I suoi genitori sono Cesare e Paola Ranucci, cantanti d'operetta, che si trovano nel capoluogo piemontese perché recitano in uno spettacolo. Renato quindi, senza tener conto di recite, debutti o repliche, nasce quasi dietro le quinte di un palcoscenico.Rascel ci teneva a dire che non è importante dove si nasce, bensì dove si cresce, e lui cresce proprio nel cuore della capitale, alla quale dedicherà alcune delle sue più belle canzoni. Fin da piccolo si ritrova a calcare i palcoscenici di compagnie filodrammatiche e teatrali, partecipando persino al coro di voci bianche allestito dal compositore don Lorenzo Perosi. Dotato di una carica umana non indifferente e di una simpatia travolgente, fa le sue prime esperienze importanti poco più che adolescente. Sempre giovanissimo debutta nell'avanspettacolo, esibendosi con svariate compagnie nelle quali può esercitare la sua poliedricità di attore, ballerino, cantante, musicista e clown. Si esibisce anche accanto al trio delle sorelle Di Fiorenza, e nel 1934 viene scritturato per un anno dalla compagnia dei fratelli Schwarz per il ruolo di Sigismondo, nell'operetta Al Cavallino bianco. Poi torna con le Di Fiorenza, e poi con Elena Gray e parte per una tournée in Africa. Dal 1941 forma con la sua prima moglie, Tina De Mola, una propria compagnia, cominciando ad esprimere la sua vena comica assurda e il suo personaggio anticonformistico. La sua statura molto ridotta lo condiziona, ma al tempo stesso lo favorisce; del resto egli ha scelto di fare di quel difetto una virtù, proponendosi come il "piccoletto nazionale ". Nelle sue riviste lancia, con la sua larga palandrana con il taschino sulla schiena e il cappello a caciottella, macchiette che rimarranno famose, come "arrivata la bufera ", "Il piccolo corazziere" e "Napoleone ". Nel 1942 gira il suo primo film, Pazzo d'amore, di Giacomo Gentiluomo, per proseguire in tutti gli anni '50 con una serie di titoli non proprio memorabili.Fanno eccezione Il cappotto (1952), tratto da Gogol', nel quale Rascel oscilla magistralmente tra il patetico e il grottesco, La passeggiata (1954), Questi fantasmi (1954) e Policarpo ufficiale di scrittura (1959). Da segnalare inoltre la grande interpretazione del cieco Bartimeo nel Gesù di Nazareth (1977) di Franco Zeffirelli. Si tratta di un cammeo reso da Rascel con tono estremamente drammatico e commovente senza essere patetico. Il pieno successo è ottenuto da Rascel nel dopoguerra con la partecipazione alle commedie musicali di Garinei e Giovannini. A partire da Attanasio cavallo vanesio (1952), la prima scritta per lui dai due autori, è un susseguirsi di trionfi, tutti seganti dal suo stile raffinato e candido. Le altre commedie musicali frutto del sodalizio con Garinei e Giovannini sono Alvaro piuttosto corsaro (1953), Tobia la candida spia (1955), Un paio d'ali (1957), Rascelinaria (1958), Enrico '61 (1961), Il giorno della tartaruga (1965), Alleluja, brava gente (1970). Nel momento di maggior successo del comico, Rascel si scopre autore e interprete della canzone d'amore, il cui esempio più rilevante è Arrivederci Roma, inno alla sua amata città, scritta con Garinei e Giovannini, che diventerà una delle canzoni italiane più celebri nel mondo. Altri motivi famosissimi del grande Renato sono Venticello de Roma, Con un po' di fantasia , Vogliamoci tanto bene , Romantica (che canta in coppia con Tony Dallara e vince il primo premio al Festival di Sanremo del 1960) e Te voglio bene tanto tanto. Porta il suo personaggio si sognatore indifeso e surreale anche sul piccolo schermo; rimangono famose le sue apparizioni nelle trasmissioni Rascel la nuit (1956) e Stasera a Rascel-City (1964). Partecipa anche ad alcuni lavori di prosa e fiction, come I Boulingrin (1967) e I racconti di Padre Brown (1970). In quest'ultima serie impersona l'astuto e intuitivo Padre Brown, prete-investigatore impegnato a risolvere numerosi casi. Ebbe avventure e amori, ebbe mogli e fidanzate, storie lunghe e brevi con altrettante donne, ma con nessuna di esse riuscì a realizzare un'intesa duratura e soprattutto una famiglia. La prima moglie è stata la già citata Tina De Mola, avvenente soubrette del teatro di rivista. Poi è stata la volta del matrimonio con Huguette Cartier, ma anche con lei la storia finisce presto. Fino a quando in occasione di Alleluja, brava gente, Rascel conosce sulla scene una giovane attrice: Giuditta Saltarini, proprio con lei che decide di fare la grande svolta: dalla loro unione nasce un figlio, Cesare, per il quale decide di allontanarsi pian piano dalle scene. è con il teatro di prosa (che aveva già affrontato varie volte, come quando nel 1967 aveva interpretato la commedia di Neil Simon La strana coppia, accanto a Walter Chiari) che Rascel chiude la sua gloriosa carriera: in coppia con un vecchio compagno del teatro leggero, Walter Chiari, regala al pubblico, cinque anni prima della morte, uno straordinario Finale di partita, di Samuel Beckett. Forse appagato e felice, nel gennaio del 1991 Renato se ne va dolcemente, privando la scena italiana di un inimitabile grande protagonista.