I colori dell'autunno prendono
vivacita' se passiamo fra quei
filari dove appese alle vigne
biondeggiano grappoli di uva
alternata a quella scura e danno
una nota di competamento nelle
sfumature della stagione.......
E' gia tempo di vendemmia
e quei grappoli verranno recisi e i
succosi acini si trasformeranno
in gustoso vino da bere le sere
d'inverno accando al camino
o condividere un momento di gioia,
brindando con tintinnanti
bicchieri.....
LA VENDEMMIA
da "NUOVI POEMETTI"
- Una vendemmia fa, così, piacere!
Nemmeno un chicco marcio nella pigna.
- E tutte pigne, salde fisse nere.
- Uva d'alberi, e pare uva di vigna.
- Ma qui ci son d'agosto le cicale
da levar gli occhi! qui la vite alligna!
- Porta il bigoncio. - È pieno.
- Avessi l'ale!
Avessi l'ale d'una rondinella!
Il nido lo farei nel tuo guanciale.
- Guarda: la vespa vuole la più bella.
- L'ape fa il miele, eppur le basta un fiore,
fior di trifoglio, fior di lupinella.
- Ha fatto buono all'uva lo stridore
di tutta estate. - Ciò che fa per l'una,
non fa per l'altro. - Ora, contava l'ore.
"Qua le canestre, donne".
- O bella bruna!
Quando nascesti, in cielo una campana
sonava sola, al lume della luna.
- Questa la stenderete sull'altana:
è troppo bella per andar nel tino.
- Ma anche quello è come vin di grana!
- Non ci fu piogge, non ci fu lo strino.
- Portate bere. Molto all'uva aggrada
sentirsi in viso l'alito del vino.
- Pigia il bigoncio un po'.
- "Sono in istrada,
E che mi dài, che mi conviene andare?"
"Un bacio in bocca, perché tu non vada".
- La paradisa ha pigne lunghe e chiare,
e tutti d'oro sono i chicchi, e hanno
il sole dentro, il sole che traspare.
- Rigo, di tutte queste qui, si fanno
cipelle, acché, tu con la moglie accanto,
ne mangi all'alba, il primo dì dell'anno.
L'uva vuol dire il buono, il bello, il tanto.
E porta bene, o Rigo.
- Ho contro, io sento,
fin le finestre, e quando passo e canto,
si chiudono da loro senza vento.
Così staccavi la dolce uva, alfine,
co' tuoi vicini, ché i vicini sono
mezzo parenti, e con le tue vicine,
o Rigo. Il tempo era da un pezzo al buono,
e la vendemmia si cocea matura
anche a bacìo; quando sentisti un tuono.
Dicesti: il bello è bello, ma non dura.
E vendemmiasti. Ed era un giorno asciutto,
si scivolava per la grande asprura,
cupo di vespe era un ronzìo per tutto,
calda era l'uva e, nei bigonci ancora,
rendeva già l'odor del mosto e il flutto.
La gente era venuta sull'aurora
quando la guazza o la nebbietta inerte
vapora in cielo, e il cielo si colora.
Allor le donne ascesero per l'erte,
parlando basso, e recideano a prova
le pigne con le piccole ugne esperte.
Le recideano al nodo che si trova
a mezzo il gambo. Le galline intorno
bandian l'annunzio, ad or ad or, dell'ova.
Ma crebbe il vario favellìo col giorno.
Montava, per tagliare le pinzane,
un giovinetto sul pioppo e sull'orno.
Cantava poi, quand'erano lontane
le donne, quando in una sua cestella
portava il vino Violetta e il pane.
Ell'era in casa della sua sorella
da un mese e più; ma stava per tornare
a casa sua, più pallida e più bella.
"C'è tempo:" Rigo alla gentil comare
diceva "addietro è là da voi la vite.
Poi verrò io: non c'è di mezzo il mare".
Era un piacere rivederle unite
le due sorelle al solito lavoro!
Ma quelle sere, nell'ottobre mite,
anche si dava che piangean tra loro.
Erano quella sera alla finestra.
Salìano gli uni coi bigonci pieni,
l'altre scendean con vuota la canestra.
Parlavano nel lungo va e vieni,
alto, ché in loro anche parlava il vino.
"Si vuol finire, prima che si ceni".
"Non resta che il filare qui vicino.
Saranno due bigonci o tre; ma un poco,
perché li tenga, vuol pigiato il tino".
Il cielo già si colorava in fuoco.
Al colmo tino il giovinetto snello
si lanciò su, come a provar per gioco.
Stette sull'orlo un poco in piedi, bello,
raggiante tutto del suo bel domani,
a braccia spante, simile a un uccello.
Poi si chinò, s'apprese con le mani
all'orlo, e dentro, fra le pigne frante
tuffò le gambe e sul crosciar dei grani.
Il rosso mosto risalì spumante
sopra i garretti; ed ei girava a tondo
premendo coi calcagni e con le piante.
E il sole rosso illuminava il biondo
vendemmiatore; ed ecco, da un remoto
canto del cielo un tintinnio giocondo.
Uno, dal cielo, accompagnava il moto
dei piedi suoi, di su quei rosei fiocchi,
picchiando in furia sur un bronzo vuoto...
L'altro moveva rapidi i ginocchi
sul rosso mosto, anche movea la testa
ben in cadenza, il sole in mezzo agli occhi.
Ma era un suono di campane a festa.
E quei pigiava; quando, all'improvviso,
Rosa lassù, Rosa, già muta e mesta,
si levò su, molle di pianto il viso,
con un singhiozzo, e Violetta, china
a guardar fuori immersa in un sorriso
si volse bianca, e mormorò: Rosina!
Giovanni Pascoli
La vendemmia
Lassù dal campanile
rintocchi mattutini
un canto echeggiante
del gallo il risvegliar.
Il borgo apre gli usci
filtrando raggi dorati
di contadini vive
il contado brulicar.
Avanzano i carretti
di ceste ancor leggere
nei campi tra le viti
passando nei filari.
T’incontrano andando
pesanti grevi i tralci
piegati e ricurvi
la terra lor baciar.
Lavoran leste mani
maestre antiche gesta
da frutti luccicanti
le ceste ricolmar.
Dai tini il mosto acclama
ondeggia spiritoso
profumo di vendemmia
nel cielo trasalir.
Il giorno s’imbrunisce
dal sole ormai calante
ritornano i carretti
briosi a festeggiar.
La sera prende mano
di vino i bicchieri
con Bacco gioie canti
i cuori allietar.
Silvano Dolci
Lode al vino
Lode a te compagno vino
che di virtù sei signorile
lode a te fratello perverso.
Levo in alto questo calice
con volto soddisfatto…
perché dove vi è un bicchiere pieno
non compaiono i malanni:
Passo nelle cantine il mio tempo più bello…
tra le viti, come un monellaccio sgarbato,
danzo scimmiottando il benessere altrui.
Amico volgare, amico sincero
amico seduttore, amico crudele
tu, amico mio vestito di falso
…col sorriso fra i denti
ed il pugnale dietro la schiena.
Rinuncio all’anima,
spregevole, insulsa,
coatta…
rinuncio alle donne,
ai soldi, alla fama.
Ma non posso tradire,
mai rinunciare a quella sensazione
che solo il vino mi sa dare.
Perché il vino è la pellicola
dove girare il film della mia vita,
il palcoscenico che mi mostra attore
e la platea stessa che mi acclama.
Perché il vino è il sangue di Cristo,
sangue della salvezza
della lussuria e del peccato.
Il vino è il passo carraio che porta alla mia morte.
Abbracciato dal suo odore mi ci incammino.
Lode a te, amico vino
perché nell’ubriacarmi non provo vergogna,
semmai nelle conseguenze
ma a quelle do poca importanza.
Lode a te, beato vino
adornato di schiettezza,
lode a te, sincero amico.
Gary Buckley
Uva bianca uva nera
, Questa è la tiritera
dell’uva bianca e nera
dell’uva sopraffina
che fa venire l’acquolina.
Questa è la filastrocca
dell’uva prelibata
che si scioglie in bocca
come una marmellata.
Questa è la cantilena
dell’uva saporita
che fa la pancia piena
e più dolce la vita.
Vino bono
Mentre bevo mezzo litro
de Frascati abboccatello,
guardo er muro der tinello
co' le macchie de salnitro.
Guardo e penso quant'è buffa
certe vorte la natura
che combina una figura
cor salnitro e co' la muffa.
Scopro infatti in una macchia
una specie d'animale:
pare un'aquila reale
co' la coda de cornacchia.
La c'è un orso, qui c'è un gallo,
lupi, pecore, montoni,
e su un mucchio de cannoni
passa un diavolo a cavallo.
Ma ner fonno s'intrevede
una donna ne la posa
de chi aspetta quarche cosa
da l'Amore e da la Fede...
Bevo er vino e guardo er muro
con un bon presentimento;
sarò sbronzo, ma me sento
più tranquillo e più sicuro.
(Trilussa)
Diceva Dante: "Il vino per l'uomo è come l'acqua per le piante che in giusta dose le fa stare bene erette.."
BUONA DOMENICA
Annamaria