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M I T I . . . N O S T R I . . .: Sant Annibale Maria Di Francia
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De: solidea  (Mensaje original) Enviado: 05/07/2010 05:09
Annibale Maria Di Francia
è stato un sacerdote italiano, fondatore delle congregazioni
Di nobile famiglia Messinese, rinunciò a tutti i beni
e trascorse molto tempo nel degradato quartiere Avignone
aiutando poveri e malati: è stato proclamato santo
 
Nacque a Messina il 5 luglio 1851, terzogenito del cavaliere Francesco, marchese di Santa Caterina dello Ionio, Vice Console Pontificio e Capitano Onorario della Marina reale Borbonica e dalla nobildonna Anna Toscano dei Marchesi di Montanaro, Annibale divenne orfano di padre il 10 ottobre 1852, ancor prima di compiere il secondo anno di vita e, forse, da questo luttuoso evento personale, nacque in lui quella particolare sensibilità verso gli orfani che contraddistinse tutta la sua opera. Il piccolo orfano, conobbe anche il distacco dall’affetto materno, venendo affidato ad una anziana zia, ma nel 1859, quando un’epidemia di colera, colpì la città dello stretto, anche la zia venne a mancare ed Annibale Maria, ritornò nella casa materna. A sette anni iniziò gli studi presso il Collegio dei Gentiluomini dai monaci cistercensi del convento di S. Nicolò di Messina ove insegnava lo zio paterno Raffaele Di Francia. Intelligente e di chiarissime capacità umanistiche ad appena diciotto anni sentì fortissima la chiamata del Signore e, completati gli studi, il 16 marzo 1878 fu ordinato sacerdote.Qualche mese prima della sua ordinazione sacerdotale, un incontro particolare segnò per sempre la vita terrena del Padre Di Francia. Il religioso era sicuramente aduso all’incontro con i diseredati ed i bisognosi, ma quel povero che aveva davanti gli aprì una nuova visione della carità Cristiana, questi era il Cieco Zancone. Quell’uomo lo mise a contatto con la triste realtà sociale e morale del quartiere periferico più misero di Messina, le cosiddette « case Mignuni» (Case Avignone) di proprietà dei Marchesi Avignone. Al di là del ponte Zaera, Padre Annibale si inoltrò nella miseria reale dei bassifondi cittadini, dove avrebbe dovuto trovare le case dei marchesi Avignone, trovò solo un quartiere di baracche addossate l’una all’altra, sporcizia, squallore e tanta disperazione e li ebbe inizio il cammino dell’opera pia di Sant’Annibale Maria. Con la paterna benedizione del suo Vescovo, Mons. Guarino, andò a vivere in quel «ghetto» ed impegnò tutte le sue forze morali e materiali, per affrancare a tutti i costi quei derelitti e, soprattutto i loro bambini da quella condizione di miseria materiale e morale ed approntò per loro, alle Avignone, una scuola per i maschietti e un asilo per le bambine. Non fu un'esperienza facile; incomprensioni, ostilità e minacce, caratterizzarono quell’embrione di carità Cristiana, ma egli superò ogni ostacolo con l’aiuto della sua grande fede.L'opera missionaria degli Orfanotrofi Antoniani, ebbe inizio nel 1882. Posti sotto la protezione di Sant'Antonio di Padova, gli Istituti del Padre Di Francia, furono improntati al clima della famiglia, con lo scopo di offrire la formazione completa del piccolo ospite, sia morale che materiale, secondo gli insegnamenti della famiglia Cristiana. La missione Antoniana, ben presto superò i confini dello stretto, per creare Istituti in tutto il mondo.Per realizzare i suoi progetti missionari, fondò due nuovi ordini religiosi: nel 1887 la Congregazione delle Figlie del Divino Zelo e, nel 1897, la Congregazione dei Rogazionisti. I membri di questi nuovi Ordini religiosi, approvati canonicamente il 6 agosto 1926, si impegnarono a vivere il Rogate come quarto voto. Nel travaglio iniziale dell’opera pia di Padre Annibale Maria Di Francia, non tutto andò sempre per il verso giusto, anche all’interno dell’embrione di comunità, il 6 maggio 1886, arrivò nella “casa” dell’Avignone, la Serva di Dio Natalina Briguglio (1870-1950), (cofondatrice delle “Suore Cappuccine del Sacro Cuore”), che per undici anni collaborò con il fondatore, come infermiera, questuante e direttrice, nell’Opera di Sant’Annibale Maria Di Francia. Suor Natalina Briguglio che aveva assunto il nome di Veronica di Gesù Bambino, dopo dieci anni di dedizione, ebbe un anno di travagli interiori e dissapori con il Padre Di Francia, fin quando l’11 marzo 1897, con tre compagne abbandonò Messina rifugiandosi al suo paese natale Roccalumera (Provincia di Messina), per un “ritiro”, come fu da esse definito, ma il ritiro diventò definitivo. Infatti a Roccalumera, Suor Veronica e le consorelle fuoriuscite, animarono l’Istituto delle “Povere Suore del Sacro Cuore”, affidate spiritualmente da Mons. Giuseppe Guarino al Fratello del Padre Di Francia, Francesco Maria. L’opera del Padre Annibale e la Comunità delle Figlie del Divino Zelo, proseguì perché la maggior parte delle Suore rimase con la Superiora, suor Nazarena Majone (dichiarata venerabile dalla Chiesa Cattolica nel 2003). Altri seri problemi, vennero al Padre Annibale dalla fuga di un’orfanella, per cui rischiò anche la chiusura dell’Istituto. A seguito di questi iniziali problemi, Padre Di Francia, andò fino a Galatina (Le), dove viveva Melania Calvat, la veggente francese, che aveva avuto l’apparizione della Madonna a La Salette nel 1846, convincendola a seguirlo a Messina per coadiuvarlo nella fondazione delle “Figlie del Divino Zelo”. Dal 1887 e fino ad ottobre del 1898, Melania Calvat diresse l'Opera femminile, consegnando a Padre Annibale ed a Suor Nazarena, neo Superiora, una Comunità, matura nella missione e nella vocazione. Le Suore Figlie del Divino Zelo, nacquero a Messina il 19 marzo 1897, nei due rifugi delle orfanelle già attivi dal 1882: “il piccolo rifugio del Cuore di Gesù” e il “Rifugio di Maria Immacolata”. Nel 1895 l'Orfanotrofio fu trasferito nel monastero dello Spirito Santo e le suore presero l'abito marrone delle Carmelitane. La terribile alba del 28 dicembre 1908, quando avvenne il tragico e famoso terremoto, colpì duramente anche la congregazione delle “Figlie del Divino Zelo” e sotto le macerie, perirono tredici sorelle. Il loro fondatore, Padre Annibale Maria Di Francia, consegnò loro il Comando di Gesù: Rogate.Al quartiere Avignone, già dal novembre del 1884, l’opera di Padre Annibale diventava concreta, infatti in quello scorcio di fine anno, il Cav. Giuseppe Crupi, donava a Padre Annibale una macchina da stampa a caratteri mobili e con questa nasceva la prima stamperia “Antoniana”, con la quale Sant’Annibale avviò al lavoro specializzato tanti orfani e derelitti. La Tipografia Quartiere Avignone di Messina (più volte ridenominata, fino a diventare la Tipografia del Sacro Cuore) , 26 giugno 1908, nel giorno del Cuore Sacratissimo di Gesù pubblicò, il Numero di Saggio del mensile DIO E IL PROSSIMO e nel 1923 acquistò direttamente dalla Fabbrica Tedesca di Augsburg, una macchina da stampa “rotativa”,per l’epoca ultratecnologica, che Padre Annibale, “battezzò” prontamente La Grazia.

 20 febbraio 1927, Annibale Maria Di Francia celebrò l’ultima Messa, il 15 marzo 1927 ricevette l’unzione degli infermi e morì il 1 giugno 1927 all'età di 76 anni, nella sua casa di Fiumara Guardia, dove sorge il Santuario della Madonna della Guardia. Nell’ultimo omaggio la gente di Messina diceva: «Andiamo a vedere il santo che dorme».I funerali si svolsero il 4 giugno, in un clima di grande partecipazione e tutta Messina scese in strada per l’ultimo saluto, prima che l'amato sacerdote venisse tumulato nel Tempio della Rogazione Evangelica, che lui stesso aveva dedicato al «divino comando»: «Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe».

  « O poveri di Messina, voi che da lui aveste un pezzo di pane, voi che da lui aveste asciugate le lacrime, potete non piangere? Tutta Messina si sente orfana in questo momento... O santo, noi che di te non sappiamo privarci, a te raccomandiamo noi e la nostra città... Tu di là prega, noi di qui grideremo forte: Gloria, gloria, gloria gloria... Tu risponderai: Carità, carità, carità. »
 
(Arcivescovo Angelo Pajno – Orazione funebre di Sant’Annibale )
 
Fin da piccola ho sempre visto in casa  mia l'opuscolo di questo Padre. Ho cambiato nominativo e tuttora mi arriva .


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