17 Agosto 2010, 13.18, muore Francesco Cossiga. All’età di 82 anni si è spento uno dei più grandi e famosi politici della Repubblica Italiana. Uno dei più grandi, ma probabilmente anche uno dei più controversi.
Cossiga inizia la sua carriera politica a 30 anni, quando nel 1958 diventa sottosegretario alla difesa del terzo Governo Moro. Diventa noto all’opinione pubblica alla fine degli anni ’70, quando alcuni atti del suo operato al Ministero dell’Interno suscitarono scalpore. Il primo consistette nell’autorizzazione ad intervenire di dei veicoli dell’esercito blindati per sedare alcune manifestazioni studentesche nell’Università di Bologna nel 1977; a seguito di ciò ed a seguito della morte per colpi d’arma da fuoco della militante di sinistra romana Giorgiana Masi il suo nome venne spesso storpiato dagli studenti con una K iniziale e con le due S del nome tal da richiamare le SS tedesche. Sempre del 1977 ci fu la riorganizzazione dei servizi segreti in Polizia NOCS e Carabinieri GIS. Altra azione di Cossiga estremamente nota e criticata fu, nel 1978, l’adesione del suo ministero a quella che venne definita “linea della fermezza” durante il rapimento del collega di partito Aldo Moro. Cossiga diede le dimissioni dopo la morte di Moro e gli venne più volte addossata la responsabilità della morte dello statista; alle accuse Cossiga rispose così: “Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro”. Durante il periodo del sequestro Moro il Ministro dell’Interno istituì inoltre 2 comitati di crisi, uno ufficiale ed uno ristretto, ai quali parteciparono esponenti della loggia massonica P2. Nel 1979 Cossiga coprì l’incarico di Presidente del Consiglio e fu più volte accusato durante il suo mandato di avere fatto più volte trapelare notizie segrete sul terrorismo, nonché di aver avvisato preventivamente amici prima dell’inizio di indagini a loro carico.
Nel 1985 venne eletto con una grande maggioranza Presidente della Repubblica. Nei primi 5 anni del suo mandato si guadagnò l’epiteto di “presidente notaio”, dovuto alla sua intransigente osservanza delle forme dettate dalla Costituzione. Nel 1990 avvenne il grande cambiamento della sua linea politica: da “presidente notaio” divenne il “picconatore”. Durante gli ultimi 2 anni del suo mandato Cossiga diede una grande accelerata al processo di implosione del sistema politico della prima repubblica: con le sue “esternazioni”, Cossiga fu il primo politico a denunciare il fatto che, caduto il Muro di Berlino, né il PCI né la DC sarebbero stati più in grado di governare lo Stato italiano. Fece notare molte volte anche il fatto che, finita la guerra fredda, gli USA non avevano più avuto bisogno di un partito in Italia che fronteggiasse le forze politiche comuniste e per questo, a suo parere, la CIA avrebbe accelerato l’allargamento delle indagini di Mani Pulite a tutta la classe dirigente di allora. Cossiga denunciò anche che, mentre il mondo e l’Italia stavano cambiando in seguito alle svolte politiche della fine della guerra fredda, i partiti e le istituzioni italiane negavano che la fine della politica dei blocchi avrebbe influito sulla politica italiana. Ad indurlo alle dimissioni, con 10 settimane di anticipo rispetto alla naturale fine del mandato, fu la richiesta della sua messa in stato d’accusa da parte di alcuni parlamentari dell’opposizione. Tale richiesta fu presentata in seguito all’emersione della rete Gladio, ovvero quella organizzazione segreta (frangia della NATO) che in Italia era pronta all’intervento all’inizio in caso di invasione da parte dell’URSS, in seguito per il contrasto del comunismo in Italia. Cossiga si dichiarò unico referente politico dell’organizzazione e dichiarò di essere stato sempre a conoscenza delle attività della Gladio, per poi definire i componenti dell’organizzazione come dei “patrioti”.
Le ultime attività politiche svolte da Cossiga, dopo il suo approdo al Senato come parlamentare a vita, furono il sostegno ai governi d’Alema alla fine degli anni ’90 con la fondazione dell’unione Democratica per la Repubblica ed il suo successivo scioglimento nell’UDEUR di Mastella.
Non mi sento in grado di fare un commento generale sulla vita e sul pensiero di Cossiga, se non indicando alcune notevoli dichiarazioni della sua vita politica.
Craxi e Martinazzoli avrebbero dovuto riconoscere che la DC e il PSI sono i soci fondatori di Tangentopoli. (22 luglio 1993)
Di Pietro ha le qualità morali per andare al Quirinale. (8 aprile 1995)
[Sull' 11 settembre] Tutti gli ambienti democratici d’America e d’Europa, con in prima linea quelli del centrosinistra italiano, sanno ormai bene che il disastroso attentato è stato pianificato e realizzato dalla Cia americana e dal Mossad con l’aiuto del mondo sionista per mettere sotto accusa i Paesi arabi e per indurre le potenze occidentali ad intervenire sia in Iraq sia in Afghanistan. (30 novembre 2007)
Non accetto lezioni di etica politica dalla Bindi: è brutta, cattiva e cretina. (1° novembre 2008)
Un’efficace politica dell’ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti[...]l’ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita[...]io aspetterei ancora un po’ e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di Bella ciao, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine contro i manifestanti. (8 novembre 2008)
La battaglia contro la magistratura è stata perduta quando abbiamo abrogato le immunità parlamentari che esistono in tutto il mondo e quando Mastella, da me avvertito, si è abbassato i pantaloni scrivendo sotto dettatura di quell’associazione tra sovversiva e di stampo mafioso che è l’Associazione nazionale magistrati. (17 Gennaio 2008)
Nel 1993 in Italia c’è stata una rivoluzione inutile, anzi un colpo di Stato….Purtroppo la DC non capì o sottovalutò la situazione, impegnata com’era a dare giudizi sul mio presunto stato mentale….Oggi direi che Di Pietro potrebbe essere un bravo dirigente di squadra mobile, uno di quelli a cui si perdonano certi eccessi….Quanto alla morale, se io alla sua età, quando ero sottosegretario alla Difesa, avessi accettato denaro da amici… cosa mi sarebbe successo? (gennaio 2003)
Le intercettazioni hanno ormai il posto che avevano prima i pentiti. Ma i primi mafiosi stanno al CSM. [Sta scherzando?] Come no? Sono loro che hanno ammazzato Giovanni Falcone negandogli la DNA e prima sottoponendolo a un interrogatorio. Quel giorno lui uscì dal CSM e venne da me piangendo. Voleva andar via. Ero stato io a imporre a Claudio Martelli di prenderlo al Ministero della Giustizia. (19 gennaio 2008)
Totò Cuffaro è stato condannato per un reato ridicolo [concorso esterno in associazione mafiosa]. (19 gennaio 2008)
[Sulle proteste degli studenti universitari] Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.[...] Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. [...] Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. (23 ottobre 2008)
Questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio. (23 ottobre 2008)
So tutto su Gladio: come era fatta e come non era fatta. Per filo e per segno. E quindi, quando ne parlo, ne parlo con perfetta cognizione di causa. E mi sono immediatamente sbracciato per garantire che era una cosa perfettamente lecita, anzi doverosa, e senza doppi fondi, esponendomi in prima persona. […] I gladiatori sono stati additati al pubblico ludibrio dei patrioti. Brava gente che qualcuno ha tentato di confondere con stragisti. e questa è un’altra delle vergogne nazionali. [Sulla rete Gladio]
L’aereo francese si era messo sotto il Dc9, per non essere intercettato dal radar dell’aereo libico che stava trasportando Gheddafi. Ad un certo punto lancia un missile per sbaglio, volendo colpire l’aereo del presidente libico. (24 maggio 2010)
Non voglio aggiungere ancora molto, se non che la morte di Francesco Cossiga crea un grande vuoto nel mondo politico: scompare un uomo che ha posto le basi per il cambiamento del sistema politico come lo vediamo ora. è vero, Cossiga è un misto di luci e ombre e con la sua morte probabilmente non conosceremo mai fatti di cui solo lui era a conoscenza e che ha celato o fino ad ora o svelato solo in parte. Probabilmente resteranno inoltre un misteri i contenuti delle lettere indirizzate ai Presidenti del Consiglio, del Senato e della Repubblica.
Un’ultima cosa che vorrei dire. Sono comparsi numerosi messaggi su internet come “Magari è la volta buona per festeggiare anche un’altra morte!” in riferimento a Cossiga, oppure “cossiga dai che è la volta buona che schiatti vecchio di merda!!!”. Al solito, roboanti messaggi su gruppi internet suscitano il Populismo, ma non è questo il punto. Cossiga si può amarlo o odiarlo, ma mai gli si potrà negare il rispetto che si deve ai morti. Messaggi del genere dovrebbero fare rabbrividire, invece sono in molti a sottoscriverli. Ma forse non sanno quello che fanno. Con questo, mi dissocio dall’articolo “Cossiga se ne è andato. Così, senza soffrire. Purtroppo.” di Alessandro Aimone.
GIORGIO MANTOAN