Jean Gabin
Gabin è stato l'interprete ideale dei film della scuola realista, portando sugli schermi la fisionomia romantico-populista dell'uomo semplice e rude, oppresso da un destino ineluttabile. Una personificazione dell'antica tragedia umana, dolorosamente vissuta attraverso le fasi successive dell'immediata brutale violenza, della cupa disperazione e, infine, della rassegnazione liberatrice.Gabin è riuscito a esprimere questa gamma di sentimenti con vigore e naturalezza, rivelando convincenti doti drammatiche, grazie anche alla sapiente guida di registi Francesi. Proveniente dal teatro di rivista e dall'operetta (si era formato alle Folies Bergère, al Moulin Rouge), esordì nel 1930 col film Chacun sa chance. Ma il "vero" Gabin nacque negli anni 1934-1939 con una serie di fortunatissime interpretazioni: La bandera, Il bandito della Casbah, Verso la vita, La grande illusione, L'angelo del male, Il porto delle nebbie, Alba tragica.In molti di questi film ebbe accanto la delicata Michèle Morgan, con la quale formò una romantica e indimenticabile coppia cinematografica.Durante gli anni '40, in pieno periodo bellico, Gabin ebbe un'importante relazione sentimentale con Marlene Dietrich, un amore che però non sopravvisse alla fine della guerra.Dopo una breve e negativa esperienza Hollywoodiana nel periodo bellico, Gabin passò a ruoli di più varia e matura caratterizzazione psicologica, complice anche l'aspetto fisico precocemente incanutito: La vergine scaltra (1950), La notte è il mio regno (1951), La traversata di Parigi (1956); Il clan dei Siciliani, (1969). In tutti comunque, come nel ruolo indimenticabile del commissario Maigret creato da Georges Simenon, si ritrova il razionale virtuosismo del personaggio Gabin che, come ha scritto Jacques Prévert in una lirica :
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« è sempre lo stesso / è sempre uguale, sempre Gabin / sempre qualcuno » |
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Gabin ha ottenuto due volte il premio quale miglior attore alla Mostra cinematografica di Venezia, nel 1951 per La notte è il mio regno, e nel 1954 per Grisbì