UN MODERNISSIMO PASSO DI SENECA...
CHE CI PARLA DELLA NOSTRA FELICITA'
MA CHE CI MOSTRA ANCHE
COME CERTI MECCANISMI DELLA NOSTRA SOCIETA'
CHE CI MERAVIGLIANO E CI FANNO INCAVOLARE...
ERANO GIA' NOTI OLTRE 2000 ANNI FA...
TUTTI VOGLIONO VIVERE FELICI
dal "De vita beata" di Lucio Anneo Seneca
Tutti vogliono vivere felici, caro Gallione, fratello mio, ma non vedono con chiarezza che cosa renda la vita felice!
Non è facile conseguire una vita felice, perché, quanto più la perseguiamo, tanto più ce ne allontaniamo, se abbiamo sbagliato strada; quando la via scelta corre in direzione contraria, proprio la velocità diventa motivo di distanza maggiore.
Bisogna pertanto domandarci in primo luogo che cosa sia ciò che desideriamo; poi dobbiamo guardarci intorno e considerare per quale via sia possibile volgerci il più velocemente possibile verso quella meta, potendo capire, durante il cammino, purché sia quello giusto, quanto se ne compie ogni giorno e quanto ci siamo avvicinati a ciò verso cui il desiderio naturale ci spinge.
Ma fino a quando vaghiamo qua e là, non seguendo una guida, ma il brontolio e il clamore discorde di chi ci chiama verso opposte direzioni, la vita sarà consumata nel traviamento e sarà breve anche se giorno e notte ci affatichiamo per conseguire il retto pensiero.
Si stabilisca dunque dove tendere e attraverso quale percorso, non senza qualche esperto che già abbia esplorato i luoghi verso cui procediamo, dato che in questo caso le condizioni non sono le stesse dei normali viaggi: in quelli un tracciato viario, una volta che sia stato ben individuato, e gli abitanti, cui si possono fare delle domande, non permettono di sbagliare strada; qui invece le vie più battute e maggiormente frequentate ingannano.
Quindi il nostro primo dovere è quello di non seguire, come fanno gli animali, il gregge di coloro che ci precedono, dirigendoci non dove bisogna andare, ma dove si va.
Nulla davvero ci fa cadere in mali maggiori quanto il seguire le opinioni comuni, considerando ottimo ciò su cui tutti sono d'accordo per cui, dal momento che abbiamo molti modelli, non viviamo neppure secondo ragione, ma a imitazione degli altri.
Di qui l'ammucchiata, il cumulo enorme degli uni che rovinano sugli altri.
La strage di tante persone, che può capitare quando la folla si accalca e si spinge (nessuno cade senza tirarsi anche un altro addosso, e i primi sono motivo di morte per quelli che seguono), è cosa che vedi accadere nella vita di ognuno: nessuno sbaglia solo per sé, ma a causa e motivo degli errori degli altri.
E' dannoso attaccarci a chi ci precede e, dato che ciascuno preferisce credere piuttosto che giudicare, non arriviamo mai a farci un giusto giudizio della vita, limitandoci a credere; così l'errore, passando di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare. Andiamo in rovina per gli esempi altrui; ci potremo salvare se ci separeremo dalla folla.
La realtà è che la folla si erge contro la ragione, difendendo il male che le è proprio.
Così capita quello che succede nei comizi, per cui gli stessi elettori, quando il mutevole favore popolare ha fatto un giro su se stesso, si meravigliano di aver eletto certi politici.
Sono le stesse cose che approviamo e che rimproveriamo: questa è l'inevitabile conseguenza di ogni giudizio in cui ci si regola secondo la volontà della maggioranza...
CIAO DA TONY KOSPAN