche è saldamente nelle mani della guerriglia legittimista.Fra Diavolo organizza un manipolo di uomini e si installa nei pressi di Itri. La sua "zona d'azione" è la via Appia Antica, più precisamente le zone che attraversano le montagne comprese fra la pianura di Fondi e la strada verso Formia (Monti Ausoni e Monti Aurunci). Questa porzione di territorio è sovrastata da un fortino borbonico costruito nel XVI secolo sui resti di antichi templi. Sarà proprio questo fortino a diventare la roccaforte di Fra Diavolo, il luogo da cui far partire le scorrerie contro i soldati francesi (e contro le carrozze di passaggio).Nel 1799, Fra Diavolo si reca a Napoli per organizzare la riscossa dell'esercito napoletano. Re Ferdinando lo nomina Capitano, mentre la regina Maria Carolina, per mostrargli la propria ammirazione, gli dona una spilla di diamanti. Fra Diavolo ripaga ampiamente la fiducia concessagli, liberando Napoli dai francesi. Re Ferdinando lo nomina Colonnello, nonché Duca di Cassano e Capo del Distretto di Itri.Nel 1806, Napoleone Bonaparte fa marciare il suo esercito verso Napoli, guidato stavolta dal generale Joseph Léopold Sigisbert Hugo (padre del famoso scrittore francese Victor Hugo). Le resistenze borboniche sono facilmente vinte: Re Ferdinando fugge nuovamente e Giuseppe Bonaparte viene incoronato re di Napoli per volere di Napoleone stesso.Fra Diavolo si reca a Sperlonga dove riprende la guerriglia, confidando nell'aiuto che le flotte inglesi gli hanno promesso. La rivolta che organizza viene però soffocata dalle truppe francesi. Il generale Hugo comincia così la sua lunga caccia al patriota napoletano: Fra Diavolo dimostra di essere un valido avversario, utilizzando spesso l'arte del travestimento e della dissimulazione per sfuggire ai controlli degli occupanti francesi.Le truppe francesi però riescono a decimare sempre più i suoi seguaci e a fargli terra bruciata attorno. Alla fine, rimasto praticamente solo, un farmacista di Baronissi lo riconosce e lo denuncia ai francesi, che lo catturano senza problemi.A mezzogiorno dell'11 novembre1806, in Piazza del Mercato a Napoli, Fra Diavolo viene impiccato con l'uniforme di brigadiere dell'esercito borbonico, all'età di trentacinque anni. Il corpo viene lasciato molte ore bene in vista, come monito alla popolazione. Non appena la Real Famiglia sa del sacrificio dell'eroico colonnello Pezza organizza il suo "funerale" nella Cattedrale di Palermo.
Storica... controversa... ma indubbiamente affascinante figura...
questa da te ricordata Lucia...
Aggiungo uan poesia ed un video musicale...
A Fra Diavolo
“La morte non può morire” Maria Cardi
Ti ho custodito nel cuore, nel profondo dell’azzurro cielo, nel canneto, dove,bracconiere, riposi nell’attesa che il fiume si dilegua in solitudine e il silenzio alita sul freddo del vento.
Nello stridulo volo del gabbiano che accarezza le tue mani.
Con te là mi vorrei fermare, godere l’acqua delle fonti, nutrirmi di mirtilli, perché la parola della morte non sfiorerà i sogni della nostra adolescenza.
Intangibile felicità, presagio che dal tuo portamento addolcisce solcate di acque notturne e, dal buio, fuoriesce la pietra lanciata contro il cielo.
Dai tuoi occhi rinnovi offesa dal sangue mentre la musica del vento ai tuoi piedi si frange e chiede aiuto,e, nel ricordo di tanta innocenza,trascina la morte tra le montagne delle correnti.