Il mare è gonfio di grigio, lo sento sciabordare. Sento il vento e immagino le onde. Il cielo è occupato da un variare di nuvole bianche, grezze, panna, sporche. Il mare scuro è screziato appena dalla cresta mobile delle onde. La pioggia ha gocce rotonde. Il mare le riceve con la sua mobile maestà. Non capisco se le accoglie o le respinge. Sulla sabbia umida si stampano le orme dei gabbiani. Il vento rinforza, la pioggia sferza l'acqua in direzioni eccentriche, si aprono scriminature di bianco e di grigio. L'inverno si colora di attesa. È come una vecchiaia a termine. Aspetti, e la bella stagione ritorna. Avrai di nuovo giornate lunghe, braccia nude, la schiena che si scalda prima del resto del corpo e distribuisce calore. Non si tratta della «tua» primavera, quella metaforica che genera ansia mentre la vivi e rimpianto per tutto il resto dei tuoi giorni. Ma è pur sempre una primavera, puoi appropriartene con un minimo slittamento di attenzione, spostando il centro del discorso. Dalla «tua» vita alla vita. In tutte le sue forme. Si fiorisce una volta sola. Questo differenzia le persone dagli alberi, gli umani dai vegetali. Ed è questo che non ho mai sopportato. Il tempo personale non è ciclico se non secondo il dettato sgradevole della senilità, destinata a ripetere la dipendenza dell'infanzia. Il tempo personale contiene la crudeltà del flusso. Scorre via. Il tempo. Time. Il tempo/time. Il tempo/time lo percepisci con il corpo: alcuni dei nostri stati somatici variano con una periodicità circadiana di origine endogena. Il ciclo sonno-veglia che scandisce il trascorrere dei giorni. Lo percepisci, il tempo/time, attraverso l'usura che assottiglia la pelle, riduce l'idratazione, incide di rughe, stanca le giunture, incurva li dorso, riduce la muscolatura, inquarta il grasso o lo rinsecchisce. Naturalmente nella seconda parte della vita. Nella prima, il tempo allunga le ossa gonfia i seni, fa scendere i testicoli, fa crescere i capelli, poi i peli, rinvigorisce e alza e pompa energia fino alla raggiunta perfezione dei 25 anni (l'ultima a finire il lavoro è, mi pare, la clavicola). il tempo/time marca il tempo della tua vita. Indocile, implacabile, lo puoi rallentare, intrattenere, puoi imporgli un po' di rispetto per le tue spoglie mortali, ma non puoi vincerlo, né sottometterlo a una tua ragionevole necessità di sostare. lo ci ho sempre provato, a sottomettere il tempo. Gli ho parlato, ne ho parlato, ne ho scritto, ho sperimentato tutto, dai lamenti ai proclami. Poi ho dovuto cedere. Mi sono detta: è un tempo materiale. Un nemico obiettivo. Non c'è niente da fare. Mi sono detta: è un tempo sociale. È il tempo delle carriere e delle ambizioni, delle seduzioni e dei confronti. Al tempo/time, sociale e materiale, puoi contrapporre il tempo/weather, ciclico ed evanescente, il tempo della natura, che agisce su di te senza cambiarti. il tempo/weather non si consuma e non ti consuma. È il tempo della contemplazione. Solitario.
Da A Stromboli di Lidia Ravera
Buona settimana
Grazia