De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 07/02/2011 08:39 |
Pietro Pajetta
(Taino, 7 febbraio 1914 – 24 febbraio 1944) è stato un partigiano italiano comunista e miliziano antifascista nella Guerra di Spagna.
Figlio di Carletto e di Giuseppina Mira Catò,Frequentò a Novara le scuole medie e commerciali trovando impiego in una società locale.Cugino di Giuliano Pajetta e di Giancarlo Pajetta, è chiamato alle armi ed inviato in Libia nel 1935 come bersagliere. Congedato col grado di ufficiale nel 1937 ed espatriato clandestinamente, va a combattere in Spagna con le Brigate Internazionali. Nella Guerra di Spagna partecipa alle cruente battaglie avvenute in Estremadura e a Caspe, viene ferito durante la ritirata dei miliziani antifascisti dall'Aragona e perde la mano destra nella battaglia dell'Ebro. Dopo la Retirada (cioè l'esodo, nel 1939, dei miliziani antifascisti che avevano combattuto in Spagna, principalmente verso la Francia), nel 1941 entra nella Resistenza Francese e a Parigi finisce in carcere perché esponente del Partito Comunista. Dopo l'8 settembre del 1943 riesce a tornare in Italia e comincia il lavoro col CLN Alta Italia nelle Brigate Garibaldi. Diventa nel prosieguo comandante della 2ª Brigata Garibaldi, operante nel Biellese, con il nome di battaglia di Nedo. Muore vittima di un agguato il 24 febbraio 1944 all'Alpe di Casto.
Gli verrà intitolata la 50ª brigata d'assalto Garibaldi "Piero Pajetta".
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Medaglia d'oro al valor militare |
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«Organizzatore dei primi distaccamenti partigiani del Biellese. Comandante di brigata garibaldina conduceva con valore i suoi uomini nelle aspre lotte contro un nemico superiore per numero e per mezzi. Sempre primo nella mischia, sempre presente ove più forte era il pericolo, di esempio e di incitamento, sosteneva alla testa del suo reparto numerosi combattimenti, infliggendo al nemico gravi perdite. Durante una ricognizione si scontrava con un reparto tedesco e benché in condizioni di inferiorità rifiutava la resa e con le armi in pugno accettava la lotta finché cadeva crivellato di colpi. Comandante eroico ed animatore appassionato, ha fatto del suo olocausto monito ed esempio alle genti.» |
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