Silvio Noto, esiliato dalla Rai, negli anni ’70 lavorò a Telecolore di Salerno emittente per cui condusse e ideò il quiz IL MILIONE, per Telecolor Catania condusse LUNA PARK POMOFIORE, per un circuito di emittenti private, condusse TOPOLINO SUPERBABY, programma distribuito a diverse emittenti fece quindi poi molte comparsate su tv romane. Nel 1985 condusse su Gbr e su altre emittenti laziali il Premio Venere Città del Mobile “la donna più bella del mondo”, con Nonno Ugo, il titolare del mobilificio sponsor del programma, toccò a lui presentare una semisconosciuta Moana Pozzi.
Silvio Noto nacque a Bari il 13 giugno 1925, studiò giurisprudenza e fu allievo in Università di Aldo Moro. Fin dal dopoguerra iniziò a lavorare in radio e in televisione. Cominciò a lavorare negli anni ’50 per il piccolo schermo, ancora nella sua fase sperimentale, partecipando al programma CASA SERENA, nel 1956 apparve in PRIMO APPLAUSO, un varietà incentrato sulla ricerca di volti nuovi, poi fu la volta di ALBUM DI FAMIGLIA. Nel 1957 ottenne un grandissimo successo con la trasmissione TELEMATCH condotta con Enzo Tortora e Renato Tagliani.
Sempre con Tortora, nel 1959, conduce VOCI E VOLTI DELLA FORTUNA, la prima edizione di quella che poi si chiamerà Canzonissima, una gara canora fra nord e sud Italia. Nel 1959 compare anche in un Carosello per la Atlantic Electric frigoriferi, insieme al maestro Giovanni D’Anzi presenta nuove voci canore, cantano BAMBINA INNAMORATA, e presentano Mina al suo esordio televisivo.
La sua voce profonda, estroversa e simpatica, lo fece anche attore cinematografico, recitò in 15 film in ruoli secondari, nel 1964 tornò in tv con TELE BOOM, programma per ragazzi.
Silvio Noto interpretò per la tv lo sceneggiato televisivo E LE STELLE STANNO A GUARDARE di Anton Giulio Maiano. L’apice della popolarità lo tocco negli anni ’50 e ’60, poi, a un certo punto scomparve dalla ribalta, quando era uno degli uomini più popolari d’Italia. Si dedicò allora al doppiaggio di comprimari in film comici dando loro un accento pugliese molto caratterizzante, ad esempio in ECCEZIUNALE VERAMENTE era sua la voce del padre di Abatantuono milanista, che rimproverava schiaffeggiandolo il figlio che lo svegliava all’alba della domenica gridando “Milan, Milan”; sua la voce di Brutus nei cartoni animati della serie BRACCIO DI FERRO.
Negli anni ’70 Silvio Noto tornò alla ribalta grazie alle emittenti private locali: condusse dapprima sull’emittente siciliana Telecolor LUNA PARK POMOFIORE, gioco ispirato al POMOFIORE di Lucio Flauto; poi fu la volta de IL MILIONE su Telecolore Salerno, quindi condusse Il tombolino su un circuito di emittenti private. Poi fece alcune comparsate su emittenti locali romane, nel 1985 condusse un mini-varietà nel quale si assegnava il Premio Venere Città del Mobile alla «donna più bella del mondo», fu lui a presentare una ragazza sconosciuta che si muoveva sensualmente nei locali del mobilificio: una scoperta, Moana Pozzi.
Poi di nuovo il silenzio, Silvio Noto non si era mai sposato, viveva con la madre, faceva una vita molto ritirata. Negli anni ’90 fece qualche comparsata da Paolo Limiti, morì a Roma il 24 ottobre 2000.
Così lo ha ricordato
Pippo Baudo: “Con Silvio Noto sono stato in rapporti di grande cordialità ai tempi in cui entrambi partecipavamo agli spettacoli che la Rai organizzava per gli italiani all’estero. Siamo stati in tanti paesi, persino in Libia, prima dell’avvento di Gheddafi. La parabola professionale di Silvio è stata curiosa, strana. Nel TELEMATCH di Enzo Tortora lui divenne famoso per le qualità di mimo e lo chiamavano per fare serate in tutta Italia. Poi, pian piano, le offerte sono diminuite, e lui è scomparso dalla grande ribalta televisiva, da uomo riservato e schivo quale era. Purtroppo nel nostro ambiente è difficile arrivare in cima, ma ancora più difficile è restare a galla”.