SHOAH
PENSIERI POESIE E NON SOLO...
PER NON DIMENTICARE...
Prima di dar un piccolo contributo alla memoria
ed al profondo significato di questa giornata desidero
esprimere qualche piccolo pensiero personale.
Quello che più mi rattrista ed indigna è che
quanto accaduto è stato un frutto diabolico
di quella che riteniamo e giustamente
la nostra grande civiltà europea...
Aggiungo poi che oggi c'è il tentativo
di far tutto un calderone e di mischiar le carte
per non riconoscere l'immensa vergogna...
del genocidio...
Il contributo si esplicherà qui di seguito:
1 - mediante due bellissime poesie di cui la prima è quella notissima di Primo Levi e l’altra, davvero molto struggente, di Joyce Lussu ci parla di bambini;
2 - una breve sequenza de "LA VITA E’ BELLA" ;
3 - un noto dipinto di Munch… che intende esprimere l’orrore…;
4 - Il video Schindler's List - Theme Itzhak Perlman con musica ed immagini dolorose ma tragicamente coinvolgenti...
SE QUESTO E’ UN UOMO
Primo Levi
«Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi, alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi».
C’E’ UN PAIO DI SCARPETTE ROSSE
Joyce Lussu
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora
la marca di fabbrica
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perchè i piedini dei bambini morti
non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perchè i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Una scena da "La vita è bella"
Edvard Munch – L’urlo
MAI PIU’ TANTO ORRORE
E TANTA DISUMANITA'
Tony Kospan