Ti sarò grato per sempre, Poesia. Restituisci momenti sepolti negli strati della memoria. Sedimenti di vita cementificati nell’impasto di smarriti ricordi. Come un archeologo, la penna una piccozza, per fiaccola la fantasia, rimuovo la coltre di fango, frugo tra le sabbie mobili della coscienza. Ripago, al fine, la immane fatica di fronte al riverbero di un gioiello arrugginito. Lucido ogni spigolo e rientranza, rispuntano volti con occhi parlanti, atmosfere colme di denso piacere, rotti pianti d’amore e tristezza. Un semplice, bianco, foglio una delle teche di un grande museo di rinate emozioni. Sprizzo di gioia al cospetto dell’ultimo amuleto ritrovato. Che sia un lacero osso o un opale iridescente fa lo stesso. In pugno, a me pare, di stringere un raro diamante. Brillerà sempre per le mie pupille.