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IL TEMA POETICO DELLA DOMENICA: IL VINO IN POESIA E... NON SOLO...
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 09/10/2010 23:48

 
 
IL VINO IN POESIA E… NON SOLO…
a cura di Tony Kospan 
 
Care amiche ed amici stavolta affronteremo un tema
che s’intona perfettamente con questo mese
 
 
 
Il rapporto tra vino e poesia è stato sempre stretto sin dai tempi più antichi...come ci mostra questa strofa di quasi 3000 anni fa
 
IL VINO
Omero 
Il vino mi spinge
il vino folle
che fa cantare anche l’uomo più saggio
e lo fa ridere mollemente
e lo costringe a danzare
e tira fuori la parola
che sta meglio non detta
 
Come la poesia il vino è cultura... cultura millenaria... 
Come il vino la poesia per esser sublime... dev'esser genuina...
Come la poesia il vino è vita... sia per chi lo produce che per chi se ne nutre
Come il vino la poesia... porta al dialogo...
Come la poesia il vino... è capace di colorare la vita...
 
 
Simpaticissimo e sintetico è poi questo brindisi veneziano del XIV SECOLO che ci dice di bere senza problemi se vogliamo... andar in Paradiso
 
Chi ben beve ben dorme, chi ben dorme mal no pensa,
chi mal no pensa mal no fa.
Chi mal no fa in Paradiso va.
Ora ben bevè che el Paradiso avarè…
 
Anche la moderna medicina dà grande importanza al vino… (ovviamente sempre bevuto con moderazione).
 
 
E' incredibile il numero delle poesie che direttamente o indirettamente parlano del vino e del suo mondo...
 
Queste che seguono sono quelle ho prescelto stavolta e mi piacerebbe leggere quelle che sul tema amate voi...
 
 
 
SONETTO AL VINO
Jorge Luis Borges

In quale regno o secolo
e sotto quale tacita
congiunzione di astri,
in che giorno segreto
non segnato dal marmo,
nacque la fortunata
e singolare idea
di inventare l’allegria?
Con autunni dorati
fu inventata.
Ed il vino
fluisce rosso
lungo mille generazioni
come il fiume del tempo
e nell’arduo cammino
ci fa dono di musica,
di fuoco e di leoni.
Nella notte del giubilo
e nell’infausto giorno
esalta l’allegria
o attenua la paura,
e questo ditirambo nuovo
che oggi gli canto
lo intonarono un giorno
l’arabo e il persiano.
Vino, insegnami come vedere
la mia storia
quasi fosse già fatta
cenere di memoria.
 
SETE PERENNE
Alda Merini

Vino, gagliardo come la dea ragione.
In te l’idea si fa suono e
si colora il Mito.
Appaiono vestali tinte di giada,
il periplo del canto si snoda in
veli che ricordano l’anima.
O vino che canti il mio dolore,
vino che sei il precipizio estremo,
vino che dai l’illusione della morte e
fai solo dormire
fino al nuovo dolore.
 
OTTOBRE*
  Vincenzo Cardarelli

Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate. 
(*I STROFA) 

 
IL VINO DEGLI AMANTI
Charles Baudelaire (da "I fiori del male")
 
Oggi lo spazio che meraviglia!
senza morso, speroni o briglia,
partiamo a cavallo del vino
verso un cielo magico e divino!

Come due angeli sotto il martellare
di un'implacabile febbre solare,
nell'azzurro cristallo del mattino
seguiamo il miraggio lontano!

Cullati così mollemente
sull'aia d'un turbine intelligente,
in un delirio parallelo,

nuotando affiancati, sorella,
fuggiremo senza bisogno
di riposarci, al paradiso dei miei sogni!
 
ALLA MALINCONIA
Hermann Hesse
 
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
 
 
SE AMI LA POESIA
SCRIVERLA… LEGGERLA… ASCOLTARLA…
E… DISCUTERNE I TANTI ASPETTI…
VIENI ANCHE TU… NEL GRUPPO DI FACEBOOK
 
FANTMONDOPOESIA.jpg picture by orsotony21 
UN MODO DIVERSO DI VIVERLA… 
 ORSO TONY


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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: Lelina Enviado: 10/10/2010 06:03

 
" Ottobre " 
 
...amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulle vigne saccheggiate.
~ V. Cardarelli ~
 
 
 
Grazie Tony
 
per questo stupendo post inneggiando al vino
 
Un caro saluto e...
 
Buona Domenica
a te e a tutti
 
Lely 

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: primula46 Enviado: 10/10/2010 08:32

 




Il tema poetico di questa domenica è il







IL VINO ELEVA L'ANIMO ED I PENSIERI
E LE INQUIETUDINI ALLONTANANO DAL CUORE DELL'UOMO

PINDARO

...mentr'ella sola, piangeva dolendosi
dell'abbandono, l'abbracciò Bacco
e le porse soccorso...

Ovidio, Le Metamorfosi





Ode al vino

Ho coppe di cristallo, amore
e baci nascosti nelle tasche,
voglio inebriarmi
di vino e di passione
perdendomi nella luce
del tuo sguardo.
Mi hai fatto dono
di una veste nuova,
da te intessuta
con carezze e sogni,
la indosserò
sopra il mio corpo nudo
e sarò un'arpa
sotto le tue dita.
Dolce Dioniso,
sarò la tua Arianna,
cospargimi di vino
e del tuo ardore,
sarà delirio, ebbrezza,
e rapimento, non far cessare
questo nostro oblio.
Afferra il tempo
e stringilo nel pugno
perché l'incanto
non debba mai finire.

di Mara Faggioli
1° premio al Concorso "Ode al Vino"
del Comune di Montespertoli
e 1° premio al Concorso Letterario
"Città di Colonna" in provincia di Roma





ODE AL VINO

Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.


Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.

Pablo Neruda
 
 
 

 





Ultimo Brindisi

Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,

ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.

A.Achmatova





il Vino del Solitario

Lo sguardo strano d'una donna galante
che scivola verso di noi come il bianco raggio
che la luna oscillante invia al lago increspato
quando vuol bagnarvi la sua pigra bellezza;
l'ultima borsa di monete fra le dita del giocatore,
il lascivo bacio della magra Adelina;
i suoni d'una musica languida e dolcissima,
simile al grido lontano del dolore umano
non valgono i balsami penetranti che tu,
bottiglia fonda, esprimi dalla tua fecondità rigonfia
per il cuore assetato d'un pio poeta.
Tu gli dai la vita, la giovinezza, la speranza
- e l'orgoglio, tesoro dei mendichi,
che ci rende trionfanti, simili agli Dei!

C.Baudelaire





A sera

A sera vanno le coppie di amanti
lentamente attraverso il campo,
donne sciolgono i loro capelli,
commercianti contano i soldi,
sul giornale della sera leggono ansiosi
i borghesi le novità,
fanciulli agitano piccoli pugni
dormono sonni profondi e lunghi.

Ognuno compie le proprie azioni
adempie al sublime dovere,
borghesi, poppanti, coppie di amanti -
eccetto me?

Certo! Neppure delle mie azioni serali
delle quali sono schiavo
lo spirito del mondo può privarsi,
anch'esse hanno un senso.

E così affondo e risalgo,
danzo nelll'intimo,
canticchio sciocchi canti di strada,
lodo Dio e me stesso,
bevo vino fantasticando
di essere un pascià,

avverto noie ai reni,
sorrido e bevo anche di più,
dico si al mio cuore
(al mattino non è possibile)
da dolori del passato
giuocando intesso una poesia,
vedo la luna e le stelle ruotare,
ne percepisco il significato
e via con loro mi sento andare
non importa dove.

Hermann Hesse





DOLC'AMAR

Arrivai in ritardo
al caffè "dolce amaro" inesistente
nelle mappe geografiche
della mia mente
quando il colore del vino
si confonde con le tenebre
composte dall'ultima luce del sole.

Lei se ne stava seduta sulle punte
delle scarpe antiche
sorseggiando un dolce boccale
con gli occhi assopiti
ormai prossimi a scoprire
il silenzio nel locale.

Francesco Rossi





Brindiamo insieme, con l'augurio
di una bellissima domenica.








 

   

 

 

 

 



 

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 10/10/2010 08:56
  Enviado: 10/10/2010 09:49

I colori dell'autunno prendono

vivacita' se passiamo fra quei

filari dove appese alle vigne

biondeggiano grappoli di uva 

alternata a quella scura e danno

 una nota di competamento nelle

 sfumature della stagione.......

E' gia tempo di vendemmia
e quei grappoli verranno recisi e i

 succosi acini si trasformeranno

in gustoso vino da bere le sere

d'inverno accando al camino
o condividere un momento di gioia,

brindando con tintinnanti

bicchieri.....


LA VENDEMMIA

da "NUOVI POEMETTI"

 - Una vendemmia fa, così, piacere!
Nemmeno un chicco marcio nella pigna.
- E tutte pigne, salde fisse nere.

- Uva d'alberi, e pare uva di vigna.
- Ma qui ci son d'agosto le cicale
da levar gli occhi! qui la vite alligna!

- Porta il bigoncio. - È pieno.
- Avessi l'ale!
Avessi l'ale d'una rondinella!
Il nido lo farei nel tuo guanciale.

- Guarda: la vespa vuole la più bella.
- L'ape fa il miele, eppur le basta un fiore,
fior di trifoglio, fior di lupinella.

- Ha fatto buono all'uva lo stridore
di tutta estate. - Ciò che fa per l'una,
non fa per l'altro. - Ora, contava l'ore.

"Qua le canestre, donne".
- O bella bruna!
Quando nascesti, in cielo una campana
sonava sola, al lume della luna.

- Questa la stenderete sull'altana:
è troppo bella per andar nel tino.
- Ma anche quello è come vin di grana!

- Non ci fu piogge, non ci fu lo strino.
- Portate bere. Molto all'uva aggrada
sentirsi in viso l'alito del vino.

- Pigia il bigoncio un po'.
- "Sono in istrada,
E che mi dài, che mi conviene andare?"
"Un bacio in bocca, perché tu non vada".

- La paradisa ha pigne lunghe e chiare,
e tutti d'oro sono i chicchi, e hanno
il sole dentro, il sole che traspare.
- Rigo, di tutte queste qui, si fanno
cipelle, acché, tu con la moglie accanto,
ne mangi all'alba, il primo dì dell'anno.

L'uva vuol dire il buono, il bello, il tanto.
E porta bene, o Rigo.
- Ho contro, io sento,
fin le finestre, e quando passo e canto,
si chiudono da loro senza vento.

Così staccavi la dolce uva, alfine,
co' tuoi vicini, ché i vicini sono
mezzo parenti, e con le tue vicine,

o Rigo. Il tempo era da un pezzo al buono,
e la vendemmia si cocea matura
anche a bacìo; quando sentisti un tuono.

Dicesti: il bello è bello, ma non dura.
E vendemmiasti. Ed era un giorno asciutto,
si scivolava per la grande asprura,

cupo di vespe era un ronzìo per tutto,
calda era l'uva e, nei bigonci ancora,
rendeva già l'odor del mosto e il flutto.

La gente era venuta sull'aurora
quando la guazza o la nebbietta inerte
vapora in cielo, e il cielo si colora.

Allor le donne ascesero per l'erte,
parlando basso, e recideano a prova
le pigne con le piccole ugne esperte.

Le recideano al nodo che si trova
a mezzo il gambo. Le galline intorno
bandian l'annunzio, ad or ad or, dell'ova.

Ma crebbe il vario favellìo col giorno.
Montava, per tagliare le pinzane,
un giovinetto sul pioppo e sull'orno.

Cantava poi, quand'erano lontane
le donne, quando in una sua cestella
portava il vino Violetta e il pane.

Ell'era in casa della sua sorella
da un mese e più; ma stava per tornare
a casa sua, più pallida e più bella.

"C'è tempo:" Rigo alla gentil comare
diceva "addietro è là da voi la vite.
Poi verrò io: non c'è di mezzo il mare".

Era un piacere rivederle unite
le due sorelle al solito lavoro!
Ma quelle sere, nell'ottobre mite,
anche si dava che piangean tra loro.

Erano quella sera alla finestra.
Salìano gli uni coi bigonci pieni,
l'altre scendean con vuota la canestra.

Parlavano nel lungo va e vieni,
alto, ché in loro anche parlava il vino.
"Si vuol finire, prima che si ceni".

"Non resta che il filare qui vicino.
Saranno due bigonci o tre; ma un poco,
perché li tenga, vuol pigiato il tino".

Il cielo già si colorava in fuoco.
Al colmo tino il giovinetto snello
si lanciò su, come a provar per gioco.

Stette sull'orlo un poco in piedi, bello,
raggiante tutto del suo bel domani,
a braccia spante, simile a un uccello.

Poi si chinò, s'apprese con le mani
all'orlo, e dentro, fra le pigne frante
tuffò le gambe e sul crosciar dei grani.

Il rosso mosto risalì spumante
sopra i garretti; ed ei girava a tondo
premendo coi calcagni e con le piante.

E il sole rosso illuminava il biondo
vendemmiatore; ed ecco, da un remoto
canto del cielo un tintinnio giocondo.

Uno, dal cielo, accompagnava il moto
dei piedi suoi, di su quei rosei fiocchi,
picchiando in furia sur un bronzo vuoto...

L'altro moveva rapidi i ginocchi
sul rosso mosto, anche movea la testa
ben in cadenza, il sole in mezzo agli occhi.

Ma era un suono di campane a festa.
E quei pigiava; quando, all'improvviso,
Rosa lassù, Rosa, già muta e mesta,

si levò su, molle di pianto il viso,
con un singhiozzo, e Violetta, china
a guardar fuori immersa in un sorriso
si volse bianca, e mormorò: Rosina!
Giovanni Pascoli


La vendemmia
Lassù dal campanile
rintocchi mattutini
un canto echeggiante
del gallo il risvegliar.
Il borgo apre gli usci
filtrando raggi dorati
di contadini vive
il contado brulicar.
Avanzano i carretti
di ceste ancor leggere
nei campi tra le viti
passando nei filari.
T’incontrano andando
pesanti grevi i tralci
piegati e ricurvi
la terra lor baciar.
Lavoran leste mani
maestre antiche gesta
da frutti luccicanti
le ceste ricolmar.
Dai tini il mosto acclama
ondeggia spiritoso
profumo di vendemmia
nel cielo trasalir.
Il giorno s’imbrunisce
dal sole ormai calante
ritornano i carretti
briosi a festeggiar.
La sera prende mano
di vino i bicchieri
con Bacco gioie canti
i cuori allietar.
Silvano Dolci


Lode al vino
Lode a te compagno vino
che di virtù sei signorile
lode a te fratello perverso.
Levo in alto questo calice
con volto soddisfatto…
perché dove vi è un bicchiere pieno
non compaiono i malanni:
Passo nelle cantine il mio tempo più bello…
tra le viti, come un monellaccio sgarbato,
danzo scimmiottando il benessere altrui.
Amico volgare, amico sincero
amico seduttore, amico crudele
tu, amico mio vestito di falso
…col sorriso fra i denti
ed il pugnale dietro la schiena.
Rinuncio all’anima,
spregevole, insulsa,
coatta…
rinuncio alle donne,
ai soldi, alla fama.
Ma non posso tradire,
mai rinunciare a quella sensazione
che solo il vino mi sa dare.
Perché il vino è la pellicola
dove girare il film della mia vita,
il palcoscenico che mi mostra attore
e la platea stessa che mi acclama.
Perché il vino è il sangue di Cristo,
sangue della salvezza
della lussuria e del peccato.
Il vino è il passo carraio che porta alla mia morte.
Abbracciato dal suo odore mi ci incammino.
Lode a te, amico vino
perché nell’ubriacarmi non provo vergogna,
semmai nelle conseguenze
ma a quelle do poca importanza.
Lode a te, beato vino
adornato di schiettezza,
lode a te, sincero amico.
Gary Buckley

Uva bianca uva nera
                           ,                                                           Questa è la tiritera
dell’uva bianca e nera
dell’uva sopraffina
che fa venire l’acquolina.
Questa è la filastrocca
dell’uva prelibata
che si scioglie in bocca
come una marmellata.
Questa è la cantilena
dell’uva saporita
che fa la pancia piena
e più dolce la vita.


Vino bono
Mentre bevo mezzo litro
de Frascati abboccatello,
guardo er muro der tinello
co' le macchie de salnitro.
Guardo e penso quant'è buffa
certe vorte la natura
che combina una figura
cor salnitro e co' la muffa.
Scopro infatti in una macchia
una specie d'animale:
pare un'aquila reale
co' la coda de cornacchia.
La c'è un orso, qui c'è un gallo,
lupi, pecore, montoni,
e su un mucchio de cannoni
passa un diavolo a cavallo.
Ma ner fonno s'intrevede
una donna ne la posa
de chi aspetta quarche cosa
da l'Amore e da la Fede...
Bevo er vino e guardo er muro
con un bon presentimento;
sarò sbronzo, ma me sento
più tranquillo e più sicuro.
(Trilussa)


Diceva Dante: "Il vino per l'uomo è come l'acqua per le piante che in giusta dose le fa stare bene erette.."

BUONA DOMENICA
Annamaria



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