Michele Testa, in arte Armando Gill
È unanimemente riconosciuto come il primo cantautore italiano,
il primo a firmare musica e testi e a cantare i suoi brani,
interpretati sia in napoletano sia in lingua,
e da lui così annunciati:
«Versi di Armando, musica di Gill, cantati da sé medesimo».
Nato a Napoli il 23 luglio 1877, terzo di sei figli, il padre proprietario di una piccola distilleria, studia all'Istituto Chierchia e dopo la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e frequenta le "periodiche", feste organizzate dalle famiglie della buona borghesia napoletana, dove si esibisce come cantante; un anno prima della laurea lascia gli studi e si dedica al teatro di varietà, firmando un contratto con il Salone Margherita.Prima autore di versi - in collegio stupisce i professori per le sue doti di improvvisatore - e solo in seguito compositore autodidatta, scrive la sua prima canzone nel 1896, Fenesta 'nchiusa, cui segue O surdato (1899.Lo pseudonimo lo prende dallo spadaccino Martino Gill (vissuto all'epoca di re Filippo II) ma sulla scena è un viveur rigorosamente in frac, un papillon bianco, il ciuffo dei capelli, l'immancabile gardenia appuntata all'occhiello e un monocolo, a mascherare un marcato strabismo. La critica lo snobba a lungo per via della sua insufficiente preparazione musicale e di un inconfondibile falsetto dall'intonazione traballante; ma i suoi limiti tecnici non gli impediranno di comporre melodie indimenticabili, come quella della popolare Come pioveva (1918). La canzone è anche uno dei primi esempi di marketing discografico: una mattina dell'estate 1918 Napoli appare tappezzata da centinaia di manifesti che raffigurano soltanto un ombrello: alcuni si domandano se sia la pubblicità di un nuovo negozio, oppure di una marca di parapioggia. Dopo una settimana, compaiono altri manifesti: questa volta, all'ombrello viene aggiunta la frase "Come pioveva" e qualche giorno più tardi lo slogan sarà completato con il nome dell'artista..Nonostante il difetto all'occhio, allo scoppio della guerra viene chiamato al servizio militare e poi dato per disperso alla notizia che la nave su cui viaggiava era affondata. Un mese dopo il fatto, quando per tutta Napoli si sprecano i necrologi, debutta al napoletano Trianon con la rivista Gill l'affondato.Il suo periodo di maggiore popolarità va dal 1916 al 1925, nel quale musica le sue canzoni, fonda una compagnia e mette in scena diverse riviste, scritte in collaborazione con Guido di Napoli. Tra i suoi successi in napoletano: Nun so' geluso (1917), 'O zampugnaro nnammurato (1917), 'E quatto 'e maggio (1918), Bella ca bella si' (1919) e Palomma (1926), Di lui si ricorda un duello in rima con Ettore Petrolini, incontrato per caso una sera, nel ristorante Alfredo alla Scrofa. Il duello continua a lungo fino a quando Petrolini getta la spugna, riconosce Gill e lo invita al suo tavolo.La cosiddetta "improvvisata" chiude spesso i suoi numeri in teatro: nel 1925, alle soglie dei cinquant'anni, sposa Irma Fricchione, una giovane spettatrice conosciuta durante un suo spettacolo e conquistata dal palco proprio con una dichiarazione inventata al momento. Si ritira nel 1943, dopo aver ceduto il suo canzoniere alle edizioni Bideri, dedicandosi alla famiglia e ai suoi animali domestici. Muore a Napoli, alla fine del 1944, durante la notte di capodanno.Inventore di un linguaggio diretto che anticipa quello di molti nostri parolieri, a dispetto della sua fama teatrale di "tombeur des femmes" Armando Gill fu un grande professionista, un autore ironico con senso della misura e un vero signore della scena, in un'epoca storica che si stava avviando verso il disastro del fascismo e della Seconda guerra mondiale.