m'inducono a trattare stavolta il tema del viaggio...
Il viaggiare... è stata una delle prime attività dell'Uomo...
ed era teso, fin dagli albori, a scoprire il mondo intorno
avventurandosi sempre più lontano...
per cui esso rimane in noi un vero e proprio impulso naturale...
Ma oggi? Cosa ci spinge a lasciare, più o meno spesso,
l'ambiente in cui viviamo... la nostra quotidianità?
orso tony
- Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. - - Per andare dove, amico? - - Non lo so, ma dobbiamo andare... - (Jack Kerouac - 'On the road')
Certo il desiderio di conoscere luoghi e fare nuove esperienze
ma a mio parere anche, e soprattutto, l'intima esigenza
d'incontrare modi di vivere e di pensare
del tutto nuovi... o diversi...
che ci consentano d'uscire da un certo immutabile tran tran
non solo fisico ma anche psicologico...
e di vedere con occhi e cuore rinati il mondo... e la vita...
In verità "il viaggio" può assumere diversi significati e valenze...
Il viaggio infatti può anche esser una metafora
della nostra esperienza umana
o un inoltrarsi all'interno di noi stessi...
o un andare a ritroso nel tempo e nello spazio
della nostra vita...
ed oggi anche il "navigare" nel web...
Si potrebbe poi anche parlare dei "mezzi" (in senso lato)
con cui viaggiamo... ma il discorso si farebbe lungo
e preferisco allora far parlare le nostre amiche...
le "poesie".
Il tema viaggio, per i tanti aspetti che riveste,
è stato sempre amatissimo dai poeti e non solo...
Le poesie prescelte ondeggiano tra il viaggio reale
e quello spirituale...
ma c'è un dio indiano che ci invita muoverci...
senza esitazioni...
Come sempre mi piacerebbe leggere quelle che sul tema
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere passo di giorno in giorno come di stazione in stazione nel treno del mio destino affacciato sulle finestre e sulle piazze sui gesti e sui volti sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi.
CANTO DI VIAGGIO Herman Hesse
Sole, illumina il mio cuore, vento, soffia via ansia e dolore ! Sulla terra non conosco piacere più puro che essere in viaggio, lontano.
Della pianura io seguo l’ampio corso, mi bruce il sole e mi rinfreschi il mare: per prender parte alla vita della terra spalanco festoso i sensi miei
E cosi ogni nuovo giorno nuovi amici e fratelli indicherà finchè, senza soffrire, ogni forza lodare io possa, e delle stelle essere ospite e amico
VIAGGIA! Brahamana Indra
(dio protettore dei viaggiatori)
"Non c'è felicità per chi non viaggia! A forza di stare nella società degli uomini, anche il migliore di loro si perde. Mettiti in viaggio. I piedi del viandante diventano fiori, la sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi son lavati via dalla fatica di viaggiare. La sorte di chi sta fermo non si muove, dorme quando quello è nel sonno e si alza quando quello si desta. Allora vai, viaggia!"
VIAGGIAI Rabindranath Tagore
Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani. Molto spesi per vedere alti monti, grandi mari. E non avevo gli occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga del grano.
CAMMINANDO Rubén Blades
Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare. Camminando si apprende la vita, camminando si conoscono le cose, camminando si sanano le ferite del giorno prima. Cammina guardando una stella ascoltando una voce seguendo le orme di altri passi. Cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.
viaticum, un derivato di via. Nel suo significato più generale il viaggio è
l’azione di muoversi per andare da un
luogo a un altro. L’uso più frequente di
viaggio è quello che
indica il giro in paesi diversi dal proprio,
che dura un periodo variabile ma comunque
limitato. Si viaggia per i motivi più diversi:
esistono viaggi di studio e viaggi di esplorazione;
una domanda
tipica quando due conoscenti si incontrano
durante un viaggio è affari o piacere?
Nel Medioevo il
viaggio per eccellenza era quello in
Terra Santa, cioè il pellegrinaggio ai luoghi
sacri del Cristianesimo. La mobilità è molto cresciuta nel corso
dei secoli, e le distanze si sono accorciate
enormemente col migliorare dei collegamenti;
ma nel linguaggio
familiare viaggio conserva a volte il senso di
impegno, lunghezza, fatica che era proprio dei
viaggi di una volta. Le parole di questa stupenda canzone di Tenco rappresenta in primis il viaggio della mente nel tempo.......
Lontano, lontano
e lontano, lontano nel tempo qualche cosa negli occhi di un altro ti fara' ripensare ai miei occhi a quegli occhi che ti amavano tanto e lontano, lontano nel mondo in un sorriso sulle labbra di un altro troverai quella mia timidezza per cui tu mi prendevi un po' in giro e lontano, lontano nel tempo l'espressione di un volto per caso ti fara' ricordare il mio volto l'aria triste che tu amavi tanto e lontano lontano nel mondo una sera sarai con un altro e ad un tratto chissa' come e perche' ti troverai a parlargli di me di un amore ormai troppo lontano.
L. Tenco
Durante tutto il viaggio la nostalgia
non si è separata da me non dico che fosse come la mia ombra mi stava accanto anche nel buio non dico che fosse come le mie mani e
i miei piedi quando si dorme si perdono le mani
e i piedi io non perdevo la nostalgia
nemmeno durante il sonno durante tutto il viaggio la nostalgia non si è
separata da me non dico che fosse fame o sete o desiderio del fresco nell'afa o del caldo nel gelo era qualcosa che non può giungere a sazietà non era gioia o tristezza non era legata alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi era in me e fuori di me. Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è
separata da me e del viaggio non mi resta nulla se non quella
nostalgia Nazim Hikmet
Se io, ancor che nessuno, potessi avere sul volto quel lampo fugace che quegli alberi hanno, avrei quella gioia delle cose al di fuori, perché la gioia è dell'attimo; dispare col sole che gela. Qualunque cosa m'avrebbe meglio giovato della vita che vivo - vivere questa vita di estraneo che da lui, dal sole, mi era venuta! Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente, non avere radici, per l'anima, da vivere soltanto di vedere! Neanche a me appartenere! Andare avanti, andare dietro l'assenza di avere un fine, e l'ansia di conseguirlo! Viaggiare così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio. Il resto è solo terra e cielo Fernando pessoa
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare. Costantinos Kavafis
Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita. Jack Kerouac
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti. Italo Calvino
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. Charles Baudelaire
Il Viaggio di Antonio Guerra
Un giorno di ottobre si sono messi a camminare nel fiume lungo i sentieri di sabbia e quelle lingue d'acqua che saltano tra i sassi. Del mare gli aveva parlato più di tutti una pescivendola che fino al millenovecentoquaranta arrivava lassù in bicicletta, poi si è fatta il sidecar e portava le c assette piene di ghiaccio e pesce e raccontava che c'erano delle bestie dentro l'acqua più grandi delle mucche e che a volte si arenavano le balene che erano delle montagne di carne sulla sabbia. Rico e la Zaira non avevano mai visto il mare che in linea d'aria, passando per i sentieri del fiume, era a nemmeno trenta chilometri. Adesso che ormai avevano ottant'anni si sono decisi a fare a piedi quel viaggio di nozze rimandato di anno in anno. Stavano a Petrella Guidi, un borgo di case vecchie dove ogni tanto i cavalli scappavano dalle mani del maniscalco e facevano scintille sotto gli zoccoli matti e di notte c'era l'odore del pane che cuocevano nel forno e si sentiva da dentro il letto, affondati nel materasso di foglie. Rico aveva fatto il barbiere settant'anni agli uomini e alle donne e dopo tosava i somari e le pecore; la Zaira faceva i lavori di casa e a volte teneva il catino dell'acqua dove l'artista lavava il pennello.
Il gran viaggio di Manuel Pagnani
Girai la chiave della mia mente, spensi i tumultuosi pensieri e le loro innumerabili ramificazioni, misi in bianco il gran tumulto, che tutto lo confonde, mi trattenni un baleno nel meraviglioso ed'eterno vuoto, lì ove qull'inganno chiamato tempo cessa, albeggiò pura l'essenza di me stesso, subitamente un gran luce illuminò la mia piccola incommensurabile energia, composta d'amore divino, solo in quel batter di cigla tutto si fuse in una sola, unica, verità.
Viaggio di Marta Fedele
Tutto è finito in un senso di colpa. Amore,Odio,Indifferenza. Viaggio su un treno infinito di gioia ma si è fermato in una stazione e sono dovuta scendere. Volevo continuare quel viggio, ma la vita è così ....prima dà poi toglie. Sono priva di emozioni, la mia anima è in cerca. Una notte insonne mi aiuta a capire e tutto a un tratto............ è mattino!
In viaggio di Giovanni Pascoli
Si ferma, e già fischia, ed insieme, tra il ferreo strepito del treno, si sente una squilla che geme, là da un paesello sereno, paesello lungo la via: Ave Maria... Un poco, tra l'ansia crescente della nera vaporiera, l'addio della sera si sente seguire come una preghiera, seguire il treno che s'avvia: Ave Maria... E, come se voglia e non voglia, il treno nel partir vacilla: quel suono ci chiama alla soglia e alla lampada che brilla, nella casa, ch'è una badia: Ave Maria... Il padre a quel suono rincasa facendo un passo ad ogni tocco; e subito all'uscio di casa trova il visino del suo cocco, del più piccino che ci sia... Ave Maria... Si chiude, la casa; e s'appanna d'un tratto il vocerìo che c'è; si chiude, ristringe, accapanna, per parlare tra sé e sé; e saluta la compagnia... Ave Maria... O, tinta d'un lieve rossore, casina che sorridi al sole! per noi c'è la notte con l'ore lunghe lunghe, con l'ore sole, con l'ore di malinconia... Ave Maria... Il treno già vola e ci porta sbuffando l'alito di fuoco; e ancora nell'aria più smorta ci giunge quell'addio più fioco, dal paese che fugge via: Ave Maria... E cessa. Ma uno che vuole velar gli occhi, pensar lontano, tra gemiti e strilli e parole, tra il frastuono or tremolo or piano, ode il suono che non s'oblia: Ave Maria... Con l'uomo che va nella notte, tra gli aspri urli, i lunghi racconti del treno che corre per grotte di monti, sopra lenti ponti, vien nell'ombrìa la voce pia: Ave Maria...
Stella del mio mattino
Stella del mio mattino così lontano così vicino con le guance di rosa odorosa di pane profumo di grano arcano racconto di viandante in viaggio e un raggio di sole a mo' di bastone canzone che fugge tra nuvole appese alba turchese tramonto infuocato baciato ho la vela che danza sul mare sognare sgranando sofismi e saggezza tenerezza di rondine rapida in volo che spare nel cielo lasciandolo solo.
In un viaggio di notte di Marco Fornengo
In un viaggio di notte ebbi una volta coscienza di me stesso, potei per la prima volta capire perché la noia riusciva sempre a reprimere ogni altro sentimento.
Solo, chiuso in un sonno sapiente, vedo librarsi sopra di me uno scheletro bianco che volteggia nell’aria, aprendo come delle ali un mantello rosso chiaro ed è come fosse fermo: un urlo dentro di me, mentre sono calmo, assetato di una strana voglia di un abbraccio materno.
Come un cero si comsuma l’improrogabile attesa di questo pellegrino al suo rientro di Sabino Mastropasqua
perfino l’acqua, non è la stessa spuma, quando si sfrange sugli scogli senza fare centro e siamo milioni di gente ciascuna con la sua professione di fede ci teniamo le mani e asciughiamo le lacrime agli occhi puntati su quella finestra dove una luce ancora si vede. Nessuno vorrebbe udire della campana di Cracovia i molti rintocchi. Intanto ricordo il bambino che ero all’epoca del conclave l’Italia tinteggiata nelle case, ancora di bianco e nero dal piccolo schermo. Tu con un sorriso vi entrasti come fosse la chiave… ...Mia nonna con le sue cataratte si avvicinava al televisore curva sullo sterno Ci hai insegnato a tirare forza dalla sofferenza, gioia da quel dolore che sembrava uno strazio ed io che non capivo naufragando nella mia indifferenza forse troppo tardi chiedo perdono e Ti ringrazio. Si chinano nelle moschee, come il patriarca e i fratelli maggiori nelle sinagoghe La gente si ferma per strada, pure i padri del regime, nessuno si vegogna del pianto In una cella di Istanbul c’è un uomo invecchiato che prega genuflesso sul suolo di doghe. In mille dialetti, tutte le fedi acclamano lo stesso Santo. Adesso che l’aria di primavera s’è fatta bigia malgrado Tu ci abbia insegnato a lettere forti il coraggio vorremmo toglierti di mano quella valigia risulta davvero difficile sai, dirti Buon Viaggio.
Viaggio senza pane di ricordi di Stefano Aldeni
Vince un giorno di quiete un viaggio senza pane di ricordi; indugia il mio palmo in carezze di volontà infantili: sdoppia l'occhio una lacrima in due pianti.
Consorti notti di sogni guaiscono in una lingua morbida mutata in supplizio.
S'allarga una mano di rosso su spettri di grigie attese, sorprese in cuore di spazi rimasti in ombra d'amore.
Quante volte il desiderio di cambiare il corso della nostra esistenza ci porta a effettuare viaggi dentro noi stessi per scoprire cosa vogliamo, le paure, i sogni, le attese. Un viaggio nel sé più celato, sfuggente e mutevole che lascia intravvedere gli abissi delle cose vissute per dovere e convenzione e scardinate dal vento di attese e moti del cuore. Non saprei se questo cammino interiore include un ritorno, forse nn c’è neppure la necessità di meta finale, né di rientro ad alcuna realtà precedente, perchè il viaggio in sé è fine e direzione e va a completare tasselli di esistenza! E’ l’esigenza di incontrarsi con il proprio io, la cui comprensione è subordinata alla capacità di accettare la verità su se stessi che lo specchio di ogni viaggio costringe inevitabilmente a guardare.
Peregrinazioni
Gerardo Pozzi
Ho camminato.
solo.
centinaia di migliaia di chilometri
Varcato confini inimmaginabili
di inumana incomprensione
solitudine estrema
lacrime vanificate
Ho percorso.
solo.
centinaia di migliaia di sguardi
richieste di aiuto col berrettino alzato
le mani sfregolanti di umide schiavitù.
Ho trafitto.
solo.
centinaia di migliaia di passi
marciapiedi astanti
tremolii di cattedrali vacillanti
candele vuote
speranze disilluse
donne bambine megere dell'amore infantile
Ho patito.
solo.
centinaia di migliaia di me stessi
elefanti feriti barriti di pecore
belati di vacche muggiti di conigli
soli spenti stelle spente
lune inesistenti
sere come queste giorni come questi
volgarità come queste
Ho camminato
solo.
A lungo. Molto a lungo.
Con tutta questa stanchezza. Con tutta questa stanchezza.
Il viaggio non come fuga dal proprio io,non come mera curiosità di usi e costumi diversi,ma come emozionante discesa nel nostro mondo interiore.
Quando sento dire:”Prenditi una vacanza,vai in qualche affascinante luogo per non pensare ai tuoi problemi”,mi verrebbe da replicare che non possiamo uscire, allontanarci dal guscio della nostra anima;che essa rimane fissa in noi con robuste radici e ci segue ovunque andiamo.
Ultimamente mi sono un po’ dedicata a questa discesa nel giardino segreto dove ,come aggrovigliati cespugli,vivono i miei ricordi,le mie emozioni,le rifrazioni di un vissuto ormai lungo.
E’ un viaggio non sempre piacevole,un po’ pauroso ,a volte,ma anche affascinante. E’ bello condividerlo con chi ami.
Se affrontato con questo spirito:
In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando.
ogni partenza si carica di suggestione..E’ la nostra anima e non le bellezze di nuove terre che ci stimola ad andare. Cercare sentieri ancora vergini,accidentati;rotte sconosciute dove veleggiare circospetti..e come meta: la nostra anima.%3